La sorella più piccola del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, Kim Yo-jong, ha invitato il presidente sudcoreano Moon Jae-in ad andare a Pyongyang, la capitale della Corea del Nord, e incontrare personalmente Kim Jong-un. L’invito è stato fatto durante un incontro tra Kim Yo-jong, che in questi giorni si trova in Corea del Sud come partecipante alla delegazione nordcoreana alle Olimpiadi invernali, e il presidente sudcoreano Moon. La Corea del Sud ha accettato l’invito.
Anna Fifield, giornalista del Washington Post, ha twittato una nota scritta che Kim Yo-jong ha portato con sé durante la sua visita all’ufficio di presidenza sudcoreano. Dice: ‘Spero che Pyongyang e Seul diventino più vicine nei cuori dei coreani e che possano portare unificazione e prosperità nel prossimo futuro’.
In queste ore analisti ed esperti stanno scrivendo che l’incontro fra i due leader sarebbe un evento storico, che potrebbe contribuire a diminuire la tensione tra le due Coree – formalmente ancora in guerra, visto che nel 1953 si firmò solo un armistizio – e ad avviare dei veri negoziati di pace. Non è chiaro comunque quanto siano serie le intenzioni della Corea del Nord: alcuni, per esempio, sostengono che l’atteggiamento apparentemente conciliante delle ultime settimane sia una mossa per spingere la Corea del Sud ad allontanarsi dalla sua alleanza con gli Stati Uniti.
La questione, che non si è ancora chiusa, ha fatto arrabbiare molto i conservatori in Corea del Sud, i meno flessibili quando si parla di un riavvicinamento con la Corea del Nord. Negli ultimi giorni il governo sudcoreano, ma anche gli organizzatori delle Olimpiadi, hanno dovuto trovare delle soluzioni per aggirare in maniera legale le sanzioni internazionali imposte alle Corea del Nord, stabilendo eccezioni su eccezioni e tirando in ballo anche il Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Uno dei problemi è stato il divieto imposto dall’Onu di vendere e trasferire beni di lusso alla Corea del Nord. Prima che la Corea del Nord proponesse di mandare alcuni suoi atleti a partecipare alle Olimpiadi, Samsung, la nota azienda sudcoreana che produce prodotti elettronici, era stata ingaggiata come uno degli sponsor dell’evento e aveva detto che avrebbe donato 4mila smartphone Galaxy Note 8 agli atleti e ad altri funzionari stranieri presenti ai Giochi. E da qui la domanda: questi smartphone da poco meno di mille euro ciascuno sono da considerarsi beni di lusso? E poi: possono essere considerati materiali ‘dual use’, ovvero che possono trovare applicazione sia per scopi civili che militari? Quindi: consegnarli agli atleti nordcoreani sarebbe una violazione delle sanzioni dell’Onu?
Alcuni organizzatori delle Olimpiadi hanno proposto che gli smartphone vengano usati dagli atleti nordcoreani solo durante la loro permanenza a Pyeongchang, dove si stanno tenendo i Giochi, e che poi vengano restituiti. Secondo altri, comunque, il problema sarà risolto dagli stessi nordcoreani: difficile che i rappresentanti del governo che fanno parte della delegazione olimpica nordcoreana accettino di far usare ai loro atleti degli smartphone con accesso illimitato a Internet, severamente proibito in Corea del Nord, uno dei posti più chiusi al mondo.
Un’altra questione ha riguardato il materiale di cui sono fatte le mazze per giocare a hockey su ghiaccio. Lo scorso anno, ha raccontato il New York Times, la squadra nordcoreana di hockey si presentò a un torneo internazionale a Auckland, in Nuova Zelanda, con mazze fatte di legno e un po’ malconce. Gli organizzatori del torneo diedero agli atleti delle mazze in fibra di carbonio ad alta tecnologia da usare durante le partite del torneo, ma dissero loro che avrebbero dovuto restituirle a gare finite, perché nel divieto di trasferire beni di lusso in Corea del Nord sono incluse specificatamente ‘attrezzature sportive per il tempo libero’.
La visita di Kim Yo-jong in Corea del Sud rimane assolutamente storica: è la prima volta che un membro della famiglia Kim ha messo piede in territorio sudcoreano dopo la separazione del paese. Ieri era successa un’altra cosa molto importante: durante la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali, Kim Yo-jong aveva stretto la mano al presidente sudcoreano e la foto del momento aveva fatto il giro del mondo.
Kim Yo-jong, sorella del leader Kim Jong-un, ha espresso l’auspicio di relazioni intercoreane più strette nel messaggio scritto sul libro degli ospiti importanti della Blue House, sede della presidenza sudcoreana visitata oggi con la delegazione del Nord per l’incontro avuto col presidente Moon Jae-in. Kim, presentata come ìinviato speciale’ del fratello e leader nordcoreano Kim Jong-un, ha scritto di aspettarsi che Pyongyang e Seul si avvicinino nei cuori della nostra gente coreana e il futuro dell’unificazione e della prosperità potranno avanzare.
Analoghi segnali distensivi c’erano stati già in precedenza, quando la stessa Kim Yo-Jong aveva invitato il presidente sudcoreano Moon Jae-in a visitare Pyongyang. L’invito era stato fatto in forma orale da Kim Yo-Jong per conto di suo fratello durante l’incontro di tre ore circa avuto dalla delegazione del Nord alla Blue House, la sede della presidenza di Seul, e quella sudcoreana guida dal presidente Moon Jae-in.
Moon Jae-in ha sollecitato il Nord a un impegno attivo alla ripresa del dialogo con gli Usa, secondo quanto riferisce la presidenza di Seul, in merito all’incontro avuto alla Blue House con la delegazione del Nord.
Moon Jae-in andrà oggi a Gangneung, che ospita le specialità su ghiaccio vicino a PyeongChang, per assistere alle prove preliminari di short track dove gareggiano gli atleti delle due Coree. Moon sarà poi raggiunto da Kim Yong-nam, Capo dello Stato de facto e della delegazione del Nord, per sostenere la squadra unificata di hockey femminile della Corea unificata nella partita d’esordio. Lo dice l’Ufficio presidenziale di Seul, senza precisare se ci sarà anche Kim Yo-Jong.
Cocis