Il 24 maggio l’Estadio Da Luz di Lisbona si trasformerà in una piccola Madrid, infatti la finale di Champions 2014 sarà un derby tra lo stratosferico Real e l’Atletico dei miracoli, a un passo dalla conquista della Liga e in una finale di Champions a quarant’anni di distanza dall’ultima volta. Vince, trionfa a Londra l’Atletì di Diego Simeone, molto più squadra, molto più in forma rispetto al Chelsea di Mourinho, per il terzo anno consecutivo battuto in semifinale. Per un anno intero è stata sempre esaltata la tempra e il carattere dei ragazzi di Simeone e la notte inglese è la conferma di un carattere e di una maturità incredibili acquisiti in questi anni di cura Cholo. Perché, sotto di un gol, i biancorossi sono riusciti a ribaltare la partita e le sorti di questa semifinale aperta da un lungo e commosso applauso tributato dallo Stamford Bridge e dai giocatori in campo e in panchina a Villanova e Boskov. Da brividi! Brividi che da lì a poco saranno regalati dal campo. Mourinho ritrova Hazard, recupera Terry e in attacco preferisce Torres a Eto’o, Simeone invece lascia fuori Diego e inserisce Adrian Lopez preferendolo a Raul Garcia. Scelte che premieranno i due tecnici. Si comincia al 4’ con un tiro cross di Koke che sorprende Schwarzer e si stampa sulla traversa. A differenza dell’andata, Mourinho lascia il pullman a casa ed è il Chelsea a fare la partita. Al 15’ la prima occasione dei blues con una punizione dal limite calciata alta da Willian. Al 22’ David Luis va vicino al gol che avrebbe fatto venir giù Stamford Bridge con una rovesciata che sfiora il palo anche se Courtois sembrava sulla traiettoria. La partita è molto tattica e combattuta ma al 36’ si rompe l’equilibrio. Ivanovic vede il movimento a tagliare di Willian che controlla ma si allarga verso la bandierina. Nonostante il pressing di due avversari, il brasiliano riesce a passare e a rimorchio arriva Azpilicueta che gli soffia palla, trova il fondo e scarica dietro per Torres che calcia di prima intenzione trovando la deviazione decisiva di Mario Suarez. Il Chelsea è in vantaggio proprio col grande ex che non esulta e quasi chiede scusa ai suoi tifosi, alla sua gente. Perché Torres, prima ancora che un calciatore, era un tifoso dell’Atletico. E proprio lui, il ragazzino che invocava il Simeone centrocampista, lui che come detto dal Cholo è colchoneros perché “Chi è dell’Atletico è dell’Atletico per sempre”, lui tanto amato nella capitale rischia di dare la più grande delusione ai tifosi dell’Atletì. Ma al 44’ è Adrian Lopez, proprio l’uomo scelto da Simeone come spalla di Diego Costa, che trova il pareggio a conclusione di un’azione avvolgente che libera Tiago al limite. L’ex juventino scodella una palla deliziosa per l’accorrente Juanfran, dimenticato da Azpilicueta, che al volo rimette in mezzo un pallone che passa tra Terry e Cole e trova un Adrian quasi sorpreso che colpisce sporco, di stinco, e trova il gol proprio sotto lo spicchio di tifosi biancorossi che esplodono di gioia perché, dopo quaranta anni, vedono vicina la finale di Champions perché, finisse così, grazie al gol in trasferta, sarebbe proprio l’Atletico a raggiungere i cugini del Real a Lisbona. E così sarà perché l’Atletico da lì a poco metterà i sigilli alla qualificazione. Galvanizzati dal gol, i colchoneros rientrano in campo nella ripresa intenzionati ad aggredire il Chelsea e a chiudere il discorso. Schwarzer di puro istinto al 47’ salva su Arda Turan ma al 52’ Courtois non è da meno sull’incornata di Terry. Mourinho getta nella mischia Eto’o al posto di Cole per un 4 – 4 – 2 offensivo e necessario per cercare il gol qualificazione. Ma Eto’o sarà decisivo in negativo perché al 58’ commette un fallo ingenuo su Diego Costa che vale il rigore che lo stesso Diego Costa trasforma spiazzando Schwarzer. Il camerunense sa di averla fatta grossa e, disperato, si porta le mani in testa perché il Chelsea è praticamente fuori dalla Champions. Servirebbe un’impresa, servirebbero due gol e i blues vanno a un passo dal 2 a 2 col palo colpito da David Luis con Courtois che sfiora anche lo sfortunato autogol. Mourinho ricorre al talismano Demba Ba richiamando in panchina Torres, applaudito da Simeone e osannato dai tifosi biancorossi col Nino che ringrazia con un applauso la sua gente. Ma non c’è nulla da fare, è la notte dell’Atletico che al 71’ può stappare lo champagne grazie ad Arda Turan che trova il 3 a 1. Il gol è la fotocopia del primo: Tiago vede e serve con un lancio millimetrico Juanfran che al volo rimette in mezzo. Questa volta non c’è, perché sostituito, Adrian ma arriva Arda Turan che prima colpisce la traversa di testa e poi deposita nella porta vuota. È fatta, Simeone esulta, i 4.000 madridisti cantano di gioia. Dopo quarant’anni l’Atletì è in finale di Champions per un derby che fa di Madrid la capitale europea e mondiale del calcio.
Sebastiano Borzellino