Dopo 12 ore di discussione e molte altre per scrivere il lungo e complesso comunicato finale i 17 ministri delle Finanze dell’Eurogruppo hanno dato il via libera al secondo pacchetto di aiuti internazionali per evitare il fallimento della Grecia. Ad Atene arriveranno 130 miliardi di euro, da erogare fino al 2014, a cui si aggiunge la cancellazione di una parte importante, circa 107 miliardi di euro, del debito pubblico ellenico detenuto dai creditori privati. Il pacchetto ‘salva Grecia’ farà scendere il rapporto fra debito pubblico e Pil dall’attuale 160% a poco più del 120% nel 2020. La lunghissima maratona è stata chiusa con una conferenza stampa cominciata poco dopo le cinque, con il presidente Jean Claude Juncker che ha augurato il “buongiorno” prima di annunciare la decisione che “garantisce il futuro nell’Euro della Grecia”.
Le misure ‘salva Grecia’. La discussione si è protratta per tutta la notte a causa delle nuove richieste avanzate ai creditori privati affinché accettassero un haircut (una riduzione del valore nominale dei buoni del tesoro greci da loro detenuti) maggiore del previsto. Il taglio alla fine è stato fissato al 53,5% invece del 50%. Rispetto al valore reale attuale dei bond, la perdita di cui il settore privato si farà carico sarà superiore al 70%. E’ stato poi corretto l’obiettivo di riduzione del debito pubblico greco, che dovrà scendere al 120,5% del Pil entro il 2020, rispetto al 120% precedentemente previsto.
Un contributo di 4,6 punti percentuali di riduzione del rapporto debito pubblico/Pil della Grecia nel 2020 (pari a 3,2 miliardi di euro di minori bisogni finanziari) verrà anche dall’official sector: un meccanismo, tecnicamente complicatissimo, riguardante i profitti generati dai bond greci in mano alla Banca centrale europea e alle banche centrali nazionali, che verranno indirettamente ‘restituti’ ad Atene. Da una parte, la Bce riverserà questi profitti sulle banche centrali nazionali, che a loro volta li daranno ai rispettivi governi. I governi, poi, li utilizzeranno per ridurre gli interessi pagati dalla Grecia per i prestiti del primo programma di aiuti. Quest’operazione ridurrà il rapporto debito/Pil della Grecia di 2,8 punti percentuali, e di circa 1,4 miliardi di euro i bisogni di finanziamento di Atene.
Dall’altra parte, i governi dell’Eurozona passeranno direttamente alla Grecia tutti i profitti
futuri generati dai bond greci nei portafogli delle loro banche centrali nazionali fino al 2020. In questo caso, la diminuzione del rapporto debito/Piò sarà di 1,8 punti percentuali, con una riduzione del fabbisogno finanziario pari a 1,8 miliardi di euro.
Queste ulteriori riduzioni del debito greco, rispetto a quanto inizialmente previsto, si sono rese necessarie per compensare il ‘gap’ emerso dallo ‘studio di sostenibilità’ della Trojka (Commissione Ue, Bce, Fmi), secondo cui, nel migliore scenario con le ipotesi precedentemente sul tavolo, al 2020 il rapporto debito/Pil, oggi al 160%, sarebbe sceso al massimo fino al 129% (mentre l’Fmi, in particolare, considerava la soglia del 120% essenziale per dare il proprio via libera ai nuovi aiuti).
Le reazioni. Mario Draghi, numero uno della Bce, parla di ‘accordo molto buono’ e dà atto, da una parte al governo di Venizelos di essere stato capace di “garantire le azioni necessarie per ripristinare crescita e stabilità”, dall’altra ai governi europei di aver deciso di “aiutare la Grecia a tornare sul cammino della crescita e della creazione di posti di lavoro”. Monti saluta l’accordo come un “bel risultato per Grecia ed Eurozona”. Per il premier italiano il lunghissimo lavoro fatto a Bruxelles dimostra che “l’Europa è anche in grado di funzionare”.
Soddisfatta del risultato raggiunto anche la direttrice dell’Fmi, Christine Lagarde,. La Grecia, ha spiegato, “aveva un debito molto importante con i creditori privati; l’accordo permette di ridurne il peso, consentendo ad Atene di impegnarsi a rendere più competitiva la propria economia, con le riforme strutturali del lavoro, dei servizi e del mercato dei prodotti, del sistema fiscale e di quello giudiziario, per affrontare, insomma le questioni di fondo della società e dell’economia del Paese”. Anche il primo ministro greco, Lucas Papademos, presente al negoziato, si è detto “molto soddisfatto” del doppio accordo, sul programma di aiuti dell’Eurozona e sulla cancellazione parziale del debito privato.