“Queste elezioni locali segnano la scomparsa del Movimento 5 Stelle. Stanno andando verso la sparizione e dobbiamo rispettare questo travaglio. Assisteremo a una lunga notte di San Lorenzo, di caduta, da 5 Stelle a zero stelle”. Questa l’analisi di Matteo Renzi leader di Italia viva in una diretta video trasmessa all’assemblea di Italia viva. “La parabola dei 5 Stelle – ha proseguito Renzi – ci aiuta a capire che il populismo può essere sonfitto. Il populismo di destra è ancora molto forte, perchè Lega e Fdi hanno perso le elezioni per la scelta sbagliata dei loro candidati e anche per la scarsa affluenza. Invece – ha proseguito Renzi – il populismo di sinistra, dei grillini, ha perso la sua corsa”.
L’ex presidente del Consiglio ha quindi fatto l’esempio di Milano. “Il disegno dei 5 stelle era mandare Sala al ballottaggio con il candidato del centro destra Luca Bernardo, speravano di fare l’apparentamento al ballottaggio. Ma – ha concluso – non hanno raggiunto neanche il quorum dal 3 per cento e sono rimasti fuori dal consiglio comunale e sono andati a casa”. Eppure, spiega Renzi, “i media continuano a parlare di piazze piene di gente per Conte. Ma questa gente poi vota? O va a vedere l’influencer più che lo statista, il politico che ha firmato i dpcm sui lockdown non colui a cui affidare il futuro del Paese”. Insomma, sottolinea il leader di Iv, “per fare politica non bastano i like, ci vuole capacità e visione”.
L’ira di Grillo è esplosa nel colloquio avuto con Virginia Raggi: “Nel tentativo di confortarla, Grillo cerca un’attenuante da concederle. «Certo se uno parla sempre di nuovo corso è così che finisce»”, leggiamo nella ricostruzione del quotidiano torinese. Conte non ha fatto altro che parlare prima, durante e dopo il voto di questo fatidico «nuovo corso» che intende dare al Movimento. Che non si sa bene cosa sia, tra l’altro. Proprio questo argomento non va giù a Grillo. Il comico è furioso. E ad alcuni deputati avrebbe sibilato contro Conte: «Non può dire ogni volta così e sconfessare tutto il passato, tutto quello che abbiamo fatto». Così è certo che gli elettori non ci capiscano più nulla.
Così accade che il fondatore sia diventato in questi giorni “il collettore del malessere dei parlamentari che ora vedono avvicinarsi la fine della legislatura. E girano a vuoto dentro la propria angoscia. Insieme con Grillo prendono atto del fatto “che non ci sia stato un travaso di popolarità da Conte al M5S”. Di più: Grillo teme che se l’ex premier non cambierà copione, il leader e il Movimento vengano percepiti come due entità separate. Di questo dovrà render conto una volta tornato a Roma, dopo i ballottaggi. Il redde rationem è vicino – si legge nel retroscena- e nei prossimi tre mesi molti eletti si giocheranno il proprio futuro politico. Conte ostenta sicurezza ma dà per scontato un altro esodo.