“La ghianda e la spiga”: un saggio sulla vita e l’omicidio dell’on. Di Vagno

La ghianda e la spiga – Giuseppe Di Vagno e le origini del fascismo”, uscito a gennaio di questo anno per la collana ‘ Storia e Memoria’ della casa editrice Progedit, è un’encomiabile opera a cavallo tra la biografia ed il saggio storico. Scritto dal prof. Giovanni Capurso, il libro inquadra la figura di Giuseppe Di Vagno, avvocato e deputato italiano, a 100 anni dalla morte, ripercorrendone la formazione, la passione ideale ed umanitaria fino alla tragica data del 26 settembre 1921. Figura di spicco del socialismo pugliese, Di Vagno poco dopo la sua elezione alla Camera dei Deputati cadde in un vile agguato squadrista al rientro da un accorato comizio nella sua terra amata, lasciando così una moglie addolorata, un figlio ancora non venuto alla luce, una classe operaia agricola da difendere ed un Paese sull’orlo del totalitarismo. L’autore, anche esso pugliese ed esperto meridionalista, giornalista e docente di storia e filosofia alla scuola pubblica secondaria di secondo grado, che vanta un curriculum con due lauree ed un corso di alta formazione in Bioetica all’Università di Bari, emoziona i lettori con un sottile e garbato intento pedagogico. Il titolo del libro “La ghianda e la spiga” prende il nome dal titolo dell’ultimo articolo scritto un paio di giorni prima della morte, dall’on. Di Vagno stesso e con cui Capurso conclude il libro. L’opera, di non difficile lettura, é adatta anche a chi non è esperto di storia contemporanea e non avvezzo alla saggistica. Capurso con la sua bella penna commemora un eroe che deve essere riscoperto dagli italiani, un Matteotti poco conosciuto e del quale omicidio non si parla ancora nei libri di testo. Non é mai troppo tardi per conoscere le lotte, l’impegno ed il consapevole martirio di quello che tutti a Conversano, il suo paese natale, chiamavano “Il gigante buono”, un grande uomo che ha difeso nei tribunali e rappresentato in parlamento, i deboli, gli sfruttati ed i malpagati, tutto quel proletariato agrario al giogo dei mazzieri violenti e squadristi di cui Caradonna è il più noto nome. Proprio loro furono i mandanti di quei proiettili che raggiunsero ed uccisero l’on. Di Vagno: un bang che suona come uno start per la corsa veloce al fascismo più brutale che pochi anni dopo si concretizzò nel ventennio vero e proprio.

Barbara Lalle

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