La case di Berlusconi, simbolo della politica che fu…

Saranno bastati 60 minuti a Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni per riappacificarsi? L’incontro tra i due leader che sono stati al centro della cronaca politica lascia perplesso Enrico Mentana. Il direttore del Tg di La7, in onda con il Diario Politico, mostra le immagini dell’arrivo del leader di Forza Italia in via della Scrofa a Roma. Qui, nella sede di Fratelli d’Italia, l’ex presidente del Consiglio viene atteso dalla premier in pectore.

“C’è un po’ di freddezza, non so se a fattori diversi o esterni, ma a ciascuno di voi commentare”, spiega il giornalista mentre nel filmato si vede il Cavaliere scendere dall’auto ed essere accolto dalla numero uno di Fratelli d’Italia. Nessun saluto caloroso, forse solo una stretta di mano. I dubbi si fanno però più numerosi all’uscita di Berlusconi. A differenza delle altre volte, il leader azzurro se ne va senza dire un parola. Il numero uno di FI non concede neppure un sorriso a favor di telecamere.

In ogni caso, concluso il faccia a faccia, una nota di FdI dà conto dei risultati positivi raggiunti: “L’incontro – si legge – si è svolto in un clima di unità di intenti e di massima cordialità e collaborazione. Fratelli d’Italia e Forza Italia si presenteranno uniti, con le altre forze della coalizione, alle prossime consultazioni con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e sono al lavoro per dare il più presto possibile all’Italia un Governo forte, coeso e di alto profilo che si metta subito al lavoro per affrontare le urgenze. Tra i vari temi al centro dell’incontro i dossier economici più urgenti, “a partire dal caro energia, tema che, tra l’altro, sarà al centro del prossimo Consiglio europeo”. Ma sempre in studio è Franco Bechis a rivolgere una domanda un poco maliziosa: “Può bastare un’ora per parlare dei dossier così delicati?”.

Dalla storica villa ad Arcore fino a quella in Sardegna, ritrovo fisso di cene e vertici estivi, passando per la Capitale dove è tornato di recente: sono tanti i luoghi ‘nati’ come dimore personali di Silvio Berlusconi e diventati simbolo della politica del centrodestra negli ultimi 30 anni.

Via dell’Anima, l’attico alle spalle di piazza Navona dove il Cavaliere abita negli anni ’90, per alcuni mesi è stata il luogo dei vertici del Cav prima che si trasferisse a via del Plebiscito.

