E’ il momento di analizzare il giudizio degli italiani sul nuovo presidente del Consiglio, sulla sua squadra e nei confronti dei leader politici. Per quanto riguarda il premier, il livello di fiducia è al 51%. Per interpretare il trend di questo indicatore e comprendere se si tratta di un valore positivo o negativo, bisogna comparare questo stesso dato con la percentuale registrata lo scorso 13 febbraio, quando il governo giurò al Quirinale.
Le attese erano molto alte, la quasi unanimità di consenso di tutto l’arco costituzionale verso l’ex presidente della Bce aveva creato un racconto tale che Super Mario venisse percepito come quello che aveva la ricetta pronta per salvare immediatamente l’Italia: il livello di fiducia era al 57%. Bisogna dire che le speranze non sono state del tutto disattese, il consenso, seppure in calo, supera la soglia del 50%. Infatti tra tutti i presidenti del Consiglio in carica nell’ultimo ventennio, Draghi è stato quello che nel ’primo giorno di scuola’ ha raccolto il maggior numero di gradimento.
Il dato che però più colpisce non è il naturale decremento verificatosi in questi primi due mesi da presidente, ma il divario che c’è tra il livello di fiducia al premier con quello del suo Governo: il consenso alla sua squadra è al 41%, cioè 10 punti in meno rispetto a quanto riceve Draghi. Bisogna dire che la stessa differenza si registrò anche lo scorso 13 febbraio, subito dopo il giuramento i ministri ricevettero dagli italiani un livello di fiducia del 45%.
Se allora il dato poteva essere interpretato con il fatto che molti neo ministri, per quanto fortemente conosciuti nei propri settori professionali, erano al contempo sconosciuti alla maggior parte della popolazione, oggi probabilmente il calo del consenso è da ascrivere principalmente alla particolarità che – contrariamente ai governi precedenti – i membri del governo sono poco visibili e quindi i cittadini ne conoscono meno le azioni. Evidentemente per mantenere coesa una maggioranza eterogenea è stato impartito da Draghi l’ordine del silenzio.
Per esempio nell’ultima conferenza stampa del presidente del Consiglio, convocata per parlare delle vaccinazioni e degli aspetti sanitari della pandemia, al suo fianco c’era il coordinatore del Cts Locatelli e non il ministro Speranza. Il nuovo governo comunque ha già avuto un impatto anche nella fiducia nei confronti dei leader politici.
Subito dopo Draghi il personaggio che riceve il maggior gradimento è il suo predecessore Conte che fa registrare un indice del 44%. Bisogna tenere presente che prima del ’cambio della guardia a Palazzo Chigi’ la fiducia era al 41%, quindi continua l’ascesa nonostante abbia lasciato lo scranno presidenziale. Ex aequo con l’ex premier si piazza Giorgia Meloni con il 44%. In calo Salvini che oggi riceve il 39% degli apprezzamenti, mentre nei mesi scorsi era stabile sopra il 40. Il neo-segretario del Pd Letta inizia la sua nuova esperienza con il 31%, percentuale non molto diversa dal suo predecessore Zingaretti che era quotato al 28%. Renzi invece chiude la classifica con il 16% superato da Berlusconi che raggiunge il 20%.