Nel 2010 c’è stato una forte crescita della disoccupazione giovanile. Il 40 % dei giovani senza lavoro, è del 39,7%, tutti under 30. E’ quanto emerge dai dati contenuti nelle tabelle dell’Annuario statistico italiano 2011.
Per quanto riguarda la spesa delle famiglie italiane, si nota come questa nel 2011 sia aumentata di appena 11 euro rispetto al 2009 raggiungendo i 2.453 euro medi al mese (+0,5%). A rivelarlo ancora l’Istat, che spiega inoltre come la spesa incorpori anche l’inflazione (+1,5% nell’anno). I consumi nel 2010 sono quindi al palo con gli italiani costretti a stringere la cinghia.
In diminuzione le nascite. Ancora cali considerevoli per le nascite. I nuovi nati italiani nel 2010 sono stati 483.862 mentre gli stranieri sono stati 78.082. Il numero dei nuovi nati italiani è il più basso dal ’95,i nizio delle serie storiche.
Italia Paese di anziani. Dunque l’ Italia risulta essere un paese di “anziani”, con 6 cittadini su 100 che sono ultraottantenni, e con una fuga dal matrimonio (meno 13 mila) anche se si preferisce ancora la cerimonia tradizionale in chiesa.
Ed infatti, a fine 2010 un residente ogni cinque ha più di 65 anni e gli ultraottantenni sono ormai il 6% della popolazione. L’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 15) raggiunge il valore di 144,5 a livello nazionale; tuttavia, mentre il processo di invecchiamento prosegue nel Mezzogiorno (che tuttavia resta la ripartizione con maggiore equilibrio fra giovani anziani), nelle altre aree del Paese si registra un lieve calo. Stabile risulta la graduatoria internazionale (dati 2009): la Germania, con un indice pari a 150,2, si conferma il paese con la struttura per età più “vecchia”, seguito da Italia (144), Grecia (131,9) e Bulgaria (129,2).
Cresce il numero degli stranieri. Inoltre in Italia, aumenta il numero degli stranieri. I residenti che in Italia hanno superato quota 4,5 milioni, sono il 7,5% della popolazione totale e provengono per la maggior parte dall’Unione europea (29,2%), dall’Europa centro-orientale (24,0%) e dall’Africa settentrionale (14,9%). Si tratta per lo più di una popolazione giovane: quasi la metà dei cittadini stranieri ha un’età compresa fra i 18 e i 39 anni, mentre oltre uno su cinque è minorenne.
Resta stabile la fecondità. Nel 2010 il numero medio di figli per donna si attesta a 1,41, lo stesso valore dell’anno precedente. Si conferma, quindi, l’arresto della crescita che si era avuta successivamente al 1995, anno in cui la fecondità italiana toccò il minimo (1,19 figli per donna).
Diminuiscono i matrimoni. Nel 2010 si sposa sempre meno gente. Con oltre 13.000 matrimoni in meno celebrati (217.185), il tasso di nuzialità scende dal 3,8 al 3,6 per mille. Il matrimonio religioso resta tuttavia, la scelta più diffusa in tutta la Penisola (63,1%): nelle regioni meridionali la percentuale sale al 77,6%, contro il 51,4% del Nord e il 55,1% del Centro.
In aumento spesa su protezione sociale. La spesa per la protezione sociale (previdenza, assistenza e sanità) nel 2010 ha raggiunto quota 463,324 miliardi con una crescita del 2,2% sul 2009 e una incidenza sul Pil pari al 29,9%. E’ quanto emerge dall’annuario statistico Istat 2011 secondo il quale il 93,6% della spesa (433,524 miliardi) è stata effettuata dalle amministrazioni pubbliche. L’Istat segnala che la protezione sociale è finanziata per il 52,8% da contributi sociali, voce in calo sul 2009 (erano il 55,6% delle fonti di finanziamento).
Ed infatti dal rapporto Istat emerge come quasi due terzi della spesa delle amministrazioni pubbliche si concentra nella previdenza (66,4% pari a oltre 273 miliardi), alla sanità è destinato invece, il 25,6% (oltre 105 miliardi) mentre per l’assistenza si spende l’8% del totale (oltre 33 miliardi). L’incidenza sul prodotto interno lordo è pari al 17,7% per la previdenza, al 6,8% per la sanità, al 2,1% per l’assistenza. Fra le fonti di finanziamento, i contributi sociali rappresentano il 52,8% del totale (55,6% nel 2007).
Fra il 2007 e il 2010 – precisa l’Istituto di statistica – i contributi sociali effettivi a carico dei datori di lavoro, che hanno beneficiato in questo arco di tempo di sgravi contributivi per quasi 26 miliardi di euro, crescono in media dello 0,8%, quelli a carico dei lavoratori (dipendenti e indipendenti) dell’1,8%. La seconda voce rilevante, pari al 46,2%, è quella delle contribuzioni diverse, costituita in gran parte da trasferimenti statali (74,2% nel 2010 contro il 70% del 2007).
In forte crescita stipendi Palazzo Chigi. Nel 2010, rispetto al 2009, l’aumento delle retribuzioni contrattuali per dipendente a tempo pieno maggiore è stato registrato per la Presidenza del Consiglio, con un +15,2%. Un vera e propria impennata se si considera il rialzo medio, pari al 2,1%. E’ rileva l’Istat nelle tabelle contenute dall’Annuario statistico italiano 2011