Julio Cesar fa gioire il Brasile, rimpianti per il Cile

Il Brasile fa festa e vola ai quarti di finale ma il calcio è stato beffardo, troppo beffardo per un Cile epico, gladiatorio che, nonostante la sconfitta, si prende la scena. Una partita giocata a viso aperto contro la grande favorita dei Mondiali e un sogno che si infrange su due legni, beffardi, atroci. Il primo lo colpisce Mauricio Pinilla al 120′, all’ultimo minuto del secondo tempo supplementare, con un tiro che poteva valere i quarti e che invece quasi spacca la traversa. L’altro lo colpisce Jara nel quinto e decisivo rigore che spedisce il Brasile ai quarti grazie a Julio Cesar. Uno che ha subito l’umiliazione di fare panchina al Queens Park Rangers, uno che pur di guadagnarsi il Mondiale è andato a giocare a Toronto, alla periferia del mondo calcistico. Uno che, però, con l’Inter aveva vinto tutto da protagonista e che, nonostante l’ “esilio” calcistico, non ha mai perso la sua immensa classe tra i pali. È lui l’eroe di questa sfida per i due rigori parati e per la parata decisiva su Aranguiz a metà della ripresa che poteva cambiare la storia di una partita in cui il Brasile ha fatto logicamente qualcosa in più ma che il Cile avrebbe strameritato per essersela giocata a viso aperto, per averci creduto sempre, per aver sempre proposto il suo calcio tutto grinta, corsa, rapidità, ma anche classe. Quella di Sanchez, Vargas, Vidal, Aranguiz. Il Cile esce tra le lacrime ma a testa altissima. Ma il calcio non ammette due vincitori e oggi a far festa, nel modo più sofferto possibile, è il Brasile al termine di una partita vibrante, per cuori forti. Una partita maschia sin da subito con contrasti duri e proteste. Non è un caso che a dirigere questa partita sia stato chiamato quello che da molti è indicato come il miglior arbitro al mondo e cioè Howard Webb che, ancor di più dopo questo arbitraggio, si candida a dirigere l’atto finale del Mundial. Il poliziotto inglese tra il 10′ e il 12′ lascia correre due situazioni dubbie in area. Da una parte è Edu Vargas ad andare giù, dall’altra parte Hulk. Contatto molto dubbio e rigore che ci poteva anche stare per il Brasile per danno procurato anche se il contatto non sembra voluto. Ed ancora si rende protagonista di una grande chiamata al 54′ quando il Mineirao fa festa per il gol di Hulk mentre Webb ha visto un fallo di mano quasi impercettibile ma che c’è. Che non sarebbe stata una sfida facile Scolari lo sapeva già ma al 18′ tutto sembrava mettersi per il meglio per i brasiliani con David Luiz in gol sugli sviluppi di un calcio d’angolo di Neymar spizzato da Thiago Silva. Situazione ideale per il Brasile che, trovato il vantaggio, gode di spazi maggiori per le ripartenze dei suoi ma i “pentacampeon” si fanno del male da soli al 32′ con Hulk che la combina grossa su una rimessa laterale facendosi rubare palla da Edu Vargas che di prima intenzione serve Alexis Sanchez che dal cuore dell’area non lascia scampo a Julio Cesar per il pareggio della Roja. Il Brasile non ci sta, come un leone ferito reagisce immediatamente con un colpo di testa di Neymar che sembra vincente ma la deviazione di Silva è decisiva e la palla esce per pochissimi centimetri. E sempre l’attaccante del Barcellona crea scompiglio in area ma sul più bello non calcia, però la palla arriva a Fred che spreca clamorosamente. Il Brasile vuole chiudere il primo tempo in vantaggio e continua a premere andando vicino al gol con il destro da fuori di Dani Alves alzato in angolo da Claudio  Bravo e con Fred che in due occasioni non colpisce bene da buona posizione. Ma il Cile ha un’occasione colossale con Aranguiz che, imbeccato dal solito Sanchez, davanti a Julio Cesar si vede ribattere il tiro dall’intervento provvidenziale in scivolata di David Luiz. Nella ripresa il copione non cambia, pronti – via e Fernandinho dal limite mette paura a Bravo. Detto del gol annullato a Hulk, il Brasile ringrazia Julio Cesar quando al 64′ vola a disinnescare la conclusione di Aranguiz liberato al tiro dopo una magistrale azione orchestrata da Vidal e Isla. Destro secco e potente di Aranguiz ma il riflesso di quello che a Milano era chiamato l’ “Acchiappasogni” è tanto spettacolare quanto decisivo. Scolari cambia un impreciso Fred con Jo ma la sostanza non cambia perché anche il nuovo entrato spreca una grande occasione non trovando l’impatto col pallone sull’assist al bacio di Hulk. Manca un quarto d’ora e la pressione dei ragazzi di Felipao comincia ad aumentare nel tentativo di evitare i supplementari ma prima Neymar e poi Hulk vanno a sbattere su Claudio Bravo. Si va ai supplementari e le occasioni latitano perché domina la paura di subire gol e salutare il Mondiale dei Mondiali. Ma all’ultimo secondo il Mineirao trema, rimane senza fiato e si ammutolisce sul destro di Pinilla che però spacca la traversa. Sarebbe stato un gol che avrebbe fatto la storia, un gol che, dopo il Maracana nel 1952, avrebbe fatto passare alla storia del calcio brasiliano e mondiale anche il Mineirao di Belo Horizonte. Ma gli dei del calcio oggi sono stati col Brasile che ai rigori trova un Julio Cesar da urlo che para i rigori dello stesso Pinilla e di Sanchez. E, dopo gli errori brasiliani, dove non arriva Julione ci pensa il palo che respinge il rigore di Jara e spezza il sogno di gloria e di scrivere la storia di Sampaoli e del suo Cile, un Cile meraviglioso. Ma Julio Cesar, l’ “Acchiappasogni” tiene vivo il sogno brasiliano e se questo deve essere il Mondiale del Brasile forse stasera gli dei del calcio hanno lanciato un segno.

Sebastiano Borzellino

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