L’Italicum dovrebbe arrivare oggi sul tavolo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la firma. I punti-cardine della legge elettorale approvata in via definitiva lunedì alla Camera sono proporzionale, premi di maggioranza, soglie di sbarramento, circoscrizioni provinciali e doppio turno. Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi si è detta certa che il capo dello Stato firmerà. “Ovviamente rispetto il ruolo del presidente della Repubblica e non tiro per la giacchetta Mattarella. Però, siccome è un costituzionalista, sono convinta che, dall’alto della sua preparazione, la firmerà. L’Italicum assegna un premio di maggioranza alla lista che supera il 40%. Se nessun partito raggiunge tale percentuale, si svolge un secondo turno tra i due partiti più votati, per l’assegnazione del premio. I partiti perdenti si ripartiscono i 290 seggi rimanenti sulla base della percentuale di voto. Entrano alla Camera tutti i partiti che abbiano superato il 3%. 100 collegi. L’assegnazione dei seggi della Camera avviene proiettando le percentuali dei partiti ottenuti a livello nazionale su cento collegi, in ognuno dei quali sono eletti 6-7 deputati. Nei 100 collegi ciascun partito presenta una lista di 6-7 candidati: il capolista è bloccato mentre le preferenze valgono per gli altri candidati. L’Italicum entrerà in vigore il primo luglio 2016 e si applicherà solo alla Camera dei deputati, dal momento che il Senato dovrebbe essere riformato in senso non elettivo e depotenziato. Sono possibili due preferenze, purché la seconda sia di genere diverso dalla prima, pena la nullità della seconda. Alternanza uomo-donna. Le liste devono essere composte in modo da alternare un uomo a una donna. Nell’ambito di ogni circoscrizione i capilista di un sesso non devono essere superiori al 60% del totale. E’ possibile che un candidato si presenti in più collegi, fino a un massimo di dieci. La scheda vedrà a fianco del simbolo di ciascun partito il nome del capolista bloccato e due spazi dove scrivere le due eventuali preferenze. In Trentino Alto Adige e nella Valle d’Aosta si vota con i collegi uninominali, come con il Mattarellum. Potranno votare per corrispondenza i cittadini italiani che sono all’estero per almeno tre mesi o per motivi di studio, per lavoro o per cure mediche. Le opposizioni hanno lanciato un appello al presidente della Repubblica affinché non firmi la riforma della legge elettorale. Ci rivolgiamo a lui, ha detto lunedì durante le dichiarazioni di voto Danilo Toninelli del M5S, perché tra pochi giorni giungerà sulla sua scrivania questa schifosa legge e lui dovrà decidere se firmarla. Noi chiediamo di non firmarla perché ha gli stessi principi di incostituzionalità del Porcellum. E’ una scelta molto coraggiosa ma necessaria e serve per la libertà. Roberto Calderoli ha già scritto le bozze per un referendum al fine di abolire pezzi dell’Italicum, per eliminare in particolare, ha spiegato, i cento capilista bloccati, le pluricandidature e il ballottaggio. La base della nuova legge elettorale è quella dell’accordo Renzi-Berlusconi del Nazareno, modificato più volte e arrivato a Montecitorio dopo le modifiche apportate al Senato anche con il voto di Forza Italia. In pratica il Parlamento ripropone con l’Italicum una legge che ricalca fondamentalmente il Porcellum, con capilista scelti dalle segreteria dei partiti, equivalente delle liste bloccate almeno per una parte dei parlamentari, e un premio di maggioranza molto ampio che darà la maggioranza a chi non ha la maggioranza nel Paese. Il governo e la maggioranza che lo sostiene, quindi, approvano di fatto una legge in aperta contrapposizione alle indicazioni della Corte Costituzionale. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto parte, in qualità di giudice costituzionale, della Corte Costituzionale che ha ‘bocciato’ il Porcellum. Ovviamente il ruolo della Consulta non è quello di dettare l’agenda al governo e al Parlamento, ma di impedire che le leggi non vadano oltre il dettato costituzionale. La Corte Costituzionale definì incostituzionale il Porcellum ed il premio di maggioranza venne definito “distorsivo perché foriero di un’eccessiva sovra-rappresentazione. Le liste bloccate vennero considerate incostituzionali “nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza”. Con l’Italicum rimane di fatto il premio di maggioranza eccessivo. E sono rimaste, pur se in parte, le liste bloccate. Con l’Italicum, in definitiva, si concederà una maggioranza in Parlamento a chi non ha una maggioranza nel Paese. Dare la maggioranza in Parlamento a una forza politica che raggiunge il 40 per cento ripropone una sovrarappresentazione già ‘cassata’ dalla Consulta. Idem per il ballottaggio tra le prime due forze politiche che non raggiungerebbero il 40 per cento dei voti. Renzi e Parlamento hanno riproposto, pur se ridimensionandole, le liste bloccate che la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali. Resta ora da capire cosa farà adesso il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che potrebbe non firmare la legge e rinviarla alla Camere. Una legge importantissima, come lo è quella elettorale, dovrebbe essere condivisa almeno dalla maggioranza qualificata di due terzi del Parlamento, mentre è stata approvata da poco più della metà dei parlamentari di Montecitorio. Terrà, il Presidente Mattarella, conto di tutto questo o avallerà una legge elettorale già ‘cassata’ dalla Corte Costituzionale? Restiamo in attesa.
Roberto Cristiano