Attraversando il mare magnum della politica il Cavaliere Silvio Berlusconi incrementa in Sardegna il disordine con alcune dichiarazioni su Giorgio Napolitano affermando che oggi non lo voterebbe mai. Motivo? Perché la legge elettorale è andata in commissione permettendo ad i piccoli partiti, con l’aiuto del Colle, di portare la soglia utile per ottenere il premio di maggioranza dal 35 al 37 per cento. Inoltre, dice, che aveva raccolto le raccomandazioni della Bce relative a politiche economiche e monetarie stendendo un decreto legge ma gli fu impedito da Napolitano di utilizzarlo. I decreti legge, ricordiamo, necessitano dell’approvazione del capo dello Stato. Dimentica inoltre il Cavaliere di quanto si sia attivato per la rielezione di Napolitano e che sappia che neanche gli dei possono modificare il passato, che ha di bello che è sempre alle spalle. Dal palco della Fiera di Cagliari è arrivata anche l’investitura ufficiale di Giovanni Toti, giornalista ed ex direttore di Studio Aperto e TG4, in qualità di neo consigliere politico di Fi, unitamente alla ricandidatura di Ugo Cappellacci alla presidenza della Regione. “Non voglio rottamare nessuno” dice Berlusconi parlando di Toti, perché: “ho solo chiesto ad un amico che da oltre venti anni lavorava in Mediaset di darmi una mano”. Poi suona la carica dicendosi certo di superare il 37 per cento convincendo il bacino di 24 milioni di italiani che non sanno cosa votare. Spiega anche che con Renzi si ha possibilità di interlocuzione ed elegantemente fa allo stesso auguri di avere la maggioranza nel suo partito. Io, da parte mia, credo che Renzi stia dimostrando di avere profondo fiuto politico, necessaria decisione di procedere come un carro armato e superare gli ostacoli step by step puntando al traguardo finale. Che è quello della presidenza del Consiglio dei ministri. Solo allora potremo valutare compiutamente la sua capacità di realizzare tangibilmente i cambiamenti. Per chiudere vorrei consigliare al Cavaliere di non puntare su Toti bensì su Totti. Serve un uomo di manovra ed un grande goleador altrimenti la partita con Matteo Renzi la perderà…
Roberto Cristiano
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