La Meloni sposa le ambiguità di Orban su Kiev

Il Presidente ucraino, Zelensky, ha annunciato nel corso del forum Ambrosetti, che si tiene a Cernobbio, che entro novembre renderà pubblico un piano di pace e ne discuterà con Biden e Harris ma lo presenterà a novembre dopo le elezioni americane. In sostanza ha fatto trapelare che sarebbe disposto a cedere una parte dell’Ucraina ai Russi in cambio di una garanzia reale da parte dell’ Occidente che gli permetta di mettere in sicurezza quello che del Paese rimarrà nelle sue mani. L’annuncio è avvenuto in concomitanza dell’incontro che Zelensky ha avuto con la nostra Premier, nella quale ha riposto da sempre la sua fiducia sin dai tempi del Governo Draghi, quando la Meloni si schiero’ con l’ Ucraina pur essendo all’ opposizione. In tempi recenti, in tema di adesione alla causa ucraina, le cose sembrano essere un po’ cambiate. L’ Italia è l’unico Paese in uno all’ Ungheria di Orban, a schierarsi contro l’ uso delle armi inviate dai Paesi occidentali per colpire le basi russe , quelle da cui partono i missili russi che si abbattono sulla parte dell’ Ucraina non invasa. E non parliamo solo del governo, ma anche parte della sinistra sembra concordare, in parte, con le posizioni e le ambiguità di Orban. Non a caso a Cernobbio tra gli invitati c’era il leader ungherese, Victor Orban, quasi a controbilanciare la presenza di Zelensky, che si è proposto quale mediatore per un immediato ‘ cessate il fuoco’. Il Presidente ucraino, dal canto suo, non si fida del Premier ungherese, troppo vicino alle posizioni di Putin. Zelensky insiste con tutti i paesi europei, Italia compresa, che gli venga concessa l’ autorizzazione ad usare le armi fornite, sul territorio russo dove insistono le rampe di lancio dei missili. A supportare la richiesta di Zelensky, da Cernobbio è intervenuto l’ Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Sicurezza Josep Borrel che esplicitamente ha chiesto all’ Italia di autorizzare l’ uso delle armi fornite a Kiev, sul territorio russo. I rappresentanti italiani presenti sono rimasti in silenzio. Borrel ha rincarato la dose quando espressamente ha sottolineato l’ ambiguità italiana che usa, al pari di Orban, due pesi e due misure: inflessibili nel richiedere all’ Europa la condanna dell’ operato di Netanyahu su Gaza , mentre molto dubbiosa quando si parla di Russia. La risposta a Borrel è una: l’ ambiguità e la contraddizione, sono frutto di una patologia cronica, tutta italiana.

Andrea Viscardi

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