Parla al Messaggero tramite il suo avvocato, Amanda Knox, accusata dell’ omicidio di Meredith Kercher . Ma le cose forse stanno cambiando, perché c’è qualcuno che inizia a credere alla sua innocenza. “Ho sempre creduto di riuscire a far emergere la verità, ho sempre creduto di poter uscire da quel carcere in cui la mia vita si è congelata. Uscire e tornare a Seattle, magari a novembre per il giorno del Ringraziamento”dice la ragazza al quotidiano. Amanda, in attesa della sentenza d’appello, prevista per fine mese, esprime il suo stato d’animo anche nei confronti di Raffaele. “Gli voglio bene – dice – lui mi è stato sempre vicino. In ogni momento ho potuto contare sul suo affetto. Amore? No, non più. Non ho più nessuno. Il carcere ti azzera, ti annienta l’anima e anche gli affetti. Il film su di me? Non voglio parlarne, fa parte dell’odio che voglio sconfiggere”.
“Solo pochi capiscono che Meredith era mia amica, io le volevo bene, non le avrei mai potuto fare del male. Rudy (Guede, ndr) non racconta la verità, lui sa cosa veramente è successo, ma non l’ha mai voluto dire davvero”, continua l’americana: “Ora è bello sentire che non mi odiano più, che finalmente ho qualcuno che mi ascolta senza lo sguardo greve dell’accusa. Ma ancora non tutti. Qualcuno tra i giudici continua a volermi male e non lo capisco”, conclude Amanda.
Sollecito invece, anch’egli in attesa del processo, studia per l’esame universitario che dovrà sostenere la prossima settimana. Questo, potrebbe essere l’ultimo appello a cui si presenta da detenuto.
”Si sta concentrando su questo appuntamento universitario” ha detto il padre Francesco Sollecito che oggi gli ha fatto visita nella casa di reclusione di Terni.