Kaiser Merkel. Provocazione o tentativo di iniziare un percorso teso a limitare la sovranità dei singoli stati dell’Unione?

Il vertice concluso a Bruxelles lo scorso fine settimana probabilmente sarà ricordato come quello di un duro scontro tra la Germania di Angela Merkel e la Francia di Hollande, circa la proposta da parte tedesca di istituire un super commissario che controlli ( in caso di necessità ponga il suo veto) i bilanci dei singoli stati membri, a cui si opposto Hollande e con lui il nostro Premier Mario Monti. Non è la prima volta che i due maggiori leader dell’unione si confrontano sul tema della sovranità dei singoli Stati sulle politiche di bilancio, messa spesso in discussione dai tedeschi in nome del rigore finanziario e difesa dai francesi. Ma questa volta il confronto è stato duro perché si è incentrato su di un punto fondamentale: come conciliare la sovranità democratica degli stati dell’unione con la responsabilità che hanno nei confronti di un’autorità tecnica, imposta dalla moneta comune? E’ evidente che questa latente contraddizione di carattere istituzionale e politica ha portato al rallentamento del processo di attuazione del federalismo degli stati dell’Unione. La proposta tedesca così come formulata andava respinta ab origine, perchè al di là di qualsiasi valutazione sull’efficacia della stessa, andrebbe ad incidere negativamente sulla sovranità democratica, spogliando ancora di più il Parlamento europeo di qualsiasi potere decisionale, nonostante esso sia espressione della volontà dei cittadini dell’Unione europea, per non parlare poi di tutte quelle decisioni che già oggi vengono presi da organi tecnici senza il consenso della volontà popolare. Per superare questo gap politico-istituzionale, occorre fare un salto di qualità che potrà essere il risultato di un sapiente processo costituente che abbia come obiettivo finale un Parlamento ed un Governo federale accanto alla Banca centrale che già esiste, che insieme legiferino e governino, tenendo conto delle istanze dei singoli Stati di cui, inevitabilmente e necessariamente, devono essere espressione. Ma tale processo non può passare attraverso la Merkel o Hollande che ciascuno, in questo preciso momento storico, sono presi da altri interessi, che non sono certamente quelli di cui si dovrebbe discutere. Infatti la Merkel per fine elettorali, per guadagnarsi il consenso popolare continua a parlare di rigore e le sue proposte sono indirizzate sempre da questo “principio”; Hollande da parte sua si pone in contrapposizione, cercando così di darsi l’immagine del rinnovatore agli occhi dei Francesi e degli altri cittadini europei,ma non è così. Il suo scopo principale è quello di ostacolare i tedeschi, non per il bene comune, ma per cercare di coprire il più possibile i debiti dello Stato che Presiede e di cui la Germania non ne può fare a meno. Questo è quello che appare. Quindi il modello europeo dovranno costruirselo gli europei attraverso una vera e propria missione politica che non può più essere delegata a tecnici che rispondono solo agli interessi economici e finanziari di gruppi, il cui interesse è quello di continuare ad accumulare ricchezze attraverso lo sfruttamento finanziario e fiscale dei singoli stati attraverso un processo lento e costante di depauperamento della loro sovranità democratica.

 

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