Diminuisce il canone Rai in bolletta che passa da 90 a 70 euro all’anno. L’ultimo che aveva messo mano al canone, rivoluzionando il metodo di pagamento, era stato Matteo Renzi, con l’introduzione della tassa nella bolletta elettrica. Prima il tributo era arrivato alla cifra record di 113 euro, anche a causa dell’alto livello di evasione. Nel 2016, con il prelievo inserito automaticamente nelle voci delle spese per la luce, era sceso a 100 euro e successivamente a 90 euro, grazie al passaggio da 16 milioni di abbonamenti a 22 milioni. Il gettito complessivo, che attualmente viaggia intorno agli 1,7 miliardi, dovrebbe scendere a circa 1,2 miliardi di euro, con cui dovranno continuare ad essere finanziare le casse pubbliche dello Stato e confermare le sovvenzioni dei canali pubblici, telegiornali, radiogiornali e tutte le trasmissioni e progetti di comunicazione di carattere pubblico, attuale e politico.
Circa dieci miliardi della manovra sono destinati al rinnovo nel 2024 del taglio del cuneo fiscale-contributivo (7% per i redditi fino a 25 mila euro, 6% per i redditi fino a 35 mila euro). La misure interessa circa 14 milioni di lavoratori che manterrà anche per il prossimo anno il beneficio medio in busta paga di 100 euro al mese.
La riforma delle aliquote Irpef prevede l’accorpamento delle prime due fasce (0-15mila al 23% e 15-28mila al 23%) al 23% per tutti i redditi fino a 28mila euro l’anno. La misura è finanziata in manovra con 4,3 miliardi. La contemporanea applicazione della riduzione del cuneo contributivo e della nuova aliquota Irpef avrà l’effetto di rafforzare le buste paga dei lavoratori dipendenti fino 1.298 euro annui (per 27.500 euro lordi annui). Con il decreto viene anche innalzata la no tax area per i lavoratori dipendenti a 8500 euro.
In manovra confermata la detassazione dei premi produttività al 5% e la soglia fino a 2 mila euro dei fringe benefit per i lavoratori con figli a carico, fino a 1000 euro per tutti gli altri (si potranno utilizzare anche per pagamenti di affitto e mutuo prima casa).
Salgono al 20% le deduzioni fiscali per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Lo sconto è superiore al 20% per l’assunzione a tempo determinato di lavoratori svantaggiati, disabili, donne con almeno due figli minorenni o disoccupate, giovani, lavoratori del Sud ed ex Rdc.
Per le imprese e per sostenere gli investimenti privati sarà previsto un credito di imposta per coloro che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno, vengono stanziati 1,8 miliardi nel 2024 ai quali si aggiungono le risorse per contratti di sviluppo, nuova Sabatini e contratti di sviluppo (300 mln).
In favore delle famiglie numerose e per alzare il tasso di natalità sono destinate risorse pari a 1 miliardo di euro. Tra le misure, confermata la carta ‘Dedicata a te’ nella misura di 600 milioni di euro per l’anno 2024 e si integra lo stanziamento dei mutui prima casa di circa 380 milioni di euro. Decontribuzione per le mamme lavoratrici per un anno se ha due figli entro i 10 anni del più piccolo e permanente per quelle che hanno 3 figli fino ai 18 anni del più piccolo.
Dal 1 gennaio 2024 prevista l’entrata in vigore della global minimum tax al 15% per i gruppi multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro.
Alle imprese e attività produttive che ritornano a investire in Italia sarà riconosciuta una riduzione del 50% delle imposte sui redditi nel periodo d’imposta in cui avviene il trasferimento e per i 5 anni successivi. Per evitare delocalizzazioni, l’impresa dovrà restituire quanto ricevuto, pagando anche gli interessi, se decide di trasferire l’attività in un altro Stato durante il periodo in cui beneficia dell’agevolazione e nei successivi 5 anni.
Dal 2024 sarà riconosciuto un nuovo regime agevolato per i lavoratori dipendenti o autonomi che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia per un massimo di 5 anni. Potranno beneficiare di una riduzione della tassazione del 50%, entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro. L’agevolazione andrà restituita con interessi se non mantengono la residenza fiscale nei 5 anni.
La manovra assicura inoltre le risorse necessarie per la realizzazione del Ponte sullo stretto 12 miliardi in un orizzonte pluriennale e con quote crescenti.
Modifiche per l’Ape con l’innalzamento a 36 anni del requisito contributivo per gli uomini rispetto alla legislazione vigente e con requisiti diversi per le donne, e quota 104 con alcune specifiche che tengono conto della necessità di valorizzare chi vuole rimanere a lavoro (quali il cd. Bonus Maroni).
Per il 2024 rimodulato il meccanismo di indicizzazione delle pensioni all’inflazione in vigore lo scorso anno, che tutela le pensioni più basse. Inoltre grazie anche alla riforma delle aliquote Irpef i pensionati potranno avere benefici fino a 1.279 euro annui (reddito da pensione intorno a 28 mila euro).
Cinque miliardi per i rinnovi dei contratti della pubblica amministrazione, a cui si aggiungono circa 2,5 miliardi destinati al personale medico sanitario.
”Per i residenti stranieri, cittadini di Paesi non aderenti all’Unione europea, si prevede la possibilità di iscrizione negli elenchi degli aventi diritto alle prestazioni del servizio sanitario nazionale, versando un contributo di 2.000 euro annui”. Il Mef comunica, in una nota, che la misura è contenuta nella legge di bilancio 2024. L’importo del contributo ‘‘è ridotto per gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio o per quelli collocati alla pari”.
Nel corso del 2024, assisteremo a un addio definitivo al Superbonus, così come lo abbiamo conosciuto. Nel quadro della manovra finanziaria, è stato stabilito che a partire da gennaio 2024 finiranno i due principali approcci per beneficiare delle agevolazioni fiscali. Si ritornerà all’uso della detrazione in un arco temporale di dieci anni per assicurare una registrazione finanziaria più in linea con la modalità di cassa.
L’obiettivo di questa nuova direzione intrapresa è quello di completare il processo di normalizzazione del Superbonus, riportando gli incentivi fiscali nel settore edilizio ai tradizionali livelli del 50% e del 65%, che sono stati in vigore per molti anni. In questa prospettiva, è stato confermato anche il mantenimento della possibilità di utilizzare le detrazioni su un arco temporale di dieci anni, come previsto nella manovra. L’intento è quello di mitigare l’aspetto regressivo di queste agevolazioni, consentendo così a coloro che non hanno un reddito elevato di beneficiarne, anche quando non hanno la capacità fiscale di assorbire lo sconto nel breve periodo di quattro anni.
Il criterio dei crediti etichettati come “non payable” rappresenta un elemento di fondamentale importanza. Se tale criterio non verrà messo in discussione, potrebbe semplificare notevolmente la gestione del bilancio pubblico. Questo sarebbe ottenuto attraverso un allineamento degli effetti dei bonus sul deficit e sul debito, e ponendo fine al continuo susseguirsi di impatti negativi sul disavanzo che si è verificato nell’ultimo anno. Questo aspetto complica notevolmente la possibilità di prorogare i termini relativi ai lavori in corso nei condomini.