Jonathan Burrows e Matteo Fargion, tra danza e musica, il 3 e 4 luglio al Teatro India di Roma

7 GIUGNO | 11 NOVEMBRE 2018 Argentina | India | Torlonia | Angelo Mai

G R A N D I  P I A N U R E

a cura di Michele di Stefano

La vetrina sulla coreografia contemporanea G R A N D I  P I A N U R E si sposta al Teatro India

 con due proposte firmate dal coreografo inglese Jonathan Burrows e dal compositore Matteo Fargion:

BOTH SITTING DUET/BODY NOT FIT FOR PURPOSE / martedì 3 luglio

composizione musicale per il corpo su partitura di For John Cage di Morton Feldman

SPEAKING DANCE / mercoledì 4 luglio
viaggio nel rapporto tra musica e danza, e sui confini tra i due mondi

Proseguono gli appuntamenti che il Teatro di Roma dedica alla coreografia contemporanea con GRANDI PIANURE, vetrina sugli spazi sconfinati della danza curata da Michele Di Stefano, che dall’Angelo Mai si sposta al Teatro India, martedì 3 e mercoledì 4 luglio, con due proposte firmate dal coreografo inglese Jonathan Burrows e dal compositore Matteo Fargion, artisti internazionali che ritornano a Roma dopo vent’anni di assenza con una serie di duetti in cui mescolano la formalità della composizione musicale classica con un approccio aperto e anarchico alle prestazioni e al pubblico.

Primo appuntamento martedì 3 luglio (ore 21) con Both Sitting Duet/Body Not Fit For Purpose, due suggestive performance in equilibrio tra ritmo, suono e movimento. Si inizia con Both Sitting Duet, composizione per mani e braccia, un lavoro che esplora quella zona interstiziale, estremamente affascinante, a cavallo tra musica e coreografia. Seduti l’uno accanto all’altro su due sedie, Burrows e Fargion interpretano con precisione e in assoluta concentrazione una composizione musicale per il corpo, leggendone la partitura, basata sul pezzo For John Cage di Morton Feldman. Per 45 minuti i due eseguono un contrappunto ritmico che riflette la relazione di lunga durata tra i due performer. Ciascuno ha scritto delle istruzioni per il movimento nel proprio linguaggio: lo spartito di Fargion è con le note, quello di Burrows con numeri. Anche se in realtà non c’è musica, il pezzo viene eseguito in silenzio. In perfetto unisono, le mani volteggiano nell’aria e si intersecano nello spazio, le dita si muovono su torace, braccia e gambe, le spalle ruotano avanti e indietro. Ogni dettaglio, ogni fibra del corpo, ogni occhiata o sorriso schivo, sino allo scricchiolio delle sedie, è essenziale per la performance. Nel suo dialogare tra ritmo, suono e gesto, Both Sitting Duet è una coreografia semplice e straordinaria che parte dalla vita di tutti i giorni dando rilievo anche all’insignificante.

Segue Body Not Fit For Purpose, il primo lavoro apertamente politico del duo, creato per la Biennale Danza di Venezia nel 2014, che esprime il legame tra significato e azione, sollevando dubbi e interrogativi in mezzo alle risate. Tutto ruota intorno all’inadeguatezza di un corpo che danza nell’esprimere le preoccupazioni e, allo stesso tempo, la radicalità intrinseca del tentativo.

Mercoledì 4 luglio (ore 21) è la volta di Speaking Dance, performance in cui Burrows e Fargion continuano l’indagine sul modo in cui viene percepito il rapporto tra musica e danza, e sui confini – fragili ma permeabili – tra i due mondi. Come è tipico del loro stile, i due artisti ci pongono davanti a delle meditazioni formali, ma cariche di humor, sulla natura della comunicazione e sul rapporto tra performer e pubblico. Una meditazione formale ma umoristica sulla natura della comunicazione e il rapporto con l’altro.

Tra musicalità, gesto e parola ritmica, le performance coniugano rigore intellettuale e inaspettato umorismo, affondando le radici nella passione condivisa dei due performer per la musica classica, che associano con un approccio performativo aperto alla relazione col pubblico, anarchico e gioioso.

