La Consulta blinda la legge Severino

Vincenzo De Luca, governatore della Campania, e Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, ora rischiano il posto. La Corte Costituzionale ha rigettato, come infondato, il ricorso presentato sulla legge Severino e in particolare sulle norme relative alla sospensione degli amministratori locali condannati, anche in via non definitiva, per determinati reati. La questione era stata sollevata nell’ambito del caso del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che ha una condanna sulle spalle e dunque non potrebbe esercitare il ruolo di primo cittadino. Ora rischia la sospensione, ma lui intende restare in attesa del verdetto d’appello sulla causa penale da cui era iniziato tutto. Per lui si aprono due strade nel processo che lo vede già condannato in prima grado, quello sulle intercettazioni chieste al consulente Genchi: ‘Assoluzione o prescrizione’. In entrambi i casi non esisterebbe più la condanna su cui applicare la Severino e dunque il sindaco resterebbe al suo posto. Ma per adesso dovrebbe essere almeno sospeso e tornare a fare il sindaco di strada. Rischia grosso anche il presidente della Regione Enzo De Luca, perchè con una condanna sulle spalle. I suoi ricorsi contro la legge andranno incontro alla sentenza, che riconosce valida la Severino, e dunque il presidente sarà di nuovo passibile di applicazione della stessa. Anche lui potrebbe essere sospeso. Davanti alla Corte costituzionale si giocava l’onore delle norme sull’ineleggibilità e incandidabilità dei politici locali e nazionali condannati. In particolare la sorte del sindaco di Napoli, sospeso nel 2014 dopo una condanna in primo grado per abuso d’ufficio nel processo ‘Why not’ a un anno e 3 mesi, poi reintegrato dal Tar, in attesa appunto della pronuncia della Consulta. Per Vincenzo De Luca il caso è del tutto analogo, anche se Lorenzo Lentini, uno dei legali di De Luca sostiene che la sentenza non influenzerà il caso del suo cliente, il cui ricorso ha basi più ampie, non riguarda solo la retroattività della legge. A gennaio è stato condannato in primo grado a un anno per abuso d’ufficio nel processo sul termovalorizzatore realizzato a Salerno quando era sindaco e in primavera, malgrado questo, è stato eletto al vertice della Regione, poi sospeso e ancora reintregrato. Ora sia De Magistris, salvo che si avvalga della prescrizione, mentre ha detto di non volerlo fare, sia De Luca, che ha promosso un ricorso gemello alla Consulta, dovrebbero essere sospesi definitivamente. Il terzo caso interessato dalla Severino è quello di Silvio Berlusconi, che attende il verdetto della Corte europea di Strasburgo. La Consulta ha affrontato, e solo nella motivazione tra circa un mese sapremo come, la sospensione per un massimo di 18 mesi dall’incarico di sindaci, assessori, presidenti, consiglieri provinciali, dopo una condanna non definitiva, che è una sanzione ed in quanto tale non può essere retroattiva. Nell’udienza pubblica di ieri il governo, attraverso l’Avvocatura dello Stato, è stato netto nel raccomandare ai giudici delle leggi di respingere il ricorso perché inammissibile o infondato. ‘Non vi è spazio per trovare profili di incostituzionalità di questa norma’, ha detto l’avvocato Gabriella Palmieri, che con la collega Agnese Soldani, rappresenta la presidenza del Consiglio nel giudizio. La sospensione di De Magistris da sindaco non sarebbe una sanzione, ma una misura cautelare perchè si tratta di un bilanciamento tra l’essere candidati e il buon andamento della Pubblica amministrazione.

Cocis

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