La jihad torna a colpire il cuore della Francia

E’ stata la notte in cui la barbarie ha sconfitto la vita e represso la libertà

Al grido di “Allah AKhbar,” Allah è grande, l’Isis o per meglio dire il terrore spietato e crudele colpisce il cuore della Francia, Parigi. La città dei lumi, la terra della rivoluzione, del trionfo dei principi di liberà, fratellanza, uguaglianza. Colpisce nel cuore la vecchia grande Europa. Una serie di attentati, nel centro della Capitale francese ha seminato terrore e causato la morte di 129 persone e 300 feriti ed allo stato il bilancio è ancora provvisorio. Da questa notte sappiamo che a Parigi si può morire come a Beirut, come a Tripoli, come a Bagdad e a Tunisi. Un attacco terroristico e militare in grande stile, sferrato quasi simultaneamente a Parigi che rivive in diretta la tragedia americana dell’ 11 Settembre. Mentre l’Isis inneggia e rivendica gli attentati, la spaventosa evidenza degli avvenimenti è la più inevitabile prova che la nostra vita di europei liberi non sarà più tale. Tutte le questioni della sicurezza, dello scontro di civiltà, dei metodi da adottare contro la minaccia terroristica, del trionfo della democrazia, si riassumono in due parole, ‘paura e dolore’, che come una cappa aleggiano ed avvolgono questa notte la capitale francese. A Parigi si respira un’atmosfera terribile e surreale. Una metropoli deserta, pattugliata dagli agenti della sicurezza in assetto da guerra, prigioniera di falsi allarmi e di un incubo di cui c’erano state le avvisaglie, ma le cui proporzioni erano inimmaginabili. Non si può non evidenziare che l’intelligence francese ha peccato sul piano della prevenzione e dell’efficienza. I terroristi hanno colpito alla cieca, sparando nella moltitudine spensierata ed inerme della notte parigina, come sempre luccicante ed euforica. Parigi brucia come nei giorni dell’occupazione nazista, come negli anni della guerra d’Algeria e degli attentati a De Gaulle. Questa notte è un luogo dell’umanità assediato dalla barbarie. Ma la capitale francese non è solo terrore ma anche solidarietà. Nei quartieri dove sono avvenute le sparatorie gli abitanti hanno aperto le porte ai passanti per offrire loro riparo, facendo ricorso ad annunci per il tramite di Twitter. Gli attacchi di stanotte sarebbero una ritorsione contro i bombardamenti francesi in Siria, ma l’Isis non ha aspettato l’attacco francese, ma già dai primi di Ottobre aveva minacciato attentati contro quello che loro ritengono il nemico numero uno. Gli esperti per la sicurezza si aspettavano sicuramente un attentato dalla portata più ampia di quello di Gennaio a Charlie Hebdo ed al ristorante Kosher, si era ipotizzato un attentato ad un grande magazzino poco prima di Natale. Ma i terroristi hanno anticipato i tempi, scegliendo comunque bersagli, dai connotati fortemente simbolici dello stile di vita occidentale: una sala di concerto per la musica rock, lo stadio con la partita Francia-Germania. L’errore commesso dai francesi e dall’intera Europa, forse, è stato quello di pensare di essersela cavata con una passeggiata di un milione di persone sui boulevard di Parigi, nel gennaio scorso, dopo la carneficina del Charlie Hebdo. Tutti insieme al grido di: “Je suis Charlie” e dopo dimenticare, rimuovere. Se la sono cercata!

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