Le primarie di Likud sono vinte da Benyamin Netanyahu. Il presidente israeliano è stato confermato leader del proprio partito con il 72,5%. Quasi un plebiscito per l’ormai 70enne politico alle prese anche con guai giudiziari, come l’incriminazione per corruzione. Problemi che non hanno frenato la sua conferma di leader della forza politica che ormai lo vede come numero uno da diverso tempo. Il suo sfidante, Gideon Saar, ha raccolto solo il 27,5% delle preferenze. Una sconfitta netta per lui che alle prossime elezioni dovrà sostenere l’avversario di questa lotta interna per confermare il partito al comando del Paese.
La conferma di Netanyahu alla guida di Likud conferma uno scenario incerto in Israele. Il prossimo 2 marzo i cittadini saranno chiamati all’ennesima elezioni in meno di un anno per provare ad eleggere il proprio premier. Fino a questo momento tutti i tentativi sono stati inutili visto che la percentuale non è stata raggiunta e soprattutto è mancato l’accordo tra i candidati per dare vita ad una maggioranza. La nomina del premier uscente a numero di Likud non semplifica la situazione visto che le vicende giudiziarie sembrano penalizzare Netanyahu.
La conferma alla guida di Likud è stata accolta con grande gioia da parte di Netanyahu che si è detto pronto a “guidare il partito verso una grande vittoria alle prossime elezioni e continueremo a portare Israele verso successi senza precedenti“. Una grandissima vittoria – ha aggiunto il premier – grazie ai membri del partito per la loro fiducia, il sostegno e l’amore.
L’ultima parola, come sempre, spetta alla popolazione che il prossimo marzo sarà chiamata ad esprimere il proprio voto.