La caduta di Berlusconi aveva fatto esultare i soliti illusi che vedevano già il ritorno inevitabile ai vecchi partiti, con i loro organismi collettivi ed oligarchici e senza spazio per le personalizzazioni. Ma è evidente che non è così; la crisi dei partiti personalistici dipende dal fatto che la loro esistenza è legata a quella del loro capo di cui ne condividono le sorti fino alla fine. Così è stato per il PDL, legato al suo capo e fondatore, Silvio Berlusconi, così sta per accadere all'IDV di Di PIETRO, a SEL di Vendola al FLI di Gianfranco Fini. A sostegno di quanto scriviamo, è accaduto che nel giro di pochi mesi c’è stata l’ascesa di un altro partito superpersonale, il Cinquestelle di Beppe Grillo, con alcune importanti innovazioni rispetto ai modelli che si sono alternati nell'ultimo ventennio. Rimane come schema di fondo l'identificazione con il capo che lo governa con il pugno di ferro ed il guanto di velluto; infatti non si può immaginare il M5S senza Grillo: durerebbe pochi giorni. Ma per quanto questo movimento o partito che dir si voglia, rientri nella categoria di quelli ad impostazione personalistica, non si può fare a meno di riconoscere al suo mentore e fondatore di aver apportato, rispetto a quelli precedenti, un quid in più in termini di grande evoluzione, rappresentato dalla comunicazione attraverso la rete. Quindi ha sostituito la spettacolarizzazione della politica che avveniva ed avviene ancora, ma non da ormai più risultati apprezzabili in termini di consensi anzi produce l'effetto opposto, attraverso la tv tradizionale con telegiornali e talk-show costruiti su misura, con il web. Infatti, Grillo grazie ad un uso sapiente ed intelligente della rete, utilizzandone tutte le sue potenzialità discorsive e partecipative, è riuscito a mettere in comunicazione centinaia di migliaia di militanti trasformandoli in altrettanti votanti. Non a caso ha vietato ai suoi di partecipare od intervenire a qualsivoglia trasmissione televisiva, con la scusa che in televisione si diventa succubi di un certo giornalismo prezzolato ed asservito alla casta. In questo modo il partito di Grillo si è trasformato in un partito virtuale, non solo nell'accezione positiva del termine ma anche negativa perchè così finisce per impedire ai propri militanti di esercitare il diritto alla propria immagine. Però, Lui, il Capo non si sottrae alle lusinghe delle interviste dei giornalisti "prezzolati", che lo provocano con le loro domande e gli permettono di stare quotidianamente in tv. Molte volte l'evoluzione, se mal gestita e governata, può portare ad eventi molto tristi ed incontrollabili.