La doppia etica dell’Occidente

“Palestina libera”. E’ il grido di tutte le piazze d’Occidente sia in Europa che negli USA. E della martoriata Ucraina? Sembra relegata, quasi, nel dimenticatoio. Da una parte, ( Medio Oriente) si parteggia per il più debole, come giusto che sia, la Palestina, in Occidente, invece, sembra che la Russia, una super potenza militare, venga vista con benevolenza. Una sorta di ambiguità etico/politica, che non può non essere analizzata, quantomeno per comprenderne le motivazioni che le sottendono. Nel caso della Russia che ha invaso l’Ucraina, Paese sovrano, la sua forza militare e demografica, ritenuta schiacciante, è stata fin dall’inizio considerata una buona ragione perché l’abbia vinta. Quindi ci si indigna, in nome della pace, contro i più deboli e non contro i forti che cercano di ammazzarli. Ma quello che più stupisce che si tenta di negare il diritto all’esistenza del più debole, che in quanto tale dovrebbe essere giustificato proprio per la sua inferiorità numerica e militare e per di più quando subisce un torto o un’ingiustizia. Così facciamo morire i miti legati all’eroismo dei pochi nei confronti dei molti di cui la storia di millenni ne ha esaltato le gesta. In altre parole se il più debole non ha il diritto di difendersi, vuol dire che la storia degli esseri umani va riscritta. D’altronde chi la pensa così, però, non si chiede perché Hamas non smette di combattere contro Israele e non alza bandiera bianca, mettendo fine ad una guerra/ massacro contro un nemico di gran lunga più forte per capacità militare e tecnologica. In questo caso, Hamas non può invocare nessuna giustificazione, ne’ può accampare pretese, tenuto conto che il 7 Ottobre ha deliberatamente massacrato 1200 cittadini israeliani inermi. La storia ci insegna che la pace non è data da una vittoria militare, che non basta la conquista di nuovi territori o la resa del nemico per sancirla. Insomma: se un domani il governo ucraino decidesse di arrendersi a Putin, non sarebbe la fine del conflitto, ma l’inizio di una guerra strisciante, partigiana, con la conseguenza di alimentare un nuovo terrorismo internazionale di nuova matrice. Del resto i Russi dovrebbero ricordarsi la disastrosa ritirata dall’Afganistan, dopo un decennio di occupazione, così come accadde agli USA in Vietnam. Parlando del nostro Paese , non vorrei che qualcuno avesse in mente, in virtù della doppia etica, di giustificare l’oppressione nazifascista  e delegittimare la resistenza dei partigiani. Meglio rimarcarlo. Con i tempi che corrono non si sa mai!

Andrea Viscardi

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