A migrant man trying to remove barbed wire along the fence clashes with Macedonian police at the northern Greek border point of Idomeni, Greece, Wednesday, April 13, 2016. New clashes have broken out between Macedonian police and stranded refugees and other migrants trying to scale a fence on Greece's border with the country. (ANSA/AP Photo/Amel Emric)

Italia sempre più isolata dai muri anti-migranti. Scontri fra polizia e profughi a Idomeni

Tutti i muri portano all’Italia, sempre più isolata ed esclusa come fosse un appestato o un compagno di scuola sgradevole. Oltre ai muri macedoni, croati e ungheresi adesso anche l’Austria sta costruendo il proprio monumento d’isolamento sul Brennero, al confine con lo stivale. La situazione è però resa ancora più sgradevole anche a causa del malcontento e degli scontri che continuano a ripetersi nel campo profughi di Idomeni, il ‘villaggio vacanze’ per disperati fra la Grecia e la Macedonia. La polizia macedone ha infatti ingaggiato un’aspra battaglia contro i migranti imprigionati dall’altra parte del muro – posto sul confine, ovviamente – colpevoli di aver tentato di scavalcare il recinto. Secondo le autorità elleniche, i poliziotti avrebbero sparato gas lacrimogeni e granate assordanti per scoraggiare un gruppo di trenta persone che cercava di oltrepassare la recinzione di filo spinato con l’uso di coperte.

Solo qualche giorno fa centinaia di ‘campeggiatori’ avevano tentato, nuovamente, di arrampicarsi sul muro per raggiungere presumibilmente l’Europa del nord. Ma ad accoglierli, come oggi, solo nubi di gas lacrimogeno e granate assordanti dalla Macedonia (con amore). Domenica scorsa oltre cinquecento persone hanno cercato di superare il valico, tentando di abbattere le barriere di reti e muraglie che bloccano la cosiddetta ‘rotta dei Balcani’. Il bilancio è stato più grave rispetto a quello odierno: decine i feriti, centinaia le persone intossicate – tra i quali anche molti bambini e molte donne – a causa del vento che ha spostato le nubi tossiche fino all’accampamento. Oltre l’uomo, anche la malasorte.

Diversi video e fotografie apparsi su internet hanno poi immortalato alcune persone svenute a terra, con i volontari intenti a soccorrerli. La polizia macedone, secondo molteplici testimonianze, ha anche sparato pallottole di gomma e almeno trenta persone sono state ferite in modo serio e sono state ricoverate nell’ospedale di Kilkis. Poi non lamentiamoci se vengono da noi con tutto l’astio possibile, visto che vengono trattati peggio delle bestie, come portatori di malattie mortali. Comunque le autorità di Skopje hanno negato l’uso dei proiettili gommati ma da Atene sono arrivate dure parole di critica da chi è costretto a gestire situazioni pressoché insostenibili. “L’uso indiscriminato di prodotti chimici, di proiettili di gomma e bombe assordanti contro persone vulnerabili, e soprattutto senza che tale forza sia giustificata, è un atto pericoloso e deplorevole”, hanno affermato operatori umanitari governativi.

Intanto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, è passato alla controffensiva diplomatica, puntando i riflettori sulle responsabilità dell’Austria nei confronti dei migranti. “Non possiamo accettare la logica di gesti unilaterali che comprometterebbero la capacità di collaborazione”, ha detto il ministro durante un convegno a palazzo Giustiniani a Roma, sottolineando che l’Austria non può scaricare sul vicino “oneri e responsabilità” poiché per fronteggiare il tema migrazioni c’è un’agenda comune e condivisa a livello europeo. Sì, va bene, ma non sembra che l’Europa abbia la forza necessaria per restare unità dinanzi alle invasioni dei profughi, anzi sembra vigere sempre più il fai da te. Ora aspettiamo solo il muro francese.

Alessandro Moschini

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