La Corte dei Conti vuole vederci chiaro sulle spese dei gruppi parlamentari dell’Assemblea Regionale Siciliana. Alla luce del “Decreto Monti” i gruppi hanno dovuto rendicontare tutto in merito ai rimborsi ma per la Corte ci sono tante anomalie e punti oscuri che non risparmiano alcun partito. In particolare sono” emerse difformità alle prescrizioni e carenze nella produzione della documentazione” ma ciò, sia chiaro, allo stato attuale non si traduce in indagini. Partiamo del Pdl che avrebbe presentato una documentazione “confusa e incomprensibile” per cui la Corte dei Conti chiede di giustificare praticamente tutto: spese per il personale per un ammontare di 415.000 euro, per le consulenze (118.533 euro), per gli abbonamenti a giornali e riviste. La spesa da giustificare per il Movimento 5 Stelle riguarda, invece, 6.927 euro per “Attività promozionali e di rappresentanza” tra cui un viaggio a Bruxelles e diverse tratte nazionali. Per il gruppo di Articolo 4 i giustificativi sono stati chiesti per l’acquisto di diverse buste particolari e per i rimborsi spese delle trasferte. Non viene risparmiato neanche “Il Megafono”, il gruppo del presidente Crocetta, chiamato a giustificare 10.700 euro per buoni pasto e 3.598 euro per una consulenza in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Al Partito Democratico vengono chiesti lumi sulle spese di lavaggio delle automobili noleggiate, per le trasferte dei dipendenti e altre spese varie. Anomalie per i viaggi di Roberto Di Mauro, capogruppo del Pds-Mpa che avrebbe viaggiato da Roma a Palermo, tra l’altro senza prendere il volo di ritorno, due volte nello stesso giorno. Episodio questo verificatosi due volte. Poco chiaro per la Corte anche il rimborso dei pasti “consumati da più soggetti non identificati”. Ed ancora oltre 45.000 euro per incarichi e consulenze. Infine sguardo su Dem e riformisti per l’acquisto di oggetti di telefonia come Blackberry e IPad o per la realizzazione necrologi. Appena sfiorati da questa vicenda Udc, Lista Musumeci, Cantiere Popolare e gruppo misto.
Sebastiano Borzellino