La ‘Compagnia Stabile Assai’, mette in scena, dall’11 al 13 maggio prossimi, al Teatro Golden di Roma ‘19+1’. Questa, una breve sinossi dell’opera: ‘Nel 1962 nel pieno infuriare della guerra d’Algeria la motonave Hedia, con equipaggio composto di marinai italiani a eccezione di un macchinista gallese, scomparve nel nulla mentre navigava al largo delle coste tunisine, nei pressi dell’arcipelago della Galite. Del destino della nave e dei suoi 20 componenti (19 italiani e 1 gallese,) non si seppe mai nulla. Un naufragio, forse un deliberato affondamento, sullo sfondo degli anni ruggenti del boom economico italiano e di una delle ultime guerre coloniali che si dipana con grande drammaticità tra intrighi politici, affaristici internazionali e clamorosi depistaggi messi in piedi da un’occulta regia evidentemente impegnata a consegnare la vicenda all’oblio. Sullo sfondo le figure di Enrico Mattei, di Andreotti, allora ministro degli esteri, di Fanfani, primo ministro e del primo ministro francese Pompidou, oltre che dell’eminenza grigia americana Dean Rusk. La storia di uomini e donne, congiunti e amici dei marinai scomparsi, cui venne negato persino il diritto di piangere i propri cari. Il tutto nelle stesse sanguinosissime acque in cui, ancora oggi, altri uomini, di altre razze e religioni, vengono, quasi ogni giorno, consegnati a un macabro sepolcro di acqua. Testo frutto di accurate e approfondite ricerche documentali e del contributo diretto di alcuni dei familiari degli scomparsi’. Gli elementi citati sono definiti in una opera caratterizzata da una riduzione in chiave di drammaturgia penitenziaria, come nello stile più classico della ‘Compagnia Stabile Assai’, il più antico gruppo teatrale carcerario italiano che mette in scena sempre testi inediti e attribuisce ai detenuti componenti il gruppo, non solo il ruolo di attori ma, soprattutto, il loro ruolo attivo nella riduzione scenica. La ‘Compagnia Stabile Assai’ della Casa di Reclusione Rebibbia di Roma è il più antico gruppo teatrale operante all’interno del contesto penitenziario italiano. E’ stata fondata da Antonio Turco e il suo esordio risale a luglio 1982 con la sua partecipazione al festival di Spoleto. Questa storia ultra trentennale ha consentito alla Compagnia, formata da detenuti e da detenuti semiliberi che fruiscono di misure premiali, oltre che ex detenuti, da operatori carcerari e da musicisti professionisti, di esibirsi nei maggiori teatri italiani. La Compagnia ‘Stabile Assai’ si è caratterizzata per la stesura di testi del tutto inediti, dedicati ai grandi temi dell’emarginazione, come l’ergastolo (Fine pena mai), la follia (Nella testa un campanello), la questione meridionale (Carmine Crocco), la integrazione interetnica (Nessun fiore a Bamako). E’ da evidenziare che la Compagnia si è esibita, unico caso in Italia, nel giugno del 2009, all’interno della Camera dei Deputati alla presenza del Presidente della Camera On. Gianfranco Fini, del Presidente della Commissione Giustizia del Senato On. Giulia Buongiorno e del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Presidente Franco Ionta. Nel dicembre 2010 si è esibita nell’Auditorium della Casa Madre del Mutilato di Guerra di Piazza Adriana, in uno spettacolo voluto dai vertici del Tribunale di Sorveglianza di Roma e da personaggi politici. Di particolare rilievo, inoltre, è l’attribuzione della medaglia del Capo dello Stato alla Compagnia per la valenza sociale della sua attività teatrale. Tra i riconoscimenti ottenuti dal gruppo teatrale ricordiamo la Palma dell’Eccellenza alla sesta edizione del Premio Internazionale ‘Vincenzo Cardarelli’ come migliore produzione di teatro sociale, il riconoscimento speciale nell’ambito del premio ‘Massimo Troisi’, il premio Albatros.
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