La granita di Messina diventa marchio tutelato

Se chiedete a un messinese qual è la granita per eccellenza vi risponderà senza esitare la mezza con panna. Questo è il nome che ha a Messina la granita al caffè. Viene servita nel classico bicchiere di vetro insieme a una soffice e calda brioscia, che dovrà essere sapientemente inzuppata nel bicchiere mischiando la panna al caffè. C’è chi sostiene che ci sia una vera e propria arte nel mangiare la mezza con panna. La vera regina delle granite messinesi. Il riconoscimento è stato deciso dallo scorso 9 marzo quando il consiglio comunale ha approvato il regolamento per l’istituzione del marchio. Con cui sarà possibile censire e valorizzare la produzione tipica locale legata alla storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio comunale, quale strumento di promozione dell’immagine del territorio e della città. Anche perché ci sono prodotti come la mezza con panna che hanno radici storiche talmente radicate nella cultura peloritana da perdersi nella notte dei tempi. Il consumo della granita ha origine già dai tempi delle dominazioni arabe.  Sui monti Nebrodi e Peloritani, ma anche sull’Etna venivano raccolti ed utilizzati il ghiaccio e la neve, che grattati venivano irrorati con aromi soprattutto di frutta. Cosi nacque la prima versione della granita che allora veniva consumata come una bevanda. Ma è a Messina che la ricetta originaria viene rielaborata fino a farla diventare la bontà che si gusta ancora oggi nei bar in riva allo Stretto. La lavorazione della mezza con panna viene fatta mantenendo inalterate le qualità di cremosità e densità che la rendono unica. Non troppo dolce né troppo amara, deve lasciare in bocca il gusto di un vero caffè. Per questo viene utilizzata utilizziamo la caffettiera napoletana. Il colore e il sapore rimangono inalterati come se stessi gustando un buon espresso. Non resta quindi che farne richiesta al Comune dove verrà istituita una commissione, nominata dal sindaco e formata da cinque membri con diritto di voto, che esaminerà al pratica. Dentro la commissione troveranno posto il direttore generale, un dirigente comunale, un dipendente della struttura organizzativa comunale e due esperti, che potranno essere indicati dalle associazioni di categoria. Per consentire la raccolta e la diffusione di questi prodotti sul web verrà creato anche un portale internet dedicato al settore agroalimentare, che conterrà riferimenti alle filiere produttive e si occuperà anche della promozione di luoghi d’arte ed eventi. Il registro del marchio di denominazione comunale prevede due distinti gruppi di prodotti: uno commerciale e l’altro culturale. Nel primo rientrano tutti i prodotti tipici e dell’artigianato alimentare locale, nel secondo, le ricette, le feste i saperi e i luoghi.

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