Tensione alle stelle tra gli Stati Uniti e l’Iran dopo la minaccia di ieri del primo vice presidente iraniano Mohammad Reza Rahimi di chiudere al traffico mondiale di petroliere lo stretto di Hormuz, se verranno decise sanzioni contro Teheran. “Se l’Occidente dovesse imporre sanzioni contro le esportazioni di petrolio iraniano, nessuna goccia di petrolio transiterà più attraverso lo stretto di Hormuz – ha detto Rahimi – Non abbiamo alcun desiderio di ostilità o di violenza (ma) i nemici rinunceranno ai loro complotti solo il giorno in cui li costringeremo a stare al loro posto”. Una minaccia che ha provocato l’immediata reazione di Washington. “La libera circolazione di beni e servizi attraverso lo stretto di Hormuz è vitale per la prosperità globale e regionale, e chiunque minacci la libertà di navigazione in uno stretto internazionale è chiaramente al di fuori della comunità internazionale. Nessuna limitazione sarà tollerata”, ha detto il portavoce della V Flotta della marina americana, di stanza nel Qatar sul Golfo Persico. Parole che sono state rispedite al mittente dal numero uno della marina iraniana, l’ammiraglio Habibollah Sayari, alzando ancora di più la tensione tra i due Paesi. “Chiudere lo stretto di Hormuz per le forze armate iraniane sarebbe molto facile o, come diciamo in Iran, più facile che bere un bicchier d’acqua – ha affermato in un’intervista all’emittente di stato Press Tv – ma per ora non abbiamo bisogno di farlo, dal momento che abbiamo il Golfo di Oman sotto controllo, e possiamo controllare il transito”.
Attraverso lo stretto di Hormuz transita mediamente il 40% del traffico marittimo petrolifero mondiale. Secondo dati forniti dagli Stati Uniti, le cui navi da guerra della quinta flotta (con base in Bahrein) pattugliano l’area, nel 2009 sono passati addirittura i due terzi del petrolio trasportato via mare. In particolare, deve attraversare questo stretto di circa 6,5 chilometri tra il Golfo Persico e il mare dell’Oman, la maggior parte del greggio esportato dall’Arabia Saudita, dall’Iran, dagli Emirati Arabi Uniti, dal Kuwait e dall’Iraq. E lo stesso avviene per il gas naturale allo stato liquido estratto dal Qatar nel più grande giacimento del mondo, situato appunto nel Golfo Persico.