Nella terza giornata della Leopolda, a Firenze, il presidente del Consiglio Matteo Renzi conclude la kermesse del Pd. Tensione ieri durante la seconda giornata, per gli scontri in strada tra forze dell’ordine e antagonisti alla manifestazione contro il premier, nel capoluogo toscano. Il corteo dei ‘No Renzi, No al referendum’ di Firenze ha provato a dirigersi verso il centro. Dopo essersi fronteggiati per pochi minuti con il cordone di agenti i manifestanti hanno acceso alcuni fumogeni e hanno iniziato a tirare petardi e molti ortaggi contro i poliziotti. La polizia attestata su via Cavour, ha reagito con una carica verso l’adiacente piazza San Marco dove si erano concentrati i partecipanti. Rimossa anche una barriera fatta con oggetti ingombranti, mentre i manifestanti, ancora nella piazza stanno spostando alcune dei materiali di un vicino cantiere. Sono 12 gli agenti rimasti feriti o contusi negli scontri, dieci dei quali per ustioni dovute ad esplosione di grossi petardi o bombe carta: queste ultime contenevano, secondo quanto reso noto dalla polizia, anche schegge di metallo. Altri sono stati feriti dal lancio di pietre probabilmente prese dal cantiere di piazza San Marco, dove i manifestanti si sono ritrovati nonostante la prescrizione di riunirsi nella vicina piazza Santissima Annunziata. Le prognosi per feriti e contusi vanno da 3 a 20 giorni. Le recinzioni metalliche del cantiere sono state divelte da terra ed usate dai manifestanti per tentare di forzare il cordone della polizia. La questura aveva chiesto nei giorni scorsi la messa in sicurezza dell’area dei lavori, giudicandola troppo vicina al punto di ritrovo. Alla stazione della kermesse renziana torna la tradizione dei tavoli di lavoro: intorno a 36 postazioni supporters e cittadini dialogano con ministri e presidenti di commissione sulle riforme del governo. Raggiunta l’intesa nel comitato del Pd sul documento di riforma dell’Italicum. Gianni Cuperlo ha detto sì all’accordo: ‘Ho sottoscritto il documento su Italicum perché contiene un passo in avanti. So che l’intesa raggiunta non ricompone la frattura consumata nella sinistra, dentro e fuori il Pd. Vedo e ascolto i tanti, anche autorevoli, convinti che solo il No al referendum potrà cambiare la legge elettorale. Io ho lavorato per ridurre quella forbice e avrei voluto un esito diverso. Ne rispondo personalmente e in primo luogo a quanti hanno condiviso con me questo percorso e che incontrerò nei prossimi giorni’. L’esponente della minoranza, con questo atto, di fatto converge sul Sì al referendum dato che, ha sempre detto, il voto del 4 dicembre è legato al superamento dell’Italicum. Il deputato triestino ha sempre creduto alla possibilità di una mediazione con i renziani, e a dimostrazione di questo era andato alla manifestazione di sabato scorso a Piazza del Popolo. ‘Ambasciatore’ nei giorni scorsi presso la minoranza bersaniana, allo scopo di tenerla dentro lo sforzo di mediazione da lui compiuto, Cuperlo si è visto opporre un no secco, ed è pertanto, è rottura nella minoranza Pd: ‘Ho sottoscritto il documento della commissione perché contiene un passo in avanti su alcuni punti che io stesso avevo indicato nella discussione di questi mesi. Parlo della elezione diretta dei senatori sulla base della proposta Fornaro-Chiti, del superamento del ballottaggio, di un premio ragionevole di governabilità e collegi per riavvicinare i cittadini ai loro rappresentanti. È chiaro che da ora in avanti la prova di coerenza e lealtà rispetto a questo impianto spetta a tutti, a partire da chi è alla guida del governo’. Un appello diretto personalmente a Matteo Renzi, che probabilmente risponderà oggi dal palco della Leopolda. A questo punto, l’esponente della sinistra chiede la convocazione nei prossimi giorni di una Direzione, viene spiegato, in cui la proposta di legge elettorale venga discussa e votata, meglio ancora se seguita da un voto dei gruppi parlamentari. Il comitato Pd sull’Italicum apre ad una verifica dopo il referendum su 2 punti: la preferenza per i collegi, si legge nel testo, di cui l’Ansa è in possesso, come il sistema più adatto a ricostruire un rapporto fiducia tra eletti ed elettori; la definizione di un premio di governabilità, di lista o di coalizione, che consenta l’indicazione su chi avrà la responsabilità di garantire il governo attraverso il superamento del meccanismo di ballottaggio.
Cocis