“Il secondo anno di Governo – ha sottolineato il sottosegretario all’Economia e Finanze e deputato di Fratelli d’Italia Lucia Albano- si chiude con un bilancio positivo. L’approvazione della legge di Bilancio si somma al varo del decreto ad hoc sul Superbonus, del decreto Milleproroghe e di quattro decreti attuativi della legge delega fiscale”. Senza dimenticare la richiesta di pagamento della quinta rata del Pnrr alla Commissione europea, che segue il versamento della quarta rata. “Si chiude dunque un anno di grande impegno e di risultati per questo Governo, sia sul fronte nazionale che internazionale”.
Il deputato di FdI Luca Sbardella sottolinea come nella manovra di bilancio 2024 “viene confermato il taglio del cuneo fiscale: con conseguente aumento degli stipendi per milioni di lavoratori. Sono incrementati i fondi per la sicurezza e per il contrasto alla violenza sulle donne. Inoltre, sono previsti quasi 6 miliardi per le imprese, nonostante la zavorra del superbonus. Andiamo ad aiutare le fasce deboli con l’abbassamento delle tasse in busta paga, tagliamo 4 miliardi di aliquote Irpef, supportiamo le lavoratrici madri e aumentiamo le pensioni minime”. “I governi precedenti -avverte- stanziavano soldi per finanziare il reddito di cittadinanza. Il governo Meloni stanzia risorse per aumentare le buste paga. E dopo il mero assistenzialismo improduttivo tornano gli investimenti sulla crescita: questa è davvero una bella notizia per gli italiani”.
Un 2023, poi, che supera le più rosee aspettative quello chiuso da Borsa italiana. Il 2023 nel segno del governo Meloni vede i fondamentali economici su livelli più che soddisfacenti. L’andamento della Borsa è uno di tali indicatori che segna una buona salute del sistema Paese. Sui mercati nell’anno si sono registrate 39 ammissioni di cui 36 Ipo (più di metà dell’intera Euronext), quattro sul mercato principale Euronext Milan e 32 su Euronext Growth Milan. La capitalizzazione complessiva delle società quotate al 28 dicembre 2023 è salita a 761 miliardi di euro: pari al 39,4% del Pil. Il risultato più sorprendente è quello dell’indice Ftse Mib, che salendo per la prima volta dal 2008 sopra quota 30.000, archivia l’anno con un aumento del 28%, a 30.351,62 punti. Erano 24.158 – minimo del 2023 – nella prima seduta dell’anno, lo scorso 2 gennaio.
“Dal punto di vista borsistico siamo rimasti tutti sorpresi, perché il contesto dello scorso anno non era premiante; quando le banche centrali erano ancora minacciosamente super-aggressive sul fronte dei tassi d’interesse”, commenta Vincenzo Longo, premium manager di Ig. Con i debutti nell’ultima seduta di Lemon Sistemi, Simone Spa e Yakkyo, raggiungono quota 64 le nuove ammissioni su Euronext: per una capitalizzazione di mercato aggregata alla quotazione di 50 miliardi di euro e 2,5 miliardi di euro di nuovo capitale raccolto. Le 64 quotazioni, pari al 40% del numero totale di nuove quotazioni di titoli azionari in tutta Europa, confermano Euronext leader europea nella quotazione di titoli azionari e leader globale nella quotazione di titoli di debito.
L’anno si chiude con il risultato straordinario ottenuto sul fronte del Pnrr. Che ha visto partire per Bruxelles la richiesta italiana del saldo della quinta rata. Primatisti in Europa. Insomma, se l’Italia ha ritrovato una credibilità e una solidità nel contesto dei mercati lo si deve indubbiamente a una serietà dimostrata su più fronti: avere posto fine alle follie grilline su Reddito di cittadinanza e Superbonus, grazie a un’opera di razionalizzazione delle risorse che non scardinerà le casse dello Stato. E la Manovra appena approvata dimostra che senza voli pindarici, pur in un contesto generale sfavorevole, si possono centrare degli obiettivi, rimandando altri progetti ad un orizzonte di legislatura, come il governo si propone.
La sintesi di questa serietà, unita alla stabilità dell’esecutivo trova la sua sintesi nella performance della Borsa Italiana proprio nel giorno dell’approvazione della manovra: nei 12 mesi lo spread Btp-Bund è crollato da 219 a 168; l’indice azionario di Piazza Affari è cresciuto del 28% tornando ai livelli del 2008; il valore totale delle 429 società quotate è balzato a 761 miliardi di euro (+21,6%); e 39 sono le nuove ammissioni al listino:il numero più alto nell’ambito di Euronext che raggruppa sette tra le principali Borse europee.