Klaus Davi intervista Claudio Scajola, oggi sindaco di Imperia: ‘Striano? Non ci ho mai parlato. Il mio processo è nato sul nulla’

Claudio Scajola  è il terzo membro della famiglia Scajola a ricoprire il ruolo di vice presidente di Anci. Politico e dirigente pubblico italiano, più volte ministro della Repubblica, sindaco della Città di Imperia, rieletto il 17 maggio 2023 per il quarto mandato non consecutivo. Nel 1983 viene arrestato su disposizione del procuratore di Milano, Piercamillo Davigo, con l’accusa di tentata concussione aggravata, in relazione ad un incontro segreto a Martigny, in Svizzera, con l’allora sindaco di Sanremo, Osvaldo Vento, e il contendente al Casinò, il conte Giorgio Borletti. Viene poi  prosciolto da tutte le accuse, ritenuto estraneo ai fatti. Scajola trascorre 71 giorni in carcere, a San Vittore, prima di ottenere la libertà provvisoria, che rimane in vigore fino alla sentenza definitiva. Nel 1995  Scajola aderisce a Forza Italia, ottenendo inizialmente l’incarico di coordinatore provinciale.  Nel 1996 Berlusconi nomina Claudio Scajola coordinatore organizzativo di Forza Italia e gli affida il compito di elaborare lo statuto del partito, approvato nel gennaio 1997, insieme ai relativi regolamenti. In questi due anni, Scajola si dedica a trasformare il movimento berlusconiano, rendendolo più simile a un’organizzazione politica nazionale, con una struttura più definita e radicata sul territorio. Claudio Scajola viene promosso da Berlusconi a coordinatore nazionale di Forza Italia, incarico che mantiene fino al 2011. Scajola si impegna attivamente, anche attraverso una visita a Helmut Kohl, per garantire l’ingresso di Forza Italia nel Partito Popolare Europeo. Grazie al sostegno del leader spagnolo Josè Maria Aznar e del tedesco Kohl, Forza Italia ottiene l’ammissione nel Partito Popolare Europeo con i suoi 22 europarlamentari, diventando così il gruppo italiano più numeroso all’interno del PPE. Il 10 giugno 2001, Scajola entra a far parte del Governo Berlusconi II come Ministro dell’Interno. A seguito delle polemiche sulle sue dichiarazioni su Marco Biagi, Scajola si dimette dall’incarico di Ministro dell’Interno. In seguito, assume le cariche di Ministro per l’attuazione del programma di Governo  e, dal 23 aprile 2005, di Ministro delle attività produttive fino al 2006.

Dal 18 novembre 2022 è anche vicepresidente di ANCI Liguria.

Scajola è  indagato per sei diverse inchieste, tutte archiviate tranne una, quella in cui il politico avrebbe favorito la latitanza dell’ex deputato di Fi Amedeo Matacena.

I procedimenti che lo hanno visto coinvolto:

4 volte è stato assolto (tangenti, finanziamento illecito per Villa Ninina, ricettazione, finanziamento illecito per la vendita dello studio della moglie);

6 volte è stato archiviato (associazione a delinquere, corruzione internazionale, sottrazione illecita di atti, ricettazione per detenzione illecita, falso/peculato, peculato d’uso);

3 volte è stato prescritto (finanziamento a singolo parlamentare nel Caso Anemone – dopo essere stato assolto -, abuso edilizio per Villa Ninina e concorso colposo in omicidio colposo nel Caso Biagi);

1 volta si è presentato come testimone (Caso Mose);

ha 1 condanna in primo grado a 2 anni di reclusione (procurata inosservanza della pena nel Caso Matacena).

Caso Anemone: prescritto dopo assoluzione (2010-2014)

Nel 2010 la Guardia di Finanza trova traccia di assegni circolari per circa 900 000 euro, tratti da un conto corrente bancario intestato ad un professionista vicino al gruppo presieduto dall’imprenditore romano Diego Anemone (coinvolto in un’inchiesta secondo la quale il gruppo avrebbe ricevuto appalti pubblici dalla Protezione civile quali frutti di corruzione). Interpellate in proposito, le beneficiarie degli assegni hanno affermato di averli ricevuti per la vendita a Scajola di un appartamento a Roma, in Via del Fagutale, davanti al Colosseo. Scajola ha negato queste circostanze ribadendo in più occasioni di aver pagato l’immobile con i 610 000 euro attestati nell’atto notarile e di tasca propria, per i quali ha contratto regolare mutuo.

Sotto la pressione di questa vicenda il 4 maggio Scajola si è dimesso da ministro motivando la sua decisione con la volontà di difendersi dalle accuse. Nelle spiegazioni della propria estraneità ai fatti Scajola ha dichiarato che, se gli assegni esistono e sono stati riscossi per il pagamento della casa, evidentemente una parte della casa gli è stata pagata “a sua insaputa”, frase che verrà poi ripresa numerose volte dalla satira del tempo. Il 29 agosto 2011 la procura di Roma ha aperto un’indagine sull’ex ministro per la vicenda della casa.

