La giudice del tribunale di Catania Iolanda Apostolico, dopo il primo episodio che aveva scatenato furiose polemiche e la pubblicazione di video che dimostravano la sua partecipazione a proteste pro-migranti, ha fatto il bis, non convalidando i trattenimenti di altri quattro migranti tunisini nel cpr di Pozzallo, disposti dal questore di Ragusa. Prosegue dunque il braccio di ferro tra la magistrata e il governo sulla legittimità dei provvedimenti contenuti nel decreto Cutro.
Apostolico conferma la valutazione che già a fine settembre l’aveva portata a rigettare la convalida del fermo di altri migranti a Pozzallo. Valutazione condivisa anche dal giudice Rosario Cupri della stessa procura catanese, che domenica scorsa ha negato la convalida dei trattenimenti per altri sei migranti.
“Mentre le forze dell’ordine arrestano 32 scafisti, una parte politicizzata della magistratura disapplica le leggi per impedire il contrasto all’immigrazione illegale di massa, provando a sostituirsi a governo e Parlamento. Il giudice del tribunale di Catania Iolanda Apostolico ha infatti deciso di non convalidare i trattenimenti nel Cpr di Pozzallo disposti dal questore di Ragusa nei confronti di quattro migranti tunisini. È il secondo provvedimento in tal senso di questo giudice che continua imperterrita nella sua attività dopo essere finita nella bufera a seguito della pubblicazione di un video in cui era stata filmata mentre, ad agosto 2018, protestava contro la decisione dell’allora ministro dell’Interno Salvini di non far sbarcare in porto 150 profughi. Siamo di fronte a un atteggiamento provocatorio e ribadiamo la necessità che Apostolico provveda a rassegnare le sue dimissioni”, dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Gianni Berrino, capogruppo in commissione Giustizia di palazzo Madama.
“Impugneremo anche questi nuovi provvedimenti Apostolico”. Il ministro dell’Interno Piantedosi risponde a breve giro di posta alla giudice Iolanda Apostolico, che prosegue la sua “guerra” al governo. Quello del Tribunale di Catania è un nuovo provvedimento pro-migranti che, a grandi linee, sembra ricalcare in toto quella di fine settembre con la disapplicazione del decreto Cutro. “Certamente li impugneremo” conferma il ministro a margine del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto in Prefettura a Cagliari.
Piantedosi conta sul sostegno dell’Ue: “Sarà ulteriormente rafforzato nella normativa europea che si sta creando con l’approvazione del Patto di migrazione e asilo, di cui si è parlato in questi giorni – ha detto Piantedosi -. Il tema del trattenimento ai soli scopi dell’identificazione e di fare procedure accelerate alla frontiera è un tema cardine dell’attuale e futura normativa europea”. Il ministro rivela di non aver ancora letto le carte relative ai quattro fermi non confermati. Ma annuncia battaglia. “Non so questi provvedimenti come sono stati motivati dal giudice – afferma- – ma vedremo, valuteremo e faremo l’impugnazione”.
“Chiediamo che la giudice Apostolico rinunci a occuparsi dei casi di opposizione al decreto del governo. Lo chiediamo nel rispetto della terzietà della funzione della magistratura che è stata lesa dalla presenza della dottoressa Apostolico a manifestazioni di piazza dal carattere politico. È necessario mantenere separate le funzioni costituzionali e per questo è indispensabile che i magistrati appaiano, oltre che essere, imparziali. L’Italia ha bisogno di una chiarezza nelle competenze costituzionali e di una magistratura che oltre a essere autonoma dia inequivocabili garanzie di imparzialità che nella fattispecie non sono presenti”. Così Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
Le bocche sono cucite, ma nei corridoi del Tribunale di Catania i colleghi della giudice Iolanda Apostolico sono imbarazzati . Il retroscena rivelato dal Corriere della Sera è molto illuminante. Il video che la mostra nella manifestazione dell’ultrasinistra di Catania del 2018 sta tendedo banco. Il filmato è stato pubblicato dal viceministro Salvini.
I colleghi della Apostolato dietro anonimato ammettono: “È vero che la legge non ci vieta di partecipare alle manifestazioni pubbliche o di esprimere le nostre opinioni. Ma noi abbiamo il dovere di apparire e non solo di essere imparziali”. Parole pesanti che lasaciano intendere la gravità di quelle immagini che mostrano una giudice partecipa a una manifestazione pro-migranti e anti-Salvini nel 2018. Nessuno commenta ufficialmente. “Né l’Anm etnea, che pure, subito dopo le critiche sollevate dalla decisione sui quattro tunisini, aveva preso con nettezza le difese della Apostolico; né il presidente del tribunale Francesco Mannino, fuori città per lavoro. A fare rumore solo la nota dell’Anm nazionale che invoca il rispetto della vita privata dei giudici. Di privato, in realtà, c’era poco nel caso specifico: si trattava di una manifestazione pubblica. Per questo i giudizi verso la collega non sono benevoli. Nei corridoi si respira aria pesante e c’è chi parla di «delegittimazione» della categoria».
E’ l’ammissione che la Apostolico era lì. “Ai colleghi più vicini la giudice ha raccontato di essere andata al porto perché sapeva che tra gli organizzatori dell’iniziativa c’erano associazioni cattoliche; di aver assistito alle cariche della polizia e di essersi frapposta tra manifestanti e agenti per evitare ulteriori scontri”, riporta il quotidiano di via Solferino. Va segnalato che il numero uno dell’Anm, Santalucia, intervenuto a Otto e Mezzo, ha difeso la Apostolico arrampicandosi sugli specchi: “Perché dopo cinque anni tirar fuori quel video”, ha detto, affermando: “Non è militanza politica ma partecipazione alla vita pubblica. Il magistrato non lo può fare? Dove lo rinchiudiamo?». Già, peccato .- come gli ha mandato a dire FdI- che tale difesa a riccio del “privato” arrivi dopo che per decenni è andato in onda lo “sputtanamento” di politici del centrodestra spiati dal “buco della serratura”.
Sulla circostanza si segnale anche l’intervento di Matteo Renzi. Pur dicendosi contrario alle politiche migratorie di Salvini, afferma: “Trovo scandaloso che un magistrato vada in piazza per di più in mezzo a gente che urla slogan vergognosi contro le forze dell’ordine”. Ora spetterà alla Cassazione decidere della bontà o meno della sentenza del Tribunale di Catania.