Javier Milei a colloquio con Meloni a Palazzo Chigi per una agenda di lavoro congiunta in una rinnovata cooperazione

Javier Milei è il nuovo presidente dell’Argentina. Economista esperto e ultraliberista, definito “anarco-capitalista”, uomo eccentrico, fustigatore dei privilegi della politica e dell’ingerenza dello Stato, ha salutato la vittoria con un messaggio per i suoi connazionali e uno per “tutti quelli che ci guardano dall’estero”.

‘Agli argentini – scandì nel suo discorso della vittoria: oggi comincia la ricostruzione dell’Argentina e la fine della decadenza, oggi finisce il modello impoveritore dello Stato onnipresente che beneficia solo alcuni mentre la maggioranza soffre, oggi finisce l’idea che lo Stato è un bottino da ripartire fra i politici e i loro amici, oggi torniamo ad abbracciare il modello della libertà per tornare ad essere una potenza mondiale. L’Argentina tornerà ad occupare il posto nel mondo che mai avrebbe dovuto perdere. Lavoreremo fianco a fianco con tutte le nazioni del mondo libero’.

Discorso, nella sintesi, perfettamente in linea con l’immagine e la visione che la stampa e gli argentini hanno di lui:  ‘Economista esperto e ultraliberista, anarco-capitalista, uomo eccentrico, fustigatore dei privilegi della politica e dell’ingerenza dello Stato’.

Milei, già deputato di Buenos Aires con il partito ‘La libertà avanza, ha una solidissima formazione e una lunghissima pratica in economia, materia alla quale, secondo i racconti, si sarebbe appassionato da bambino. Poi la laurea, i master, le cattedre accademiche, le collaborazioni con le maggiori istituzioni di analisi economica mondiale, compreso il World economic forum, lo hanno accreditato come uno dei maggiori economisti argentini, dentro e fuori i confini nazionali. Ed è probabilmente questo che lo ha portato alla guida di un Paese che vive da tempo una crisi profondissima. “Non c’è spazio per mezze misure, abbiamo problemi enormi davanti a noi: inflazione, disoccupazione e povertà”, ha ricordato  Milei celebrando la vittoria.

A livello internazionale tra i suoi interlocutori più stretti ci sono Donald Trump, Jair Bolsonaro, e Vox in Spagna. Tutti gli hanno fatto giungere le proprie congratulazioni, così come non sono mancate anche quelle della Casa Bianca. “Congratulazioni caro Javier Milei per la tua grande vittoria alle elezioni presidenziali argentine. Oggi si apre per gli argentini e per tutta l’America Latina un cammino di futuro e di speranza, che celebriamo in Spagna con speciale gioia. Viva la Spagna, viva l’Argentina, vivano libere dal socialismo e sovrane!”, ha scritto su X il leader di Vox Santiago Abascal, postando una foto con Milei.

“Congratulazioni a Javier Milei per la grande corsa alla presidenza dell’Argentina. Tutto il mondo stava guardando! Sono molto fiero di te. Trasformerai il tuo Paese e davvero renderai di nuovo grande l’Argentina”, ha scritto Trump sul social Truth, adattando al Paese sudamericano lo slogan della sua campagna elettorale del 2016 “Make america great again”.

Dagli Usa sono arrivate anche le congratulazioni istituzionali della Casa Bianca, affidate a una nota del Segretario di Stato Antony Blinken: “Applaudiamo al solido processo democratico attraverso il quale gli argentini si sono espressi. La grande affluenza alle urne e lo svolgimento pacifico del voto sono una testimonianza delle istituzioni elettorali e democratiche dell’Argentina”. “Non vediamo l’ora di lavorare con il presidente eletto Milei e il suo governo su priorità condivise a beneficio delle popolazioni di entrambi i Paesi, tra cui la protezione dei diritti umani e della democrazia, la lotta al cambiamento climatico e gli investimenti nella classe media”, ha aggiunto Blinken.

Fra le congratulazioni giunte dagli Usa a Milei, anche quelle di Elon Musk: “La prosperità è in arrivo per l’Argentina”, ha scritto su X.

Il Presidente della Repubblica Argentina, Javier Gerardo Milei, ha lasciato Palazzo Chigi dopo un’ora di colloquio con la premier Giorgia Meloni. Prima di recarsi dalla premier Milei era stato ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Era presente all’incontro il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani. Nel corso dell’incontro con la premier Meloni, come era stato anticipato in una nota del governo argentino, si è parlato di come “approfondire i rapporti bilaterali” tra i due Paesi uniti da rapporti molti forti, propiziati da milioni di argentini di origine italiana, e di “sviluppare un’agenda di lavoro congiunta”. Così ha scritto il quotidiano La Nacion.