GRANDI PIANURE riprende la programmazione dal 9 settembre all’11 novembre, al Teatro Argentina con uno dei protagonisti indiscussi della scena contemporanea, Jerome Bel, con Gala, un vero e proprio evento che coinvolge artisti e pubblico, già a partire dal processo della sua costruzione scenica, una coproduzione Short Theatre, Grandi Pianure, Teatro di Roma. L’8 novembre il Teatro India ospita il fortunatissimo iFeel2, spettacolo più celebre del coreografo italo-tedesco Marco Berrettini, una disputa filosofica in forma di battaglia danzata. Chiude la rassegna l’11 novembre al Teatro Argentina V N Serenade di Cristina Kristal Rizzo, già fondatrice di Kinkaleri e qui ospite nella sua più recente veste di coreografa per questa produzione che, attraverso due opere di Schonberg e Cajikovski, affronta il rapporto tra danza e composizione musicale.

Jonathan Burrows, coreografo e performer inglese, inizia la carriera nel Royal Ballet di Londra con cui danza per 13 anni, per poi fondare nel 1988 la propria compagnia. Oltre le collaborazioni con Jan Ritsema e Chrysa Parkinson, dal 1989 collabora stabilmente col musicista, compositore e performer Matteo Fargion. A partire da quell’anno la loro produzione di duetti continua ad essere presentata in tutto il mondo, incluse le recenti retrospettive a Lisbona, Porto, Philadelphia, e Bologna (Hysterical Furniture). Per tutto il 2016 Burrows, Fargion e il fotografo Hugo Glendinning sono stati impegnati nel progetto online lungo un anno 52 Portraits, lanciando ogni lunedì un ritratto gestuale di un danzatore. Tra le altre creazioni recenti: il duo Body Not Fit For Purpose, commissionato dalla Biennale Danza di Venezia, e una nuova installazione sulla volatilità della danza e la sue tracce nella mostra dell’archivio Derra De Moroda Dance Archive al Museum Der Moderne Salzburg. Il loro lavoro, tra musicalità, gesto e parola ritmica, coniuga rigore intellettuale e inaspettato umorismo, e affonda le radici nella passione condivisa per la musica classica, che i due artisti fanno collidere con un approccio performativo aperto alla relazione col pubblico, anarchico e gioioso. Tra le collaborazioni più prestigiose di Jonathan Burrows: Sylvie Guillem, William Forsythe e il Ballet Frankfurt, e il National Theatre di Londra. E’ stato artista associato al Kunstencentrum Vooruit di Gent in Belgio, al South Bank Centre di Londra e Kaaitheater Brussels. Ha insegnato a P.A.R.T.S. Brussels e nelle università di Berlino, Gent, Giessen, Amburgo e Londra. Nel 2010 ha pubblicato il libro A Choreographer’s Handbook (Routledge Publishing). Attualmente è Senior Research Fellow al Centre for Dance Research, Coventry University.

Matteo Fargion è musicista, compositore e performer di origine italiane a Londra. Ha studiato composizione con Kevin Volans all’ Università di Natal in SudAfrica, poi con Howard Skempton a Londra. Ha incontrato nel 1988 il coreografo e performer inglese Jonathan Burrows, e da allora ha composto la musica di molti dei suoi lavori tra cui Dull Morning, Stoics, Very, Our, Hands, Stop Quartet (con Kevin Volans) e Things I Don’t Know. In seguito la relazione si stabilizza nel duo Burrows/Fargion con la produzione di una dozzina di duetti che continua ad essere presentata in tutto il mondo, incluse le recenti retrospettive a Lisbona, Porto, Philadelphia, e Bologna (Hysterical Furniture). Il lavoro di Burrows e Fargion, tra musicalità, gesto e parola ritmica, coniuga rigore intellettuale e inaspettato umorismo, e affonda le radici nella passione condivisa per la musica classica, che i due artisti fanno collidere con un approccio performativo aperto alla relazione col pubblico, anarchico e gioioso. Per tutto il 2016 sono stati impegnati nel progetto online lungo un anno 52 Portraits, lanciando ogni lunedì un ritratto gestuale di un danzatore. Fargion ha composto anche per il teatro, principalmente in Germania, per Schaubühne di Berlino, Theaterhaus di Stoccarda, Residenz Theater di Monaco, e tiene seminari di composizione al PARTS di Brussels.

TEATRO DI ROMA _ Teatro India_ Lungotevere Vittorio Gassman (già Lungotevere dei Papareschi), Roma

Biglietteria: 06.684.000.311/314 www.teatrodiroma.net

Biglietti Teatro Argentina: intero 20 euro _ ridotto 15 euro

Card Danza Libertina Card 72 euro x 6 ingressi

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