Gran Bretagna e Europa sotto choc il giorno dopo la morte della deputata Labour, Jo Cox, dopo essere stata aggredita per strada di un uomo. L’assassinio è un attacco alla democrazia, ha detto il segretario del Labour Jeremy Corbyn che si trova a Birstall, dove è avvenuto l’assassinio della parlamentare, da lui definito come ‘atto mosso dall’odio’. Dove vediamo l’intolleranza dobbiamo respingerla. Questi sono i valori che Jo Cox rappresentava, ha detto il premier britannico David Cameron, che ieri aveva commentato la notizia della morte della parlamentare giudicandola una tragedia. La regina Elisabetta, come ha annunciato Buckingham Palace, ha scritto in forma privata una lettera di condoglianze a Brendan Cox, marito di Jo Cox. Il presidente americano, Barack Obama, ha avuto una colloquio telefonico con Brendan Cox, il marito di Jo: ‘Il mondo è migliore grazie a Jo’, afferma Obama, sottolineando che non c’e’ giustificazione per un crimine così atroce, che ha sottratto alla famiglia, alla comunità e al paese una moglie, una mamma e un funzionario pubblico. Si concentra sulle connessioni con l’estrema destra la pista principale di indagini seguita dalla West Yorkshire Police nei confronti di Tommy Mair, l’uomo accusato di aver ucciso la deputata. Lo riferisce un comunicato della polizia, precisando che come secondo filone viene approfondito quello dei problemi mentali avuti dal presunto killer in passato e spuntano sospetti di un legame fra Mair e un gruppo suprematista bianco, visceralmente ostile all’Europa e simpatizzante del vecchio apartheid sudafricano. Il gruppo in questione si chiama ‘Springbok Club’ e Mair risulta citato nel database della rivista online che esso pubblica, la ‘Springbok Cyber Newsletter’, fin da 10 anni fa. La deputata laburista aveva ricevuto diversi messaggi di minacce ma, nonostante questo, la revisione delle misure di protezione per Jo Cox da parte della polizia era ancora in corso. Thomas Mair viene descritto dai vicini come un solitario e il movente dell’omicidio non è ancora noto, ma secondo i media, come dicevamo ieri, l’assassino avrebbe urlato ‘Britain first’. La Cox, filoeuropeista, non aveva mai smesso di elogiare la diversità e aveva sposato la causa dei rifugiati siriani. ‘Britain First’ non è solo uno slogan in onore di una nazione che si pretende diversa e superiore alle altre ma è anche un movimento politico di estrema destra, nato da una scissione dagli ultranazionalisti del Bnp per iniziativa di Paul Golding, vecchio militante unionista protestante dell’Ulster. Gli esponenti di ‘Britain First’ si oppongono all’Europa e invocano la Brexit come mezzo per sbarrare le frontiere agli immigrati, il loro principale nemico. Ancora peggio se musulmani. Già diverse volte sono scesi per le strade delle città inglesi per opporsi, anche con la violenza, a quella che chiamano la crescente islamizzazione della Gran Bretagna ed hanno lanciato provocatoriamente volantini con passi della Bibbia in alcune moschee. E quando un musulmano, come il laburista Sadiq Khan, è stato eletto il 5 maggio sindaco di Londra, proprio Golding, candidato giunto ottavo su 12 con un 1,2% di voti, non ha esitato a voltare platealmente le spalle al vincitore durante la cerimonia di proclamazione. È nel nord Inghilterra, fra le contee povere e disagiate di un territorio prostrato da decenni di deindustrializzazione, che sono d’altro canto cresciuti negli ultimi anni i movimenti più oltranzisti, formati da membri dell’ex National Front e da reduci del Bnp, di Edl o di altre sigle ultra’ analoghe, fino a trovare in ‘Britain First’ un approdo in grado di convogliare sacche di rabbia, frustrazione e xenofobia. Jo Cox era una ‘stella nascente’ del Labour, si legge sulla stampa britannica, e ‘star’ è anche l’appellativo con la quale l’ha ricordata il premier conservatore David Cameron. Si era schierata, astenendosi nel voto ai Comuni, a favore dell’intervento militare in Siria contro lo Stato Islamico in aperto disaccordo con il leader del partito Jeremy Corbyn, per proteggere la popolazione civile siriana dalla barbarie del Califfato e dagli attacchi indiscriminati delle forze governative di Damasco. La Cox nelle ultime settimane si era spesa molto nella campagna pro Ue ‘Remain’, per convincere i britannici a confermare l’adesione all’Unione Europea: ‘L’immigrazione è una preoccupazione legittima, ma non una buona ragione per lasciare la Ue’, aveva scritto in un tweet messo in evidenza nel suo profilo sul social network.
Cocis