Domani 45 milioni di francesi sono chiamati a scegliere il nuovo presidente della Repubblica. Da mesi la corsa per l’Eliseo è ridotta a due candidati: il socialista Francois Hollande, privo di esperienza di governo e outsider fino a un anno fa, grande favorito secondo tutti i sondaggi e il capo dello Stato uscente, Nicolas Sarkozy, uno dei pochi leader europei ad essere “sopravvissuto” alla crisi finanziaria che ha fatto cadere i governi in carica a Roma, Atene, Londra e Madrid. Per il numero uno dell’Ump l’obiettivo è semplice: arrivare in testa domenica sera per conservare la speranza di vincere al secondo turno, il 6 maggio prossimo, mantenendo così tra le mani le redini della quinta potenza mondiale. Ma i sondaggi non assistono l’attuale inquilino dell’Eliseo: prevedono infatti al primo turno un pareggio con il leader socialista e il successo di Hollande al ballottaggio (58% contro 42%). Ma a lasciare tutti i giochi aperti sull’esito finale del voto, sono i 6-8 milioni di indecisi che ancora non hanno scelto per chi votare. Non si tratta di una novità: già nel 2007 alle ultime presidenziali, il 14% degli elettori ha avuto l’illuminazione dopo essere entrato nella cabina elettorale. Le urne apriranno alle 8 e chiuderanno tra le 18 e le 20 a secondo del seggio elettorale. Le radio e le televisioni francesi si sono impegnate a mantenere “segreti” gli exit poll fino alla completa chiusura dei seggi. Inoltre, i nove principali istituti di rilevazione si sono impegnati a non comunicare i risultati ai media stranieri che da parte loro avevano annunciato la loro intenzione di “violare la legge francese”: gli exit poll sono infatti noti generalmente a partire dalle 18.30, mezz’ora dopo la chiusura dei seggi che nelle grandi città è però fissata alle 20. Di qui l’intenzione di alcuni media esteri – soprattutto belgi e svizzeri – che non si ritengono sottoposti alla legge francese di pubblicare gli exit poll non appena questi saranno a disposizione: le autorità di Parigi temono tuttavia che i risultati possano influenzare quegli elettori che ancora non si fossero recati alle urne. La “ribellione” potrebbe estendersi anche ai media francesi: il quotidiano Liberation ha annunciato di voler riservarsi il diritto di pubblicare le stime di voto già a partire dalle 18.30, definendo “obsoleta” la legge in vigore; la sanzione prevista per la diffusione anticipata degli exit poll è un’ammenda di almeno 75mila euro, maggiorata nel caso di radio, giornali o televisioni.
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