Il 16 dicembre 2011 si viene a conoscenza che la Procura di Roma ha citato direttamente a giudizio, davanti al tribunale monocratico, l’ex ministro e Diego Anemone. Scajola sarà processato per finanziamento illecito ad un singolo parlamentare. Il 7 gennaio 2013 il GIP archivia le accuse mosse a Scajola per la vicenda del Porto di Imperia decretandone l’estraneità da ogni reato. Il 27 gennaio 2014 viene assolto perché il fatto non costituisce reato per la questione della casa in zona Colosseo e il 31 ottobre la corte d’appello dichiara la prescrizione.

Nel novembre 2010 riceve un avviso di garanzia dalla Procura di Imperia per associazione a delinquere nella realizzazione del porto della città. Secondo l’accusa la concessionaria Porto Imperia spa avrebbe affidato i lavori del porto all’Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone, indagato anche per truffa. Il 7 gennaio 2013, su richiesta della procura, il gip Massimiliano Botti decide di archiviare il caso perché non c’è stata l’associazione a delinquere.[86][87]

L’8 maggio 2014 viene arrestato dalla DIA di Reggio Calabria con l’accusa di aver agevolato la latitanza verso il Libano dell’ex deputato Amedeo Matacena. Il 13 giugno 2014, dopo 36 giorni di reclusione nel carcere di Regina Coeli, il tribunale del Riesame di Reggio Calabria gli ha concesso gli arresti domiciliari accogliendo in parte il ricorso dei suoi legali, Giorgio Perroni ed Elisabetta Busuito. Resta invece in carcere Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena. Nel dicembre 2018 il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo con un’ordinanza ha riqualificato il capo d’imputazione, contestando a Scajola di avere agevolato un’associazione segreta collegata ad associazione di tipo mafioso ed armata… consentendo, o comunque agevolando, condotte delittuose diversificate.Il 4 novembre 2019 il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, pur escludendo l’aggravante mafiosa, ha chiesto la condanna di Scajola a quattro anni e sei mesi di reclusione per aver aiutato l’ex parlamentare berlusconiano, ancora latitante a Dubai. Il 24 gennaio 2020 viene condannato a 2 anni di reclusione con sospensione condizionale della pena per procurata inosservanza della pena mentre risulta caduta l’aggravante mafiosa.

Il Sindaco di Imperia Claudio Scajola ha rilasciato una lunga intervista al giornalista Klaus Davi nel corso della quale ha toccato varie tematiche, dall’inchiesta per dossieraggio sul Luogotenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano, figura chiave del processo che vede l’ex Ministro condannato a 2 anni di carcere per aver favorito la latitanza di Amadeo Matacena, al rapporto con Berlusconi, passando per Forza Italia, per la città di Imperia e per un’analisi della politica nazionale.

“Il Procuratore della Repubblica Cafiero de Raho fu firmatario del mio arresto. In una conferenza stampa disse che era stata svelata la cupola che univa massoneria, ndrangheta e politica. Fece le informative più significative Pasquale Striano, chiamato diverse volte a testimoniare al processo di Reggio Calabria. La stessa Procura dopo aver usato anche dei pentiti fasulli, ahimè, dopo 4 anni e mezzo, ha fatto cadere questo castello.

Ho presenziato a tutte le udienze nel processo. Non ne ho mancata una. Sono intervenuto ben sette volte poichè era un mio diritto durante i diversi interrogatori per la falsità che ascoltavo.

Il processo ha annullato tutte le congetture, ma non anni di sofferenza. Il mio processo è nato sul nulla. Matacena a Dubai era e a Dubai è rimasto. Con tutte le intercettazioni telefoniche che ho avuto non c’è mai stata una telefonata tra me e questo soggetto. Non si capisce perché si sarebbe dovuto trasferire da Dubai al Libano, dove stava bene. Non c’era una ricerca di nascosto perché lui fu arrestato a Dubai su richiesta della Procura di Reggio Calabaria. Sapevano che era li, poi fu rilasciato perché non hanno trovato movente. E’ rimasto lì, questo processo non ha ne capo ne coda”.

E’ stata una vicenda arrivato dopo quella della Casa al Colosseo che mi martoriò. Sulla casa non la ridirei quella battuta infelice. Stavo risalendo dopo quella vicenda, mi hanno fermato. Non credo il fuoco amico, ma sicuramente un fuoco nemico perché sulla storia di Forza Italia io avevo una considerazione significativa. Forse anche qualche singolo amico, ma la politica è fatta così.

Durante il periodo delle vicissitudini giudiziarie ho sentito vicino Berlusconi, Fedele Confalonieri e Gianni Letta. Io dovunque vado in Italia trovo consenso per il lavoro che ho svolto nella mia attività di partito e Governo”.

Il suicidio del Colonnello Paci, collega di Striano

“Questo Colonnello Paci è un altro episodio molto strano. Due giorni dopo aver comprato con la moglie il vestito per la comunione del figlio si è suicidato prima di venire a testimoniare. Episodio molto strano. Su tutta questa inchiesta ci sono tanti punti interrogativi”.

