Boom di residenti stranieri in Italia. Il 31 dicembre 2012 risiedevano in Italia 59.685.227 persone, di cui più di 4milioni e 300mila (7,4%) di cittadinanza straniera. In particolare l’ente di statistica rende noto che nel bilancio demografico nazionale relativo al 2012 la popolazione, è cresciuta di 291.020 unità (+0,5%). L’aumento dello 0,5% é dovuto, spiega l’istat, “in parte alla revisione post censuaria delle anagrafi e, in parte, alle migrazioni dall’estero, che compensano il calo di popolazione dovuto al saldo naturale negativo”. Per il 2012, infatti, sono stati registrati più di 12 mila nati in meno rispetto all’anno precedente e circa 19 mila morti in più. Pertanto il saldo naturale, dato dalla differenza tra nati e morti, è risultato negativo per 78.697 unità, che rappresenta un picco negativo mai raggiunto prima, ancora più elevato di quello del 2003, quando la mortalità fece registrare valori particolarmente elevati nei mesi giugno-agosto a causa di una eccezionale ondata di calore.
Boom di decessi invece nei primi mesi del 2012, in corrispondenza della forte ondata di gelo, che ha colpito tutto il Paese, in particolare il Centro e il Nord, dove infatti si è riscontrato il maggior incremento della mortalità. Il saldo naturale è negativo ovunque, con la sola eccezione delle province autonome di Trento e Bolzano e della Campania. Al contrario, il movimento migratorio con l’estero nel 2012 ha fatto registrare un saldo positivo pari a circa 245 mila unità. Complessivamente, la variazione della popolazione è stata determinata dalla somma delle seguenti voci di bilancio: il saldo negativo del movimento naturale, pari a -78.697 unità, il saldo positivo del movimento migratorio con l’estero, pari a +244.556, il saldo dovuto alle rettifiche post censuarie, pari a +165.715 unità, il saldo per altri motivi e per movimento interno pari a -39.977 unità.
Continua, inoltre, anche il decremento delle nascite, dovuto secondo l’Istat ad un forte calo d da parte degli italiani, mentre crescono i nuovi nati stranieri che tuttavia non compensano il calo dei neonati italiani. Il numero dei nati è diminuito rispetto al 2011 di 12.399 unità, pari a -2,3%, che conferma un andamento già registrato a partire dal 2009. Il decremento, seppur contenuto, si registra in tutte le aree del Paese, ma in particolare nelle regioni del Sud e nel Centro (-2,5%), quindi nelle due Isole (-2,3%). Tuttavia, anche il Nord-est (-2,1%) e il Nord-ovest (-2,0%) presentano diminuzioni di poco inferiori. Aumenta invece il numero di neonati stranieri: di pari passo con l’aumento di stranieri che vivono in Italia, anche l’incidenza delle nascite di bambini stranieri sul totale dei nati ha avuto un notevole incremento, passando dal 4,8% del 2000 al 14,9% del 2012; in valori assoluti da quasi 30 mila nati nel 2000 a quasi 80 mila nel 2012. Tuttavia, l’incremento che le donne straniere danno alla natalità non compensa la diminuzione dovuta a quello delle donne italiane. Infatti, da un lato le donne italiane in età riproduttiva (15-49 anni) fanno registrare una diminuzione della propensione alla procreazione; dall’altro si registra una progressiva riduzione delle potenziali madri, dovuto al prolungato calo delle nascite iniziato all’incirca a metà anni ‘70, con effetti che si attendono ancora più rilevanti in futuro. Nonostante l’assenza di relazioni dirette di causa-effetto, l’Istat non esclude che la crisi economica abbia prodotto qualche effetto negativo anche sulla natalità, come peraltro potrebbe essere avvenuto per la concomitante diminuzione dei matrimoni, registrata proprio negli ultimi tre anni. Il tasso di natalità è pari al 9,0 per mille, supera la media nazionale nella ripartizione del Nord-est e varia da un minimo di 7,4 nati per mille abitanti in Liguria e nel Molise a un massimo di 10,7 per mille nella provincia autonoma di Bolzano.