Dopo quasi vent’anni torna al Teatro Nazionale di Praga (Národní divadlo) la Jenůfa di Leoš Janáček e lo fa per sole due recite, un grande evento accolto con un tripudio di pubblico.
Riproposta in maniera celebrativa la sera dell’11 settembre proprio come nel 2005 quando fu eseguita per la prima volta al Teatro Nazionale, Jenůfa o per meglio dire Její pastorkyňa torna a regalare intense emozioni. La sera della prima la sfavillante sala ottocentesca è brulicante di spettatori attentissimi e partecipi, è il pubblico delle grandi occasioni.
Il regista Jiří Nekvasil parla dell’opera come un dramma sulla certezza, l’arroganza e l’amor proprio. La figura chiave non è Jenufa ma Kostelnička, un personaggio che di fronte alle avversità, sia personali che materiali, costruisce una posizione di incrollabile autorità morale e spirituale nella comunità del villaggio, vede infatti la sua più grande idealizzazione nella figliastra Jenůfa, per la quale desidera ciò che a lei il destino ha negato.
L’allestimento, seppur non fedele al libretto, ne mantiene l’autenticità, usa come metafora teatrale una realtà rurale con elementi del folklore. L’ambiente sociale chiuso tra le mura del mulino è una prigione per Jenůfa dalla quale però riuscirà ad evadere, il suo personaggio compie un percorso evolutivo permeato dal sentimento del perdono grazie a cui si affrancherà dall’oppressione.
La scena è integralmente di legno, un quadro tridimensionale di un mondo rurale antico, le pareti del mulino sono costellate di attrezzi agricoli, utensili della quotidianità di una campagna scomparsa. In un’atmosfera fissa nella quale il tempo è rimasto sospeso nessun cambiamento può e deve avvenire, l’ordine è retto da schemi sociali ben precisi che però lo sviluppo drammaturgico saprà scardinare portando alla risoluzione del dramma.
Sempre Jiří Nekvasil si interroga sul principio secondo il quale la morte possa portare ad un’altra vita. In questo caso addirittura un infanticidio: “Se vogliamo liberare noi stessi da questo mondo per fare un passo avanti occorre abbattere ciò che finora ha limitato spietatamente i nostri movimenti. La sicurezza di secoli diventa spazzatura inutile. L’amore non è più uno stupore inebriante e dolce. Il sentiero attraverso i campi disseminati di siepi porta forse alla speranza. E per questo, senza conoscere la nostra destinazione, vale la pena prenderlo”.
Sul podio il Maestro Robert Jindra dirige ponendo grande attenzione alle voci, il suono quindi è estremamente piacevole, misurato ed emozionante. Il linguaggio musicale di Janáček è innovativo, un assoluto sperimentatore che nell’orchestrazione inventa insolite combinazioni che si traspongono anche nei sentimenti dei personaggi. Quest’opera rappresenta un punto di svolta per il compositore moravo, è con Jenůfa che viene consacrato al grande pubblico dopo decenni di attività.
Nel cast spicca Karita Mattila che è Kostelnička, un ruolo interpretativamente difficilissimo che l’artista di origini finlandesi restituisce al meglio, riesce a trasportare e ad emozionare. Nei panni di Jenůfa c’è Kateřina Kněžíková, al debutto nel ruolo, la sua vocalità salda convince e incanta.
Laca è interpretato da Aleš Briscein, possiede un timbro di grande bellezza, mentre Števa è Peter Berger, per lui ottimo squillo. Yvona Škvárová regala momenti di commozione nei panni della vecchia donna. La grande voce di Zdeněk Plech emerge anche se relegata al piccolo ruolo del sindaco, nel complesso tutto il cast mostra grande credibilità scenica e vocale: Jiří Hájek (Stárek), Maria Kobielska (moglie del Sindaco), Stanislava Jirků (Pastuchyňa), Ekaterina Krovateva (Karolka), Marie Šimůnková (Jano), Magdaléna Hebousse (Barena), Romana Kajzlerová (Tekata), Josef Brozman (Muž).
Janáček porta nell’opera lirica la rappresentazione della realtà, il racconto viene percepito in maniera immediata ed è proprio quella verità che emoziona e commuove lasciando nello spettatore un’amarezza che lo porterà a riflettere anche dopo la chiusura del sipario.
JENŮFA (Její pastorkyňa)
Opera in tre atti di Leoš Janáček su libretto del compositore, tratto dal dramma omonimo di Gabriela Preissová
DIRETTORE: Robert Jindra
REGIA: Jiří Nekvasil
SCENE E COSTUMI: Daniel Dvořák | DRAMMATURGIA: Pavel Vaněk
PERSONAGGI E INTERPRETI: JENŮFA – Kateřina Kněžíková | KOSTELNIČKA – Karita Mattila | LACA – Aleš Briscein | ŠTEVA – Peter Berger | STAŘENKA – Yvona Škvárová | STÁREK – Jiří Hájek | SINDACO – Zdeněk Plech | MOGLIE DEL SINDACO – Maria Kobielska | PASTUCHYŇA – Stanislava Jirků | KAROLKA – Ekaterina Krovateva | JANO – Marie Šimůnková | BARENA – Magdaléna Hebousse | TEKTA – Romana Kajzlerová | MUŽ – Josef Brozman.
https://www.narodni-divadlo.cz/en
Loredana Margheriti