Mentre in tutto il mondo, sull’onda della morte di George Floyd, si stanno abbattendo le statue di personaggi storici del passato coloniale, la Germania – ad oltre 30 anni dalla caduta del muro di Berlino – rende omaggio al rivoluzionario Lenin. Oggi a Gelsenkirchen, cittadina nel cuore del bacino minerario della Ruhr, si svelerà una statua in onore di Vladimir Ilitch Oulianov (1870-1924) , la prima del suo genere nell’ex Germania occidentale. L’iniziativa è del Partito Marxista-Leninista Tedesco (Mlpd) fondato nel 1982 dai membri più di sinistra dell’Unione dei Lavoratori Comunisti di Germania e divenuto il più grande partito della sinistra radicale tedesca.
La statua, alta 2,15 metri, originariamente realizzata nella Repubblica Ceca nel 1957, doveva essere svelata a marzo fuori all’esterno del quartier generale nazionale del partito, ma per effetto del coronavirus l’evento era stato rimandato. “L’era dei monumenti in onore di razzisti, antisemiti, fascisti, anticomunisti e altre reliquie del passato è chiaramente finita”, ha dichiarato Gabi Fechtner, presidente del Mlpd. Lenin “era un pensatore in anticipo sui tempi, un primo combattente per la libertà e la democrazia”, ha detto.
Ma non tutti in città sono della stessa opinione. Per alcuni la statua di Lenin rappresenta un “simbolo antidemocratico”.
“Lenin simboleggia la violenza, la repressione, il terrorismo e l’orribile sofferenza umana”, hanno sostenuto i partiti del Consiglio generale di Gelsenkirchen in una risoluzione che però è stata rigettata dal tribunale.
Alla cerimonia saranno disponibili salsicce e torte per i circa 300 partecipanti previsti, che sono stati invitati a mantenere le distanze sociali e a indossare maschere protettive per evitare nuovi focolai di covid-19.
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