«Oggi ho accolto a Palazzo Chigi il Presidente della Repubblica Argentina Javier Milei. Un incontro positivo nel quale abbiamo dialogato sullo sviluppo di nuovi partenariati in settori chiave per le nostre economie come l’energia, le infrastrutture e l’agroalimentare. Italia e Argentina vantano un profondo legame storico e culturale che auspichiamo possa proseguire per una rinnovata cooperazione in diversi ambiti», ha scritto su X la premier Meloni, postando una foto dell’incontro.

Giorgia Meloni e Javier Milei «ratificano la loro alleanza» nell’incontro che hanno avuto a Palazzo Chigi, durante il quale «hanno condiviso la loro visione ideologica sull’economia e la situazione globale». Lo scrive il sito Infobae, al termine della visita a Roma del presidente argentino, che ha incontrato il Papa e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, prima di essere ricevuto dalla premier, «con cui siamo d’accordo su molte cose», ha detto. In una dichiarazione con cui ha ricambiato i complimenti di Meloni, primo leader europeo a congratularsi dopo la vittoria al voto di novembre con Milei, che ha definito «una personalità affascinante». «Grande sintonia, come dimostrato dai sorrisi e dal linguaggio del corpo», sottolinea il quotidiano La Nacion, secondo cui il presidente argentino ha invitato Meloni a Buenos Aires, una visita che potrebbe avvenire in autunno. Nel corso dell’incontro, come era stato anticipato in una nota del governo argentino, si è parlato di come «approfondire i rapporti bilaterali» tra i due Paesi uniti da rapporti molti forti, propiziati da milioni di argentini di origine italiana, e di «sviluppare un’agenda di lavoro congiunta»

Il presidente argentino, intervistato da Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete4, ha usato parole durissime contro l’ideologia del comunismo. “Originariamente pensavo che il comunismo fosse un problema mentale. Perché il socialismo puro è stato sconfitto dalla teoria economica. Ho pensato prima che fosse un problema di indole, di carattere mentale. Ma, poi, mi sono reso conto che era qualcosa di molto peggio, che era una malattia dell’anima. Quando il socialismo è stato applicato bene, hanno assassinato più di 6 milioni di esseri umani“.

“Vi sono molti socialisti – ha aggiunto Milei –  che a lungo termine vogliono arrivare a questo. Sono comunisti vigliacchi. Ma, diciamolo in un altro modo. Guardi, una delle cose che abbiamo fatto, in questi 50 giorni, è stata di avviare e mettere in moto delle riforme strutturali. Di queste riforme, 350 sono state considerate urgenti e 650 sono state inserite in una legge, cioè la legge della libertà degli argentini di base. E questo è interessante, perché l’asse centrale di tutto ciò è che si riferisce a restituire il potere e la libertà agli argentini. E poi c’è un secondo punto, un altro punto: andare avanti verso strutture di mercato più competitive”.

Nel corso dell’intervista Milei ha anche spiegato il suo essere un “anarco-capitalista”: “Di fatto lo Stato è un’associazione criminale in cui un insieme di politici si mettono d’accordo e decidono di utilizzare il monopolio per rubare le risorse del settore privato, ma di fatto come diceva Oppenheimer, il metodo da usare nel mercato è l’investimento, il commercio, e il metodo dello Stato è invece appunto il rubare e quindi lo Stato non è soltanto l’associazione criminale più grande del mondo ma inoltre è il ladrone stazionario più grande del mondo”.

Javier Milei non è un populista e, anche se la sinistra internazionale lo vede come il fumo negli occhi, non è corretto neanche definirlo di destra. Lo spiega il politologo Alberto Mingardi, direttore dell’Istituto Bruno Leoni, demolendo la propaganda che ha attecchito anche in Italia e che tende a dipingere il presidente argentino come una minaccia, un personaggio imparentato sia con il grillismo che con il trumpismo: ‘Sicuramente Milei è totalmente eccentrico rispetto alle coordinate usuali della sinistra internazionale contemporanea e ha vinto le elezioni con un programma del tutto alternativo che forse non riuscirà a mettere in pratica ma che certo non può piacere ai progressisti. Alla sinistra non piace perché ha trasformato in parole d’ordine vincenti cose che i gruppi più attivi della sinistra aborrono:  privatizzazioni, denaro stabile, riduzione del debito e della spesa pubblica.  Milei  non è un nazionalista in economia e  vuole aprire l’economia argentina ai capitali stranieri’.

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