La campagna acquisti di Donald Trump incassa l’affiliazione di Robert F. Kennedy Jr, che annuncia la “sospensione” dalla corsa per la Casa Bianca concedendo l’endorsement al tycoon. La sua scelta potrebbe spostare consensi alla corte del 45 esimo presidente degli Stati Uniti. I sondaggi accreditano a Rfk Jr un 4-5%, ma anche la metà potrebbe fare la differenza in una corsa serrata, soprattutto negli Stati in bilico. E rappresenta un’iniezione di fiducia per l’ex presidente ancora spiazzato dalla discesa in campo dell’attuale vicepresidente dopo il passo indietro di Joe Biden.
Rfk Jr – figlio 70 enne di Bob Kennedy e nipote di Jfk – ha presentato la documentazione per ritirarsi dalle schede del voto presidenziale nello stato in bilico dell’Arizona, poi – secondo quanto riportato dalla Cnn – ha interrotto la battaglia legale per vedere il suo nome sulle schede elettorali dello Stato della Pennsylvania. L’ultimo atto da candidato è stata infine la conferenza stampa a Phoenix in cui ha annunciato di sospendere la campagna e ritirare il suo nome da dieci Stati, rimanendo sulle schede in altri. Kennedy ha inoltre concesso l’endorsement a Trump, forse con l’ambizione di incassare una poltrona nella sua amministrazione, se dovesse vincere (tra le ipotesi quella di segretario alla Salute, nonostante sia un cospirazionista no vax). «La democrazia Usa è poco più che uno slogan», ha tuonato Rfk Jr criticando il partito democratico, il metodo di nomina di Harris e il fatto che la candidata non abbia ancora rilasciato un’intervista alla stampa. E poi ha attaccato: «Con lei andiamo verso la Terza guerra mondiale».
«La decisione di nostro fratello Bobby di sostenere Trump oggi è un tradimento dei valori che nostro padre e la nostra famiglia hanno più cari. È la triste conclusione di una triste storia», recita una nota comune di cinque dei fratelli di Rfk Jr (Kathleen, Courtney, Kerry, Chris e Rory).
Prima apparizione insieme per Donald Trump e il candidato indipendente Robert Kennedy jr, dopo che quest’ultimo ha annunciato la sospensione della sua campagna uscendo dalla corsa negli Stati in bilico e dando il suo endorsement a Donald Trump.
“Bobby ed io combatteremo insieme per sconfiggere l’establishment politico corrotto”, ha detto Donald Trump annunciando che, se vincerà, istituirà una commissione presidenziale indipendente sui tentativi di assassinio, che avrà il compito di pubblicare i restanti documenti classificati relativi all’omicidio di John F. Kennedy. Una mossa “in onore di Bobby”, ha spiegato, riferendosi a Robert Kennedy, nipote di Jfk, sul palco accanto a lui. La commissione, ha aggiunto, condurrà anche un rigoroso esame dell’attacco da lui subito il 13 luglio in Pennsylvania.
Accolto da calorosi applausi dei fan di Trump al comizio, Robert Kennedy jr ha riconosciuto le differenze ideologiche con il candidato repubblicano alla presidenza, ma ha detto che i loro valori si sovrappongono nell’ “avere cibo sicuro e porre fine all’epidemia di malattie croniche”. “Non volete che le sostanze chimiche siano eliminate dal nostro cibo?” ha detto Kennedy alla folla. “Non volete un presidente che ci faccia uscire dalle guerre e ricostruisca la classe media?”, ha aggiunto.
Rfk ha spiegato che intende rimuovere il suo nome dalle schede in 10 stati in bilico (già fatto in Arizona e Pennsylvania), per non fare da ‘spoiler’, e ha incoraggiato a votarlo negli altri in cui resta in corsa. Ma ha scelto di appoggiare il tycoon per alcune battaglie in comune, come la liberta’ di espressione, la fine della guerra in Ucraina e “ai nostri bambini” (per malattie e malnutrizione).
Voltando ormai da tempo le spalle ai dem, “diventati il partito della guerra, della censura, della corruzione, di Big Pharma, della grande tecnologia… e dei grandi soldi”. “È una cosa grandiosa. È una persona eccezionale, rispettato da tutti”, ha commentato l’ex presidente durante un comizio a Las Vegas, Nevada.
I sondaggi accreditano all’avvocato ambientalista solo un 4%-5%, ma anche la metà circa, considerando che una parte è tornata all’ovile dem con Harris, potrebbe fare la differenza in una corsa serrata, soprattutto negli Stati in bilico. Rfk completa così la sua bizzarra parabola elettorale, dopo aver sfidato Joe Biden alle primarie prima da democratico e poi da indipendente, diventando la pecora nera di una blasonata dinastia politica schierata interamente con il presidente. Ed ora con la sua vice ed erede Kamala Harris. La svolta era nell’aria da giorni, anticipata dai media americani e maturata nell’evento a Phoenix, Arizona, in cui Kennedy Jr parla alla nazione del futuro della sua campagna. Poche ore prima di un comizio alla periferia della stessa città di Donald Trump con un misterioso “special guest”.
“Sarei onorato di avere il suo appoggio”, aveva confessato nei giorni scorsi il tycoon, dicendosi pronto a valutare un incarico di governo per Rfk (come pure per Elon Musk). Kennedy jr aveva tentato di contattare anche la campagna di Harris, che però ha respinto la sua richiesta di un incontro definendolo “un candidato marginale finanziato dal movimento Maga”. “Vinceremo lo stesso”, assicura lo staff, non dimenticando però la minaccia di un candidato terzo che storicamente ha sempre penalizzato i dem, come nel caso dell’attivista Ralph Nader che affondò Al Gore.
Per questo Kennedy ne corteggia gli elettori: “Se si sentissero delusi, se stessero cercando una nuova via da seguire, se stessero cercando qualcuno che combattesse davvero per i loro interessi, i loro valori, o se stessero cercando qualcuno che capisse le decisioni personali che prendono nelle loro vite, allora c’è una casa per loro nella campagna di Kamala Harris”.
Secondo la Cnn, il candidato indipendente alla presidenza ed erede della dinastia democratica ha chiesto, come detto, in un atto depositato in un tribunale della Pennsylvania di essere rimosso dalle schede elettorali nello Stato “come risultato dell’endorsement odierno” nei confronti dell’ex presidente Donald Trump.