La dottrina di Putin fa breccia nelle democrazie del Vecchio Continente

La vittoria nei Land tedeschi della destra neonazista e dell’estrema sinistra sovranista e filo putiniana, ha provocato una breccia delle dottrine di Putin all’ interno delle democrazie del Vecchio Continente. La Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, in visita a Praga, nel suo discorso ha manifestato la preoccupazione per la seconda metà del decennio in corso e la necessità di rafforzare la politica europea in termini di difesa unica. In Europa i venti di guerra che soffiano dall’ Ucraina, potenzialmente potrebbero allargarsi al Vecchio Continente e il rischio di un infarto della democrazia sembra sempre più concreto. I germi del putinismo si sono insinuati in modo preponderante nei sistemi democratici di Paesi strutturati in tal senso e hanno ormai un volto e un nome in Paesi quali l’ Italia, la Francia e soprattutto in Germania, l’ unico Paese che fino a qualche anno fa sembrava impermeabile al populismo e al sovranismo. Lo zar di Russia ormai ha i suoi portavoce nel cuore della vecchia Europa. In Germania ha l’ Afd, in Francia il Rassemblement National di Marie Le Pen, in Italia la Lega di Salvini. Il finto pacifismo e la deresponsabilizzazione rispetto al conflitto russo-ucraino, nascondono altri obiettivi. Il fronte che ha vinto in Germania trova ospitalità e accoglienza in quel modello degenerativo che sta permeando una certa parte della politica italiana e una parte della cosiddetta intellighenzia ad essa contigua. Lo scopo è quello di consegnare alla protervia autocratica russa, la democrazia, usando come strumento il falso pacifismo.Un vero colpo da maestro per Vladimir Putin, che senza sparare un colpo, entra a gamba tesa entro i confini dell’ UE. Si profilano all’ orizzonte scenari che fanno presagire anni difficili con il rischio di un allargamento del conflitto in seno all’ Europa, che si trova impreparata a questa evenienza e per di più con gruppi e/ o movimenti politici che fanno il gioco del nemico. Di fronte a questi eventi l’ Europa deve farsi trovare preparata, ma ad oggi non lo è se si prende atto che la locomotiva tedesca dovrà muoversi con il freno a mano, almeno per un anno e se a questo si aggiunge la fragilità della Presidenza Macron in Francia, il sovranismo e l’ antieuropeismo strisciante più o meno occulti della destra italiana, difficilmente La von der Leyen potrà agire per rispettare tutti gli impegni assunti e le promesse fatte per il prossimo quinquennio. In presenza di un sistema europeo in crisi di democrazia, è indispensabile che Bruxelles abbia come primo obiettivo la tutela della democrazia e fare dell’ UE un Corpo unico se si intende conservare la nostra libertà e le nostre prerogative democratiche.

Andrea Viscardi

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