Una lettera pubblica sottoscritta da nomi altisonanti dello spettacolo contro la nomina di Luca De Fusco come nuovo direttore generale del Teatro di Roma: da Matteo Garrone a Elio Germano, da Lino Guanciale a Fanny&Alexander, da Roberto Latini a Vinicio Marchioni, singoli e compagnie si scagliano contro quello che viene considerato un colpo di mano. La decisione dei membri del cda in quota Regione e ministero della Cultura di procedere senza il presidente dello Stabile romano, Francesco Siciliano, che aveva sospeso i lavori in attesa di riconvocare la seduta, e la consigliera Natalia Di Iorio, con il risultato di estromettere il Comune.
Duro il commento della segretaria del Pd, Elly Schlein: «Per Meloni la cultura è solo una questione di poltrone. E ciò che sconcerta ancora di più – continua la leader dem – è che tutto questo avvenga in un luogo della cultura e fa di questo atto una vergogna anche sul piano intellettuale e morale», dichiara in una nota. «La destra al Governo, nazionale e regionale che sia, ha sempre e solo la stessa ossessione – prosegue -: occupare poltrone, promuovere gli amici, controllare attraverso i propri uomini le articolazioni del Paese. Quando questo si fa in sfregio alla cultura, significa che abbiamo superato il livello di allarme. Quanto è successo al Teatro di Roma inquieta e preoccupa anche per le circostanze di questo vero e proprio blitz: la decisione è stata presa, infatti, con una forzatura violenta della procedura, in assenza anche del presidente del Cda».
«La lettera è stata pubblicata nell’urgenza degli eventi, sarà doveroso aggiornarla con tutti i nomi di una comunità romana e nazionale che si sta confrontando in questo momento e che, per esclusive ragioni di tempo, non ha potuto esserne firmataria» la premessa del documento, che porta in calce i nomi di attori e sodalizi, molti dei quali indipendenti, che in questi anni hanno animato le sedi dell’Argentina e del Teatro India (a seconda sede a Ostiense del Teatro Stabile): Fabrizio Arcuri, Timpano/Frosini, Bluemotion, Sylvia De Fant, Valerio Vigliar, Giorgina Pi, Matteo Garrone, Elio Germano, Lino Guanciale, Marco Cavalcoli, Chiara Lagani, Luigi De Angelis, Marco Molduzzi, lacasadargilla, Lisa Ferlazzo Natoli, Alessandro Ferroni, Maddalena Parise, Alice Palazzi, Roberto Latini, Lorenzo Letizi, Vinicio Marchioni, Stefano Ricci.
«La lettera è stata pubblicata nell’urgenza degli eventi, sarà doveroso aggiornarla con tutti i nomi di una comunità romana e nazionale che si sta confrontando in questo momento e che, per esclusive ragioni di tempo, non ha potuto esserne firmataria» la premessa del documento, che porta in calce i nomi di attori e sodalizi, molti dei quali indipendenti, che in questi anni hanno animato le sedi dell’Argentina e del Teatro India (a seconda sede a Ostiense del Teatro Stabile): Fabrizio Arcuri, Timpano/Frosini, Bluemotion, Sylvia De Fant, Valerio Vigliar, Giorgina Pi, Matteo Garrone, Elio Germano, Lino Guanciale, Marco Cavalcoli, Chiara Lagani, Luigi De Angelis, Marco Molduzzi, lacasadargilla, Lisa Ferlazzo Natoli, Alessandro Ferroni, Maddalena Parise, Alice Palazzi, Roberto Latini, Lorenzo Letizi, Vinicio Marchioni, Stefano Ricci, Fabrizio S
Per il Pd ogni nomina che non pesca nel perimetro della sinistra è uno scippo, un colpo di mano, un abuso, una “famelica” occupazione. Avevamo appena digerito le lamentele di Marino Sinibaldi che comincia un’altra litania, stavolta sulla nomina di Luca De Fusco al Teatro di Roma. Si lamenta il sindaco di Roma e usa toni offensivi il dem Matteo Orfini su X.
“Dunque a decidere di agire in modo teppistico sul Teatro di Roma non è stato il ministro Sangiuliano e nemmeno il presidente Rocca, ma un deputato di Fratelli d’Italia. Che ha dato indicazioni al posto di ministro e presidente ai membri del cda. E infatti rispondeva alle accuse al posto loro. Complimenti a lui che evidentemente ha vinto il game of thrones interno alla destra. Ma mi chiedo a questo punto quale sia il ruolo di Sangiuliano, Mazzi and co: marionette nelle mani dell’onorevole Mollicone?
Replica a stretto giro Federico Mollicone. “Caro Orfini, la nomina di De Fusco è regolare e votata dai rappresentanti del Mic e della Regione Lazio, sotto la vigilanza degli organi di controllo. Come sa bene il sindaco di Roma è stata una scelta condivisa con il Ministro e con il presidente della Regione Lazio”.
“Per il resto – prosegue Mollicone – il collega Orfini dovrebbe sapere che il Presidente della Commissione Cultura è la prima carica istituzionale nel settore culturale del Parlamento e ha come compito, insieme alla Commissione, la vigilanza su tutti i teatri Stabili e le istituzioni culturali. Segnalo al collega Orfini che per colpa delle dilazioni del Presidente Siciliano, dovute a motivi esclusivamente di non accettazione della minoranza numerica in Consiglio, il Teatro di Roma è in esercizio provvisorio e sta rischiando di perdere il finanziamento ministeriale, senza il quale non sarebbe possibile l’equilibrio di bilancio. Pertanto la nomina, dato l’atteggiamento riottoso dei rappresentanti del Comune, è stata decisa in via urgente dai soci, con la vigilanza degli organi previsti statutariamente che hanno certificato la validità della nomina”.
“Sento l’eco di una polemica poi sul compenso del direttore De Fusco, che sarebbe esorbitante. Ricordo a tutti che lo Statuto del Teatro di Roma prevede la congiunzione del Direttore gestionale con quello artistico, e il riferimento va fatto con l’ultimo incarico del direttore Calbi e con i precedenti, e non con la stagione delirante e criminogena dell’ultima gestione Corsetti-Bevilacqua, in cui Corsetti era solo consulente artistico e non direttore, che hanno lambito indagini giudiziarie per malagestione, denunciate solo da Fratelli d’Italia e di certo non dal Pd. Una gestione che ha messo il teatro sul lastrico, sostenuta anche dal Partito Democratico”, conclude.