Israele schiera l’esercito contro “l’Intifada dei coltelli” e mette a punto una serie di misure di sicurezza dopo la recrudescenza degli attacchi degli ultimi giorni. L’esercito israeliano ha ricevuto l’ordine di inviare sei compagnie di soldati nelle maggiori città di Israele per accrescere il senso di sicurezza nel Paese. Nel contesto di misure di emergenza messe a punto per arginare le violenze palestinesi, il governo ha anche deciso di non consegnare i cadaveri degli attentatori alle rispettive famiglie.
La polizia israeliana sarà autorizzata a Gerusalemme a “imporre la chiusura delle zone di scontri e incitamento alla violenza”, ha annunciato l’ufficio di Netanyahu. “Ai terroristi saranno revocati i diritti di residenza permanente” e “le proprietà dei terroristi che compiono attacchi verranno confiscate”, ha aggiunto. Unità militari saranno in rinforzo alla polizia in alcune zone e centinaia di guardie di sicurezza saranno messe in campo per proteggere il trasporto pubblico. E intanto il premier israeliano Netanyahu si è scagliato contro Abu Mazen. “Basta mentire e istigare”, ha detto Netanyahu. “Un vero leader deve agire con responsabilità. Non esiterò a usare tutti i mezzi del nostro arsenale per riportare la calma”.