Inchiesta su Striano

“Inchiesta su Striano? In sè stessa non so dove porterà. È probabile che quando non avrà più i riflettori accesi perderà di interesse. Mi auguro che invece la classe politica possa cogliere anche da questo la necessità di una diversa riforma che possa dare garanzie al cittadino, campo dove siamo andati molto indietro. Con le nuove tecnologie che oggi ci sono abbiamo diminuito la privacy del cittadino e le sue libertà di fatto e le abbiamo messe in mano a persone che non sono controllate più da nessuno. Chi dovrebbe controllare è purtroppo troppe volte complice. E’ necessaria una riforma della giustizia e sullo strumento delle intercettazioni, unico strumento con cui si fanno le indagini. Ormai i processi si fanno con i media e non le indagini.

Posso dirle che con Pasquale Striano non ho avuto nessun colloquio. Non posso dimenticare che durante una pausa del processo di Reggio Calabria mi venne vicino un investigatore e mi disse ‘io mi vergogno per questa inchiesta’. Ora non posso, ma un giorno dirò il nome di questo collega di Striano. Prima o poi lo dirò. Secondo questo investigatore si trattava di un’indagine orientata”.

Casa al Colosseo

“In merito alla vicenda casa al Colosseo posso dire che oggi non ridirei quella battuta infelice. Fu comunque un procedimento per il quale sono stato pienamente assolto”.

Sindaco di Imperia

“Il mio impegno a Imperia, dopo le lunghe vicissitudini giudiziarie e il fango che mi è stato lanciato addosso, è nato dal desiderio di valutare e capire la gente che mi conosce perchè in una città di 45 mila abitanti è davvero difficile nascondere qualcosa. E’ nato dal desiderio forte in me di capire cosa pensava davvero la gente insieme al desiderio di far crescere la città dove sono nato e ho vissuto. Ho voluto farlo senza il trampolino di aiuto dei partiti. Nel 2018 mi sono trovato tutti i partiti di destra e di sinistra contro, compreso quello che avevo contribuito a costruire. Vinsi contro tutti i partiti, destra, centro e sinistra, tanto è vero che la seconda volta, pochi mesi fa, ho vinto con il 63% e mi sono trovato nuovamente contro sia la sinistra che il centro destra”.

Berlusconi

“Ci siamo sentiti e ci siamo visti diverse volte negli ultimi anni. Erano rapporti all’insegna dell’affetto che ho sempre nutrito nei suoi confronti. Avevo colto che negli ultimi due-tre anni era un uomo che accanto non ha avuto sempre i migliori consiglieri. Un uomo che era fortemente indebolito fisicamente. Ho continuato a confrontarmi. Quando si parlava della sua candidatura a presidente dellaRepubblica mi telefonò per dirmi se sapevo di questa ipotesi, cosa ne pensavo. Mi sono meravigliato, io ero fuori dal giro dei suoi consiglieri. Perché chiedi a me gli chiesi. Sai, con te e di te ho sempre avuto l’idea della franchezza e della sincerità mi rispose. Gli dissi che la sua candidatura  non sarebbe mai passata e di non fidarsi di chi lo spingeva a questo passo. Ho apprezzato che due giorni dopo fece la rinuncia. Al funerale, di fronte all’omelia del Cardinale, perfetta, insieme alla commozione, ho fatto partire l’applauso, cosa che non avevo mai fatto prima”.

Forza Italia

“Sono andato il mese scorso al Congresso di Forza Italia. Ho visto l’inizio di un nuovo percorso e sono fiducioso che Tajani possa recuperare questo percorso della vera storia di Forza Italia, democratica, popolare, garantista, europeista e che affida la scelta dei propri dirigenti al consenso delle persone e degli elettori. Rientro in Forza Italia? Sono andato perché Tajani ha insistito perchè andassi”.

Giorgia Meloni

“La Meloni è libera di muoversi perché non ha scheletri negli armadi, ha voglia di cambiare e lo fa con grande determinazione. La ritengo una persona di livello nel panorama politico attuale. Rapporti con la Regione? Ottimi, perché ad oggi ci ritroviamo sulle stesse posizioni. Salvini? E’ un uomo intelligente, ma le posizioni che prende non sono quelle che deve prendere un leader politico. Vannacci? Come possiamo pensare che chi ha scritto quelle cose possa diventare un Parlamentare della Repubblica Italiana”.

Gay Pride

“Perché non facciamo il Gay Pride a Imperia? Perché qui non l’hanno mai proposto. Se me lo chiedessero lo farei. Io da cattolico praticante peccatore ho apprezzato le posizioni prese da Papa Francesco. Io ritengo che l’uomo sia sempre una grande risorsa e chi sono io per giudicare”.

Il futuro

“Io sto bene nella mia città. Ho piacere di ascoltare la vita politica nazionale, ma non per un ruolo attivo, piuttosto per dare dei consigli”.

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