Una casa che fu del pittore Franco Gentilini e probabilmente scelta per la posizione: strategica, rispetto ai palazzi della politica e casualmente a 100 metri dall’hotel Raphael, pied a terre romano di Bettino Craxi. La via diventa così meta di appostamenti e attese di cronisti e fotografi durante i vertici politici in cui – si racconta – per motivi di spazio, i leader si incrociavano spesso con lo chef Michele o lo storico maggiordomo Alfredo.
Un anno dopo la discesa in campo del ’94, via del Plebiscito. A due passi da piazza Venezia, Berlusconi prende in affitto il secondo piano di Palazzo Grazioli (si narra per 40 mila euro al mese) e lo trasforma nel quartier generale della politica sua e del governo di centrodestra fino al 2020 quando si trasferisce armi e bagagli a Villa Grande.
Altri due luoghi immutati della sua politica sono Villa San Martino ad Arcore e Villa Certosa in Gallura. La prima è di sua proprietà dal 1974 quando era ‘solo’ un imprenditore edile. Per anni accoglie incontri a sorpresa e vertici annunciati, oltre che confronti con i suoi fedelissimi (da Gianni Letta allo stato maggiore di Forza Italia). A marzo è lì che si celebra il suo ‘quasi matrimonio’ con la compagna Marta Fascina. D’estate invece ‘spopola’ Villa Certosa: la magione, che conta 68 vani, è set di cene memorabili e incontri politici diventati iconici.
Come quello del ’94 con Umberto Bossi, immortalato in canottiera dal Cavaliere. Oppure la visita di Vladimir Putin e Tony Blair negli anni 2000. Berlusconi, dominus del centrodestra con Forza Italia che sfiora il 30 per cento dei consensi, diventa il rispettato padrone di casa di tutti i principali vertici del centrodestra e non solo. Anche se in più di una occasione è diventato anche ospite. La casa e lo studio romani del suo amico e avvocato di fiducia Cesare Previti, soprattutto negli anni 90, sono diventati il cuore di molti incontri al vertice sull’asse Piazza Farnese – via Cicerone. E proprio nello studio dell’avvocato, poi diventato nel 1994 ministro della Giustizia del Berlusconi 1, il Cav tentò di convincere Antonio Di Pietro ad entrare nel suo governo. Una appendice di casa Previti, più di una volta utilizzata per vertici “segreti” , è stato l’ormai famoso veliero d’epoca dell’avvocato romano, il Barbarossa, avvistato, negli anni d’oro della politica berlusconiana, tra la Sardegna del Nord e l’Argentario.
A casa del braccio destro storico del Cav , Gianni Letta, alla Camilluccia, fu invece siglato quello che allora le cronache giornalistiche definirono il “patto della crostata” ( quella fatta e offerta dalla moglie di Letta agli ospiti) con Massimo D’Alema in tema di riforme. Di recente il ritorno a Roma. Dopo il Plebiscito, la scelta cade su Villa Grande, sull’Appia antica ma l’ex premier non si trasferisce subito. La offre in comodato d’uso a Franco Zeffirelli. Dopo la brutta esperienza del Covid, però, è lì che accoglie amici e politici, soprattutto a pranzo. Compresi Matteo Salvini e Giorgia Meloni che varcano più volte il cancello.
L’ultima volta è successo alla vigilia dell’elezione del presidente del Senato.

Se è una “capitolazione”, magari anche ottenendo il ministero della Giustizia con Elisabetta Alberti Casellati, seppur a tarda sera veniva dato in pole anche Carlo Nordio, eletto da FdI, certamente altri leader ci metterebbero la firma. Silvio Berlusconi si è recato ieri per la prima volta, da quando è sceso in politica, nella sede di FdI, ex quartiere generale di An, tra una folla di cittadini, fotografi e TV che assediavano Via della Scrofa, come in attesa di una star.

C’è per la prima volta un passaggio di premiership nel centrodestra, tra il Cav e la premier in pectore. Ma Giorgia Meloni che scende e va ad accoglierlo nell’atrio, in segno di cortesia nei confronti del fondatore del centrodestra, e la decisione di lui di accettare di recarsi nella sede di un altro partito alleato, cosa che non aveva mai fatto perché i vertici si erano quasi sempre tenuti nelle sue residenze, dà una doppia immagine. Il riconoscimento della vittoria di FdI sugli alleati, ma al tempo stesso del fatto che dall’ex quattro volte premier non si può prescindere. E non solo per un mero fatto numerico. Meloni non dichiara ufficialmente, ma dopo i forti contrasti dei giorni scorsi avrebbe detto durante l’incontro vis a vis, presenti solo loro due: “Guardiamo avanti”.

Il vertice della pax avrebbe impresso una svolta decisiva per la formazione della squadra di governo. Fonti di FdI e FI annunciano che il centrodestra unito andrà al Colle, parlano di “unità di intenti, massima cordialità e collaborazione” per dare agli italiani “un governo forte, coeso, di alto profilo, che si metta subito al lavoro per affrontare le urgenze”. Per questo, “Meloni e Berlusconi hanno fatto il punto sui dossier economici più urgenti, a partire dal caro energia, tema che, tra l’altro, sarà al centro del prossimo Consiglio europeo”.

“Giorgia” e “Silvio” fanno una foto opportunity sorridenti, che viene postata dagli staff sui social.

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