La Concordia è pronta a essere demolita. Ammiraglio Melone: “Operazione unica”

GENOVA – La Concordia è pronta a essere demolita. Sono infatti terminate le operazioni di attracco al molo dell’Ex Superbacino nel porto di Genova. Un’operazione, questa, “unica” nel suo genere. Il relitto della Concordia, la nave che il 13 gennaio 2012 naufragò presso le coste dell’Isola del Giglio, è giunto oggi nel porto di Genova dove compirà le operazioni necessarie per essere demolito. Le manovre sono state eseguite con l’aiuto dei rimorchiatori e la navigazione notturna “è stata tranquilla”, con solo poche correnti contrarie che però “hanno ulteriormente rallentato” il tragitto, ha detto il comandante dei Piloti di Genova John Gatti, che ha fatto la navigazione dal porto di Prà all’Ex Superbacino sul relitto.
Quando è stato collegato il primo cavo di sicurezza in banchina, verso le 10.50, “ho tirato un sospiro di sollievo perché si sta concludendo un’operazione unica nella storia della marineria”, sottolinea il comandante della Capitaneria di Porto di Genova, l’ammiraglio Vincenzo Melone. Un’operazione di “successo del sistema portuale” – ha aggiunto invece il presidente dell’Autorità portuale, Luigi Merlo – dove si sono coniugate le capacità organizzative della capitaneria con gli eccellenti servizi tecnico-nautici del porto. Non solo l’Italia ma anche il mondo ha capito quale tipo di professionalità è necessaria per operazioni come questo”. Secondo Merlo, “Genova è abituata a vincere questo tipo di scommesse, qui si difende un sistema di capacità e di conoscenze”. C’è, prosegue, “uno straordinario rapporto positivo tra Autorità Marittima e Autorità Portuale, si è costruita una comunità portuale che lavora come un’orchestra in maniera perfetta”, e della quale si è detto “molto orgoglioso”.
Ferdinando Garrè, amministratore delegato del Consorzio Ship recycling che sta seguendo le operazioni di ormeggio della Concordia, ha spiegato invece che dal relitto verranno recuperati 55 mila tonnellate di acciaio e 2 mila tonnellate di rame. “Alla seconda fase lavoreranno oltre 250 persone – ha detto Garrè – ma non prima che la nave venga portata nel bacino a secco dove saranno tolti i cassoni di galleggiamento per essere sostituiti con un unico cassone collegato al Ponte zero”.

Alessandro Moschini

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