Istituzione del reato di depistaggio

Giovedì prossimo verrà votato alla Camera dei Deputati il progetto di legge presentato per istituire il reato di depistaggio e proposto dall’On. Paolo Bolognesi, Presidente dell’Unione dei Familiari delle Vittime per Stragi. La storia d’Italia è stata insanguinata da numerose stragi le cui dinamiche sono state occultate da poteri che hanno fatto della distruzione di prove uno strumento chiave per nascondere la verità. Eppure ad oggi non esiste il reato di depistaggio per colpire quei poteri. E’ noto che molte delle inchieste sui principali avvenimenti di strage e di terrorismo hanno subìto rallentamenti, quando non veri e propri arresti, a causa della mancata collaborazione di pubblici ufficiali con l’autorità giudiziaria. Dalla strage di piazza Fontana in poi, le omissioni, le bugie e la distruzione di documenti hanno impedito che si potesse giungere alla scoperta dei responsabili materiali e morali degli attentati che hanno devastato il Paese fino al 1993. Fino a oggi, tuttavia, a queste diverse condotte di depistaggio non hanno mai corrisposto sanzioni adeguate, limitandosi l’ordinamento a prevedere per casi simili i reati di falsa testimonianza, omissione o soppressione di atti d’ufficio, senza evidenziare le conseguenze che tali condotte hanno, sul piano penale e della verità. L’Unione dei Familiari delle Vittime per Stragi ritiene indispensabile introdurre, dopo l’articolo 372 del codice penale, un nuovo articolo, che sanzioni con la reclusione da sei a dieci anni tutti quei comportamenti tendenti all’occultamento totale o parziale della verità da parte dei pubblici ufficiali. La proposta di legge prevede che siano sanzionati tutti i comportamenti omissivi dei pubblici ufficiali, tenuti anche nel corso di procedimenti penali, concernenti i reati di associazione mafioso, traffico di droga, nonché traffico illegale di armi, di materiale nucleare, chimico e biologico. L’Associazione Unione dei Familiari delle Vittime per Stragi è nata per conservare la memoria della strage avvenuta alla stazione di Bologna il 2 agosto del 1980, quando l’esplosione di un ordigno nella sala d’aspetto di seconda classe uccise 85 persone e ne ferì 200.

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