La Commissione Ue apre una procedura per deficit eccessivo per Italia, Francia e altri cinque Paesi: Belgio, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia. Dopo i passaggi previsti, spiega, proporrà le raccomandazioni al Consiglio sul rientro del disavanzo nel pacchetto di autunno del semestre.
Giorgetti: “Procedura attesa. Avanti con percorso responsabile”. Il rapporto riguarda gli Stati membri che hanno registrato un deficit superiore al 3% nel 2023. Il governo italiano pensa di rientrare nei parametri entro il 2026
È un passaggio ampiamente atteso da Roma, che si tradurrà però solo a novembre nella raccomandazione formale sull’entità di aggiustamento richiesto. Con il patto di stabilità, rivisto e ora di nuovo in vigore, segna però il fischio di inizio di un nuovo ciclo di attenzione sui conti pubblici. “Non dobbiamo confondere la cautela nella spesa con l’austerità”, ha ammonito il commissario all’economia Paolo Gentiloni. “la cautela nella spesa è necessaria nei paesi ad alto debito e deficit molto alto”, ma l’Italia “ha un volume di fuoco possibile di investimenti senza precedenti” con il Pnrr e deve quindi “moltiplicare gli sforzi” sul recovery. La procedura, per il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, “era ampiamente prevista. Abbiamo un percorso, avviato dall’inizio del governo, di responsabilità della finanza pubblica sostenibile, che è apprezzata dai mercati e dalle istituzioni Ue, andremo avanti così”. La relazione sulla procedura per deficit della commissione andrà ora al comitato economico finanziario, a luglio ci sarà la proposta della commissione al consiglio, poi al vaglio dell’Ecofin a giugno.
Sette Paesi dell’Ue, cinque dei quali membri dell’Eurozona, si avviano ad essere sottoposti alla procedura per deficit eccessivo. Tra i sette, come ampiamente atteso, ci sono Italia e Francia. La Commissione Europea ha preparato un rapporto ex 126.3 per 12 Stati membri per valutare il rispetto del parametro del 3% nel rapporto deficit/Pil: Belgio, Repubblica Ceca, Estonia, Spagna, Francia, Italia, Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia, Slovacchia e Finlandia.
La decisione sarà adottata nell’Ecofin del 16 luglio
Nella valutazione si terrà conto dei fattori rilevanti indicati dagli Stati membri nel caso in cui il loro rapporto debito pubblico/Pil sia inferiore al 60% del Pil o il loro disavanzo sia valutato vicino al valore di riferimento del 3% e temporaneo. Per la Commissione, è “giustificata” l’apertura di una procedura per disavanzo eccessivo basata sul deficit per sette Stati: Belgio, Francia, Italia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia. La relazione ex articolo 126.3 è solo il primo passo verso l’apertura delle procedure. Dopo il parere del Comitato economico e finanziario, la Commissione intende proporre al Consiglio di avviare procedure per disavanzo eccessivo basate sul deficit per questi Stati membri, nel luglio 2024.
Nell’ambito del pacchetto autunnale del semestre europeo la Commissione proporrà al Consiglio raccomandazioni volte a porre fine alla situazione di disavanzo eccessivo. I Paesi sotto procedura diventeranno dunque otto, poiché la Romania, in procedura per deficit dal 2020, vi rimane, dato che non ha adottato misure efficaci per correggere questa situazione.
Solo a novembre con il pacchetto di autunno, e assieme al parere sul documento programmatico di bilancio (da presentare entro il 15 ottobre), la Commissione farà la proposta sulla raccomandazione al Consiglio (all’Ecofin di dicembre) chiedendo concretamente di intervenire sui conti: un unicum nel semestre europeo, legato alla transizione al nuovo patto di stabilità. Il vero momento di svolta per i conti pubblici visti dall’Ue sarà infatti già venerdì 21 giugno, quando l’esecutivo comunitario darà le nuove ‘traiettorie di riferimento’, per far rientrare oltre al deficit soprattutto il debito.
Nell’ambito del pacchetto autunnale del semestre europeo la Commissione proporrà al Consiglio raccomandazioni volte a porre fine alla situazione di disavanzo eccessivo. I Paesi sotto procedura diventeranno dunque otto, poiché la Romania, in procedura per deficit dal 2020, vi rimane, dato che non ha adottato misure efficaci per correggere questa situazione.