Un nuovo video della manifestazione in cui compare la giudice Iolanda Apostolico, è stato pubblicato sui canali social della Lega, con la didascalia “Catania, coppia che lavora in tribunale tifa con l’estrema sinistra davanti alla polizia”, con riferimento anche al marito del giudice che comparirebbe nel filmato. A commento posta la frase “Nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili. Giudice Rosario Livatino (3 ottobre 1952-21 settembre 1990)”.
Anche oggi dunque la polemica tra politica e magistratura vede accesa una nuova miccia sui social. Apostolico è accusata di non essere stata imparziale nella decisione di non convalidare il trattenimento dei migranti usciti dal centro di Pozzallo.
Sulle pagine di Libero si esprime il ministro della Giustizia Carlo Nordio: “i limiti di un magistrato sono ormai fissati da varie pronunce della Giurisprudenza, ma soprattutto dalla deontologia e dal buonsenso. Più manifesta le sue idee politiche, più vulnera la presunzione di imparzialità. Negli Stati Uniti il giurato viene addirittura interrogato dal difensore sulle sue esternazioni, e può essere ricusato anche per una battuta impropria”.
Alla domanda se la magistrata dovrebbe dimettersi, come chiede la Lega, Nordio risponde: “Il ministro della Giustizia non può esprimersi su questo caso specifico, prima di aver acquisito tutti gli elementi necessari. Ufficialmente non sappiamo nemmeno se la magistrata abbia partecipato o no a quella manifestazione. Sono state annunciate interrogazioni. Faremo subito accertamenti”.
Quanto al video che è stato diffuso da Matteo Salvini e alle polemiche sorte su chi lo ha ripreso e fornito al leader della Lega, Nordio osserva che “in linea generale, un filmato di un evento pubblico non è mai un dossieraggio. Può provenire da chiunque, anche da un giornalista. Con questo criterio tutti i documentari di eventi, sarebbero dossieraggi”. E sull’ipotetica violazione della privacy della magistrata, il ministro sostiene: “definire un’invasione della sfera privata la documentazione di un evento pubblico è violare un principio di elementare logica aristotelica: si chiama principio di non contraddizione. Se tu partecipi a una manifestazione pubblica, non puoi dire di esser stato spiato nella tua vita privata. Questa irragionevolezza può essere una voce dal sen fuggita nella polemica politica. Ma mi stupisce dolorosamente che provenga da alcuni magistrati”.
Spunta un altro video dal famoso corteo anti-Salvini e tutto sembra tranne che essere lì solo per calmare gli animi tra agenti e manifestanti. La giudice allunga il braccio verso i poliziotti, sembra urlare anche qualcosa. Insomma: non ne esce bene. E ora credo che siano guai seri per lei. Non tanto per quello che potrà accaderle da un punto di vista professionale, ma perché in questo momento di sono decine di operatori presenti quel giorno che staranno cercando frame e immagini dell’intera manifestazione pro-Diciotti. È facile che escano altri video esclusivi…
Casca anche il presunto complottone sul video della Apostolico. Non c’è alcuna centrale di dossieraggio, solo un carabiniere che se l’è trovato per le mani e pare l’abbia passato a qualcuno.
Secondo quanto si apprende da fonti qualificate, sarebbe stato lo stesso militare a riferire spontaneamente ai suoi superiori che cinque anni fa aveva girato quelle immagini con il cellulare senza alcuna finalità. Video che non sarebbe mai stato allegato ad atti interni o a informative all’autorità giudiziaria e che, solo alcuni giorni fa, sarebbe stato condiviso con una ristretta cerchia di persone. I superiori del militare hanno già informato l’autorità giudiziaria di Catania.
Ricordiamo che la Giudice ha definito il cosiddetto Decreto Espulsioni inapplicabile. La violenta polemica getta ancora più discredito su un organo dello Stato che non gode di particolare salute tra dossier, scandali, improvvide assoluzioni e improvvisazioni assortite al punto che ci si chiede per quale motivo ogni sentenza debba diventare un esercizio creativo, invece che applicare la legge.
La dott.ssa Apostolico non cede sull’applicazione della legge e per nulla è interessata al destinatario, il Governo, che ricordiamo è un altro organo dello Stato.
Parliamo dei Poteri Legislativo, Esecutivo e Giudiziario: uniti nella lotta per far sprofondare la sottile credibilità residua.