FCA and Exor Chairman John Elkann During the shareholders' meeting in Turin, 29 May 2015. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

John Elkann tra calo di ricavi per Stellantis e audizione mancata al Parlamento

Per John Elkann, come noto, niente audizione davanti alle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato. Un rifiuto, quello del presidente di Stellantis, stigmatizzato dal premier Giorgia Meloni: «Avrei evitato questa mancanza di rispetto per il Parlamento. Quella del premier è una replica durissima che raffredda ancor di più i rapporti del governo con Stellantis e i suoi vertici.

«John Elkann non ha detto solo di no – attacca Giorgia Meloni, ospite di Porta a Porta – perché aspetto il tavolo del governo. Temo che a Elkann sfuggano i fondamentali della Repubblica italiana. Noi abbiamo fatto diversi tavoli con Stellantis, ma non hanno portato agli accordi di sviluppo. Quando il governo mette dei soldi, sono soldi degli italiani, che si possono spendere se questi ultimi ne traggono beneficio. Il 70% delle risorse per gli incentivi sono servite a comprare auto non prodotte in Italia, anche questa e una riflessione da fare, fermo restando che dovrebbe andare ad ascoltare quello che il Parlamento ha da chiedergli». Risposta, questa, alla precisazione di Elkann al presidente della Camera: «In questi decenni gli stipendi, gli oneri fiscali e previdenziali versati, la bilancia commerciale, gli investimenti fatti e le competenze che abbiamo formato, hanno superato di gran lunga i contributi ricevuti in Italia. E lo rivendichiamo con orgoglio visto che Stellantis, dalla nascita nel 2021, ha investito 2 miliardi l’anno. E con quello in corso siamo a 6 miliardi».

Elkann aveva spiegato il suo no, visto che a informare della situazione e dei piani di Stellantis era già stato, l’11 ottobre, l’ad Carlos Tavares, peraltro bersaglio di critiche da parte dei deputati in aula. Una giustificazione, quella di Elkann, che ha irritato non poco il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e considerata come un modo per non esporsi in prima persona, vista la situazione generale di difficoltà del gruppo automobilistico.

«Tavares è pro tempore, Elkann è invece presidente e azionista di Stellantis: una differenza sostanziale», il punto di vista di Gusmeroli, il quale ha sottolineato, nella lettera al presidente di Stellantis, la necessità «di un dialogo franco e rispettoso» con l’istituzione. Frase resa ancora più incisiva ieri sera dal premier Meloni.

Il Parlamento intende conoscere nel concreto quale piano ha Stellantis, in merito soprattutto alla continuità produttiva e al mantenimento dei posti di lavoro in Italia. «E il raggiungimento di questi obiettivi – scrive Gusmeroli – non può prescindere da una continuativa e sinergica interlocuzione tra impresa e istituzioni pubbliche, improntata al benessere di tutta la collettività». Il ministro Urso ha intanto convocato il tavolo Stellantis il prossimo 14 novembre. Con l’azienda, ci saranno i sindacati, i rappresentanti delle Regioni che ospitano gli stabilimenti e l’Anfia (filiera italiana).

Nel terzo trimestre Stellantis ha visto calare del 27% i ricavi, a 33 miliardi di euro, principalmente a causa di un calo delle consegne e di un mix sfavorevole, nonche’ dell’impatto dei prezzi e dei cambi. Le consegne consolidate, come era stato anticipato il 16 ottobre, sono state pari a 1,148 milioni di unita’, in calo di 279.000 unita’, ovvero del 20% rispetto all’anno precedente. Come ha fatto sapere la societa’, “il terzo trimestre e’ stato caratterizzato da vuoti di produzione in diversi modelli a causa dell’inizio della transizione dei prodotti a livello globale, da riduzioni delle scorte nordamericane pianificate e da venti contrari dovuti al difficile contesto del mercato europeo”. Stellantis ha confermato che, per quanto riguarda i prodotti, la societa’ prodotti rimane in linea con il piano di consegnare circa 20 nuovi modelli nel 2024. La societa’ ha fatto sapere che il programma di riacquisto di azioni per 3 miliardi e’ stato completato a ottobre (di cui 0,9 miliardi nel terzo trimestre), restituendo agli azionisti un totale di 7,7 miliardi nel 2024. Detto questo, “una politica di capitale coerente sosterra’ la calibrazione dei dividendi e dei buyback all’inizio del 2025″. La societa’ ha confermato le guidance 2024, che erano state tagliate a fine settembre: il margine operativo adjusted e’ atteso tra il 5,5% e il 7% per l’intero 2024 (in precedenza era indicato ‘double digit”) e il free cash flow industriale e’ atteso in un range tra -5 e -10 miliardi di euro (in precedenza era “positivo”).

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