Jobs Act e privacy dei lavoratori

Il consiglio dei ministri dovrà varare gli ultimi quattro decreti delegati del Jobs act che dovrà prevedere l’uso dei dati forniti dagli impianti audiovisivi e altri strumenti ai fini di controllo dei lavoratori.   Il testo iniziale del governo prevedeva l’utilizzo degli impianti audiovisivi ricondotto allo scopo esclusivo della salvaguardia del patrimonio aziendale e della sicurezza degli impianti. Per l’installazione era necessario l’accordo con il sindacato. La contraddizione  nasce dal fatto che a questo primo capoverso veniva collegato ad un’altra norma che prevedeva la possibilità di utilizzare dei dati raccolti anche ai fini delle normative sul rapporto di lavoro. Altro discorso è quello relativo agli strumenti forniti in dotazione al lavoratore per l’espletamento della sua attività (Pc, Ipad, smartphone e così via) e in quel caso deve essere confermata l’esigenza in linea con la garanzia della privacy di obbligo di informazione preventiva al lavoratore circa l’uso dei dati raccolti. ‘Eravamo già stati chiari nel testo che avevamo presentato a suo tempo e vogliamo essere assolutamente rispettosi delle regole sulla privacy’, ha spiegato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine del Meeting di Comunione e liberazione, rispondendo a coloro che gli chiedevano se il governo abbia definito esattamente la parte del Jobs act relativa ai controlli a distanza.  ‘Bene ha fatto il Governo a prendere tempo per il definitivo esame dei quattro decreti delegati in attuazione del jobs act. Le commissioni parlamentari di Camera e Senato hanno prodotto pareri per molti aspetti opposti e tocca ora al Consiglio dei ministri scegliere tra innovazione e conservazione. In particolare, il decreto sulle semplificazioni dovrebbe confermare la prima versione della disciplina sull’impiego delle tecnologie rimuovendo le anacronistiche diffidenze verso le videocamere e le conseguenti procedure. Così come vanno rimosse le complicazioni ipotizzate in materia di salute e sicurezza. Il governo dovrebbe anzi semplificare molti degli adempimenti relativi alla gestione del contratto di lavoro dimostrando coerenza con i reiterati impegni in materia di semplificazione. Ancora una volta insomma la materia del lavoro non è asettica e si impongono scelte coraggiose se vogliano favorire i nuovi impieghi’, scrive  Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato.

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