Italia e Gran Bretagna sul Green Pass

Il governo di Boris Johnson sembrerebbe voler rinunciare a introdurre il Green Pass in Gran Bretagna, “una scelta che è certamente pericolosa”. Così Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). L’infettivologo sottolinea che “stiamo vedendo tante persone non vaccinate ricoverate con una malattia Covid molto grave, quindi è auspicabile che il Governo non imiti la scelta di Johnson”.

“Il Regno Unito è stato sempre molto liberale nell’approccio agli strumenti per combattere la pandemia – ricorda Andreoni – Scelte che poi hanno portato a lockdown anche molto lunghi. E’ probabile che questo passo indietro sul Green punti ad ottenere una immunità legata all’infezione naturale, ma questo è certamente è pericoloso”.

“Mentre il Green pass – evidenzia l’esperto – si è rivelato un ottimo strumento per spingere le vaccinazioni nelle fasce giovani e in chi era meno convinto”.

In Italia le fibrillazioni dentro la maggioranza parlamentare – in special modo nella Lega, divisa fra i governatori del Nord, favorevoli, e il segretario Salvini, ondivago – hanno portato Mario Draghi a rallentare e prendere tempo sul Green pass esteso per tutti i lavoratori. Il premier punta a scavallare le elezioni locali per dare tempo alle forze politiche di trovare una quadra, poi si arriverà all’accelerazione decisiva.

Il Consiglio dei ministri riunito giovedì 9 settembre ha dato il via libera all’estensione del passaporto Covid per tre categorie di lavoratori, ma secondo diverse indiscrezioni il premier è intenzionato a allargare ancora l’obbligo della Certificazione verde.

Il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta spinge infatti per estendere l’obbligo anche a tutti i dipendenti pubblici, e a quel punto per il governo sarebbe difficile giustificare l’obbligo per il settore pubblico e non per quello privato. Probabile che questa del premier Draghi sia stata una mossa astuta soprattutto per prendere tempo e allentare il pressing di Salvini.

Sul tavolo di Palazzo Chigi ci sono al momento due ipotesi: un allargamento del pass ai soli statali già questa settimana o, in alternativa, un unico provvedimento per tutto il mondo del lavoro la settimana successiva. Confindustria e sindacati non sono contrari.

La norma non sarebbe comunque in vigore prima di un mese: il tempo per dare modo ai non vaccinati di adeguarsi, e permettere ai partiti di affrontare il primo turno delle amministrative.

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