Il presidente della commissione Parlamentare antimafia Nicola Morra a Napoli dove nella sede del Tribunale Militare ha assistito all'udienza che vede imputato per diffamazione il maresciallo dei carabinieri Paolo Conigliaro, ex comandante della stazione di Capaci (Palermo) tra il 2013 e il 2018, Napoli, 24 marzo 2021. Conigliaro, dopo aver denunciato "un sistema affaristico politico-mafioso" in seno al comune siciliano di cui propose lo scioglimento per infiltrazione mafiosa tirando in ballo anche alcuni commilitoni, è stato a sua volta denunciato e messo sotto processo per diffamazione militare. ANSA/ CIRO FUSCO

L’ 8 luglio Morra a Caltanissetta per processo Montante

L’ 8 luglio, alle ore 11:00, la sentenza di appello del processo a carico dell’ex Presidente degli industriali siciliani Antonello Montante, imputato per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione.

Sen. Nicola Morra, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie:e sulle altre associazioni criminali anche straniere:

“L’otto luglio p.v. sarò a Caltanissetta, aspettando la sentenza di appello per segnalare la rilevanza della questione Montante in funzione anche della condanna, pesante, comminata a Montante in primo grado. La Procura nel dibattimento di secondo grado ha chiesto una pena inferiore rispetto a quella sentenziata in primo grado, ma risulta decisiva non solo la durata dell’eventuale pena cui Montante potrebbe essere condannato, ma la qualità dei capi di imputazione accolti dalla Magistratura giudicante, per significare lo spessore dell’attività relazional/ criminale eventualmente portata avanti da Montante”.

Montante, sentenza luparello

IL FATTO:

Antonio Calogero Montante avrebbe creato un’associazione a delinquere, nella quale esponenti delle diverse forze dell’ordine (Giuseppe D’Agata, ufficiale dell’Arma dei Carabinieri; Gianfranco Ardizzone ed Ettore Orfanello, ufficiali della Guardia di Finanza; Andrea Grassi, Salvatore Graceffa e Marco De Angelis, appartenenti alla Polizia di Stato) e dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna (Arturo Esposito e Andrea Cavacece, il primo proveniente dell’Arma dei Carabinieri, il secondo dalla Polizia di Stato), nonché un ex appartenente alla Polizia di Stato, divenuto responsabile della sicurezza di Confindustria nazionale (Diego Di Simone Perricone), avrebbero messo a disposizione la funzione pubblica, o comunque istituzionale o professionale, esercitata, allo scopo di assecondare l’ascesa al potere di Antonio Calogero Montante e ricavarne, a loro volta, vantaggi personali. La strumentalizzazione della funzione pubblica si sarebbe tradotta in accessi abusivi ai sistemi informatici e rivelazioni dei relativi dati, coperti dal segreto d’ufficio, finalizzati ad alimentare i dossier predisposti da Montante nei confronti degli avversari da osteggiare; nelle rivelazioni di segreti d’ufficio relativi alle indagini condotte sul conto del medesimo Montante o dei suoi concorrenti nel reato; nel pilotaggio di verifiche fiscali ed indagini penali allo scopo di danneggiare i nemici di Montante e agevolare il successo di quest’ultimo.

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