La lingua siciliana entra nelle scuole con Lello Analfino e Salvo Piparo

Entra nel vivo il progetto che porta l’insegnamento della lingua siciliana nelle scuole dell’Isola.

«Per generazioni parlare in dialetto siciliano è stato considerato uno stigma. Adesso non lo è più». A dichiararlo è l’eurodeputato Ignazio Corrao che, nella sala Pio La Torre dell’Assemblea regionale a Palermo, ha promosso un incontro nell’ambito del progetto che intende valorizzare la lingua isolana.

«Abbiamo messo insieme – sottolinea Corrao – il mondo accademico, il mondo culturale, il mondo artistico e quello imprenditoriale per un progetto che, in prospettiva può portare al riconoscimento, anche a livello europeo, del dialetto siciliano così come avviene, a esempio per il galiziano e il castigliano.

Abbiamo avviato questo percorso a Bruxelles in un partecipatissimo incontro che ha dato il via libera ad una grande energia che va in questa direzione che noi stessi non ci aspettavamo. Adesso proseguiremo questo percorso avviando incontri sia nelle scuole che coinvolgendo gli artisti che fanno della loro sicilianità la loro forza».

Ad intervenire all’incontro anche l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione, Mimmo Turano, che spiega così la decisione di impegnare fondi per 200 mila euro per le scuole siciliane.

Un’iniziativa che si muove parallelamente al progetto che ha vissuto in sede europea la propria tappa europea per iniziativa del deputato a Strasburgo, Ignazio Corrao, che si integra con le politiche regionali di sostegno alla formazione degli insegnanti e ai percorsi didattici negli istituti siciliani.

Provvedimenti e stanziamenti che prendono le mosse dalla legge regionale di riferimento, la numero 9 del 2011.

Norme oggi concretizzate sul campo dal lavoro del tavolo tecnico, che si è recentemente insediato, e che è presieduto dal professore Giovanni Ruffino, alla guida del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, e dall’attività degli istituti, dei quali è capofila il liceo classico Umberto I di Palermo.

Il tavolo è completato da rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale, delle Università, delle scuole, dell’amministrazione regionale.

Nel proprio intervento, Turano ha sottolineato «l’urgenza e l’indifferibilità, per un sostegno che per noi è insieme piacere e onore.

Si tratta – ha detto l’assessore – dell’ultima chiamata per consentire ai nostri giovani di apprendere e verificare direttamente gli insegnamenti dei loro nonni. Una lezione “sul campo” che la scuola deve assolutamente incoraggiare con strumenti scientifici e didattici adeguati».

«Adesso – ha aggiunto Turano – alla formazione degli insegnanti e al percorso accademico e didattico “puro” va affiancata una declinazione emozionale, che soltanto attraverso il contatto diretto con le arti, la poesia, il canto, il cunto, può realizzarsi.

Dunque, prendo l’impegno preciso di avviare gli incontri degli artisti che hanno aderito all’iniziativa con gli studenti entro il prossimo mese di marzo».

«Per generazioni parlare in dialetto siciliano è stato considerato uno stigma – ha detto l’eurodeputato Ignazio Corrao – adesso finalmente non più».

Tra i volti e le voci coinvolte negli istituti, quelle di Lello Analfino e di Salvo Piparo, ospite invitato anch’egli all’incontro, insieme, fra gli altri, oltre allo stesso professore Ruffino e al vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola, all’altra docente dell’Università di Palermo Marina Castiglione, Alfonso Campisi (Università La Manouba di Tunisi), Vito Lo Scrudato (docente del liceo Umberto I di Palermo), e al dirigente della Presidenza del Consiglio, Aurelio La Torre.

A fare da polo per la gestione dei progetti è il liceo Classico Umberto di Palermo pronto a lanciare gli avvisi che coinvolgeranno le altre scuole siciliane.

«Facciamo la formazione dei docenti per introdurre storia e lingua siciliana nelle scuole che aderiscono ai progetti e curiamo numerose pubblicazioni», afferma Vito Lo Scrudato, dirigente scolastico dell’Umberto. Parteciperanno all’iniziativa anche artisti tra i quali Lello Analfino e Salvo Piparo.

«Andremo nelle scuole per cantare e raccontare storie in siciliano – afferma Piparo – perché ritorni ad essere una lingua viva anche tra i giovani».

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