Capita anche questo. Gli italiani hanno arricchito, malvolentieri, il loro vocabolario con termini che in passato erano sconosciuti. Spread, pil e recessione. New entry che solo a sentirli fanno tremare i polsi. Ci conviviamo. Prima uno, poi l’altro, l’altro ancora e viceversa. Senza pace, senza tregua. Ennesima brutta notizia. La recessione nel Belpaese è più pesante delle previsioni: il pil nel primo trimestre è diminuito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% nei confronti del primo trimestre 2012. A comunicarlo è l’Istat, sottolineando che la stima preliminare diffusa il 15 maggio scorso aveva rilevato una diminuzione congiunturale dello 0,5% e un calo tendenziale del 2,3%. La variazione acquisita del Pil per il 2013 e’ pari a -1,6%. Al contempo, la caduta della produzione industriale ad aprile, anche se rallenta, segna comunque il ventesimo calo consecutivo. L’indice calcolato dall’Istat ha registrato -0,3% su base mensile contro -0,9% (dato rivisto da -0,8%) di marzo. Nella media del trimestre Febbraio-Aprile la flessione è risultata pari all’1% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, l’indice è diminuito in termini tendenziali del 4,6% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 19 di aprile 2012), contro il 5,3% di marzo (dato rivisto da -5,2%). Nella media del periodo la produzione è scesa del 4,4% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Tornando a guardare il pil, rispetto al trimestre precedente tutti i principali aggregati della domanda sono diminuiti. Con riferimento alla domanda interna, i consumi finali nazionali e gli investimenti fissi lordi sono diminuiti, rispettivamente, dello 0,3% e del 3,3%, mentre le esportazioni hanno subito un calo dell’1,9%. Le importazioni hanno registrato una flessione dell’1,6%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,9 punti percentuali alla variazione del Pil, con contributi di -0,3 punti dei consumi delle famiglie e di -0,6 degli investimenti fissi lordi; l’apporto della spesa della Pubblica Amministrazione (Pa) e’ stato nullo. Il contributo della domanda estera netta e’ stato negativo per 0,1 punti percentuali, mentre le scorte hanno fornito un apporto positivo di 0,3 punti percentuali. Il valore aggiunto ha registrato variazioni congiunturali negative del 3,6% nelle costruzioni, dello 0,7% nell’industria in senso stretto e dello 0,4% nei servizi, mentre e’ aumentato del 4,7% nell’agricoltura. In termini tendenziali, e’ diminuito del 6,9% nelle costruzioni, del 3,2% nell’industria in senso stretto e dell’1,4% nei servizi e ha segnato un incremento dello 0,1% nell’agricoltura.
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